Buondì, Feelers!
Oggi, nel salotto virtuale di Feel the Book, ospitiamo Marion Seals per un’intervista esclusiva!
Buona lettura!
Quanto la scrittura influenza la tua vita? E quanto la tua vita influenza la scrittura?
Diciamo che se non scrivo per un po’ sto male, quindi direi che l’influenza è notevole. Senza contare le idee che arrivano all’improvviso e che non ti lasciano in pace, per cui si può dire che vengo molestata dalla scrittura. Al contrario, cerco di far sì che la vita non influenzi troppo la scrittura, per cui evito di scrivere “certe” scene in periodi nei quali sono stressata o poco felice e ne approfitto per scrivere “altre” scene. Poi aiuta molto scrivere in contemporanea diversi generi perché vai in decompressione e le performance aumentano.
Cosa ti ha spinto ad iniziare a scrivere?
Non lo so, sinceramente. Ho sempre scritto, in un modo o nell’altro. Fa parte di me esattamente come la lettura. Tuttavia, se parli dell’entrata nel mondo dei “professionisti” è presto detto. Durante la seconda gravidanza avevo un sacco di tempo libero e allora ho iniziato a buttare giù delle trame e poi è nato tutto molto spontaneamente. Ci ho messo altri due anni a farlo leggere a qualcuno però.
Quando ti senti ispirata a scrivere? C’è un momento preciso della giornata che dedichi alla tua passione?
Purtroppo è la notte a ispirarmi. Di solito durante il giorno rileggo e modifico, ma è la notte il momento in cui produco il nuovo testo. Con buona pace del mio riposo.
Tre aggettivi per descriverti e tre per descrivere quello che hai cercato di trasmettere con la tua ultima opera pubblicata.
Per descrivere me: fantasiosa, permalosa, caparbia.
La mia ultima opera è: tollerante, potente, commovente.
Com’è stata la sensazione di avere un seguito, un pubblico che ti leggeva e ti rispondeva sui social?
Ancora mi chiedo perché… scherzo. Sono felice che qualcuno possa passare bei momenti leggendo i miei libri perché questo crea vicinanza tra me e loro. Mi piace l’idea che abbiano provato le stesse emozioni che ho sentito io mentre scrivevo. La mia idea più appagante è stato il gruppo autrice, in un periodo nel quale non erano tantissime ad averlo, men che meno self misconosciute quale io ero. Ho sentito spesso critiche in tal senso: ma non bastava la pagina? Questa è quella più carina, le altre le lascio alla vostra fantasia. Invece io adoro il mio gruppo perché mi consente di incontrare e conoscere persone che condividono la mia stessa passione. Questo è impagabile.
Poi ammetto che alimentano il mio ego, ma se scrivi per un pubblico è normale cercare conferme, chi dice il contrario dovrebbe risolversi qualche nodo interno.
Puoi concederci un piccolo spoiler su qualcosa a cui stai lavorando o su cui vorresti lavorare?
Sto scrivendo il terzo capitolo della serie The Dark Side e terminando il secondo capitolo di Point Break.
Per la prima dico che un personaggio che sembrava in un certo modo si rivelerà l’opposto e questo sarà devastante per tutti (non è Damon, lui non cambia perché ricordo è psicopatico); per la seconda dico che fino all’ultimo ero indecisa sul finale e spero di aver fatto un… buon lavoro.
Intervista a cura di:
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