Buondì, Feelers!
Oggi, nel salotto virtuale di Feel the Book, ospitiamo Ella Blake per un’intervista esclusiva!
Buona lettura!
Quanto la scrittura influenza la tua vita? E quanto la tua vita influenza la scrittura?
Tanto, a volte troppo, sia una che l’altra. La scrittura influenza la mia vita perché mentre cucino, guido, faccio tutte quelle cose normalissime che fanno le persone, continuo a pensare a cosa posso scrivere, a come posso migliorare una frase, a cosa aggiungere o togliere a un testo che ho già scritto. Allo stesso modo, la mia vita influenza la mia scrittura perché spesso prendo spunto da quel che vedo, può essere anche solo una strada, un vicolo o due persone che parlano. È una ruota che non si ferma mai.
Cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere?
Nulla di particolarmente avvincente. Fin da bambina, nella mia testa si sono sviluppate tante storie, mi è sempre piaciuto portarle avanti soprattutto prima di dormire. Invece di contare le pecore, mi raccontavo le storie. Crescendo ho iniziato a scriverle, conservo ancora il file di una storiella scritta in seconda media (un regno distrutto, una principessa rapita e una coraggiosa guardia del corpo che la cerca in lungo e in largo e la salva :D).
Quindi, non so in realtà cosa mi ha spinto. La necessità di scrivere è sempre stata lì, nella mia testa.
Quando ti senti ispirata a scrivere? C’è un momento preciso della giornata che dedichi alla tua passione?
Purtroppo no, con la famiglia e il lavoro, è difficile avere un momento sempre per me da dedicare alla scrittura. Ogni secondo è buono, scrivo appena ne ho la possibilità, soprattutto sui quaderni che posso portare sempre con me, cosa spesso difficile con un PC. Potendo, passerei ogni momento della giornata a scrivere. Quando studiavo era molto più semplice, adesso è più complesso, ma non rinuncio. Mi rendo conto che quando non mi dedico per un lungo periodo alla scrittura, mi manca emotivamente.
Tre aggettivi per descriverti e tre per descrivere quello che hai cercato di trasmettere con la tua ultima opera pubblicata.
Tre aggettivi per descrivere me, direi: estroversa, insicura e sognatrice.
Tre aggettivi per descrivere la mia ultima opera, direi: sofferta, emozionante (sembro egocentrica a dirlo? :D) e imperfetta.
Com’è stata la sensazione di avere un seguito, un pubblico che ti leggeva e ti rispondeva sui social?
Terribile all’inizio. Come ho detto prima, sono una persona molto insicura, prima di dire cosa penso, valuto tutto le possibili conseguenze. Pubblicare un romanzo e avere un seguito è stato un brivido di piacere e ammetto che ha leggermente sollevato la mia bassa autostima. Mi piace soprattutto perché non seguono me, ma i personaggi che ho creato e amo, è una grande soddisfazione e un bell’incentivo per proseguire lungo questa strada difficile.
Puoi concederci un piccolo spoiler su qualcosa a cui stai lavorando o su cui vorresti lavorare?
Al momento sto lavorando a tre diversi romanzi.
Il romanzo parla di Mattia, il fratello di Ramo, che già avete in parte conosciuto in Così vicini. Ho già lasciato molti estratti di questo testo e il pubblico non vede l’ora di leggerlo, lo so, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per fare un buon lavoro.
Inoltre ho iniziato la stesura di un romanzo fantasy, nello specifico una threesome, ambientato su una Terra distrutta da una guerra soprannaturale, in cui gli esseri umani sono ormai quasi estinti. Non vi dico altro 😛
Ultimo, ma non per importanza nei miei pensieri, sto scrivendo la storia di un ragazzo con davvero un sacco di problemi, che finisce in ospedale a causa di un’aggressione e ritroverà se stesso e la voglia di vivere solo grazie all’aiuto dell’infermiere che si prenderà cura di lui.
Intervista a cura di:
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