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Il giorno in cui comincia a insegnare matematica al college, Chris Reuben fa un inaspettato e sgradevole tuffo nel passato: uno dei suoi studenti e un suo ex collega della Marina… nonché il suo ex ragazzo.
Justin Hayes non è a caccia di una seconda possibilità quando si iscrive al corso di algebra del suo ex. Vuole soltanto la sufficienza e magari un’occasione di appianare i rapporti con l’uomo che amava, e che ha ferito, tre anni prima, quando erano in missione.
Ma il dolore, il senso di colpa e l’amarezza non sono gli unici sentimenti rimasti e, anche se tre anni sono bastati a sciogliere il gelo fra loro, hanno già messo a repentaglio una volta le loro carriere per stare insieme. Riuscirà Justin a convincere Chris che vale la pena mettere di nuovo in gioco i loro cuori e le loro carriere per ciò che c’era fra loro?
Mi sono presa un po’ di tempo, dopo aver letto il libro, per riuscire a capire cosa mi aveva lasciato.
Appena finito non ero entusiasta, non avevo sofferto il distacco come a volte mi capita e quindi ho atteso, per poter dare un giudizio ponderato e non di pancia.
È un tipo di lettura all’apparenza semplice: un docente universitario ed ex Marines incontra, “per caso”, un suo ex compagno d’armi, nonché grande amore della sua vita.
Semplice dicevo, una storia che segue qualche cliché, magari abbastanza hot e senza eccessive pretese. E invece la Witt riesce a trascinarci nel dolore del tradimento, facendoci rivivere, con sapienti flash back, cosa è successo tra i due uomini e il perché dello shock e il dolore sordo nel petto di Chris appena rivede Justin a una sua lezione.
La porta si aprì di nuovo e, quando alzai lo sguardo, mi si fermò il cuore.
Calmo, tranquillo e composto un accidente.
Non c’era possibilità di errore. Anche se fossi riuscito a rifiutare di ammettere la realtà per un momento o due, l’uniforme… oh, Marine,non potevate continuare con le tute da galeotto?… recava il suo nome proprio lì, sul petto.
Hayes.
Justin Hayes.
Il mio ex compagno di bordo.
Il mio ex ragazzo.
Sbattei le palpebre. Il mio sguardo guizzò dal suo nome al suo viso, e il suo sorrisetto storto mi fece capire che mi aveva riconosciuto anche lui. E, a giudicare dai suoi scintillanti occhi azzurri, non era stata una sorpresa.
Strinsi i denti. Ditemi che è uno scherzo.
Tradimento? Oh, sì, un tradimento profondo e lacerante, ma andiamo per gradi.
Justin è un ufficiale nel corpo dei Marines, una carriera brillante, una relazione solo ed esclusivamente di facciata con una sua collega (anche lei gay) e una necessità ardente di chiedere scusa al vecchio amante per il suo comportamento.
Chris è un docente di matematica, ancora segnato dalla rigidità dell’esercito, ossessivo sulla puntualità, che vive una tranquilla rutine fatta di qualche gioco col suo cagnolone e chiacchierate col coinquilino etero.
Justin rientra nella vita di Chris e tutto il suo mondo si capovolge; fin qui niente di troppo strano no?
Quel che riscopriamo poco a poco è il passato dei due, il nascondersi in un ambiente dove regnava ancora il DADT (don’task, don’t tell), il lento rapportarsi, prima da amici e infine da amanti. Quel viaggio in ascensore interminabile, in cui entrambi volevano esporsi ma con la paura di mettere a rischio la carriera in caso di errore.
Iniziano così, come definisce Chris, i mesi più belli e terrificanti della sua vita; mesi fatti di incontri clandestini nei porti in cui attraccavano, attimi rubati per un sorriso o una pacca sulla spalla quando erano a bordo.
Poi Justin ottiene la tanto agognata promozione e da lì tutto il loro sentimento così pulito si sgretola.
Il perché lo lascerò scoprire a voi, di sicuro non sarà facile per Justin fare ammenda, perché questo lo costringe a scavare dentro di sé.
Lo guardai negli occhi.
Justin prese fiato e, ora che aveva la mia attenzione, sollevò la mano dalla mia. Il suo sguardo e il brivido che mi correva su e giù lungo la schiena mi riportò dritto a quell’ascensore a Guam. Justin si umettò le labbra e mi venne l’acquolina in bocca.
Allungò la mano verso il mio viso. Chiusi gli occhi, trattenendo il fiato mentre il suo calore si avvicinava alla mia guancia.
“Chris…”
“Justin, non…” Oh, Dio, mi sta toccando. “Non possiamo farlo.”
“Lo so.”
Sentendo la sua voce, aprii gli occhi. Anche se non avrebbe dovuto sorprendermi che si fosse avvicinato un po’, dovevo vedere per credere, e credervi mi rese impossibile respirare.
“So che non dovremmo.” Gli tremò la voce mentre mi passava le dita sulla guancia, fino ai miei capelli. “Lo so, ma…”
Quanto è importante il giudizio degli altri? L’amore viene sempre al primo posto?
Ecco che quindi un testo che credevo semplice acquista tutta una serie di sfumature, molti punti grigi un po’ sfumati.
Chris riuscirà a perdonare? Justin ha compreso e accettato i suoi limiti? Il romanzo risponderà a ogni domanda, non ne rimarrete delusi.
L’autrice ha uno stile accattivante, sensuale quanto basta ma che dà principalmente risalto alle emozioni dei protagonisti con la narrazione in prima persona, ogni capitolo col nome del pov di riferimento; la traduzione presenta qualche refuso, ma la “pecca”, se proprio vogliamo definirla tale, è la brevità del romanzo, perché 130 pagine sono davvero poche e si rimane con l’amaro in bocca per la poca caratterizzazione dei personaggi secondari.
Un romanzo quindi consigliato perché tenero e dolce, che tocca le corde dell’anima ma che poteva essere bellissimo con qualche ampliamento, di sicuro non vi pentirete di averlo letto.
Inspirai appena quanto bastava da replicare: “Perché me l’hai chiesto?”
“Sono…” Si mosse nervosamente e, quando smise, mi stava guardando dritto in faccia. Ed eravamo appena un pelo più vicini. “Sono curioso.”
Lo imitai, voltandomi verso di lui e accorciando la distanza fra noi di una frazione di centimetro. “Per qualche ragione particolare?”
Le porte si chiusero dietro di noi. Justin le guardò per un istante e il suo pomo d’Adamo si mosse. Quindi tornò a guardare me.
“Sono solo curioso.”
Inarcai un sopracciglio. “Sei solo…”
Mi posò le mani sul collo e mi baciò.
Oh, Dio. Allibito, non feci nulla per un paio di secondi. Quindi lo presi fra le braccia e inspirai il suo profumo. Oh, Dio, Justin è… oh, Dio…
Recensione a cura di:
Editing:
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