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James Barrett è un bravo ragazzo. Peccato che non stia passando il miglior momento della sua vita e a volte parli a sproposito.
Edward Egan è un bravo ragazzo. Peccato che la sua rigida esteriorità non aiuti James a tenere a freno la sua linguaccia.
Quando però i due sono costretti a volare a Parigi e James deve improvvisarsi assistente del rampollo della famiglia Egan, le animosità sfumano e le motivazioni dietro i loro comportamenti vengono in superficie, svelando anche un tenero e inaspettato sentimento.
Ma i due rischiano di restare solo con il ricordo di una crêpe a Parigi…
Finalmente! Proprio così… lasciatemelo dire. Finalmente Erin ha pubblicato ancora!
Una crepe per due è una novella – purtroppo 😉 – dove però, anche in così poche pagine, l’autrice riesce a sviluppare una storia completa, dolce e romantica, i cui protagonisti sono ben caratterizzati.
La vicenda prende l’avvio nella verde Irlanda, precisamente a Landmeadow (ricordiamoci il nome di questa cittadina perché sarà li che si svolgeranno le storie dei prossimi libri) per poi spostarsi a Parigi.
Protagonisti sono James Barret e Edward Egan. Due vite diverse: il primo è un giovane che, dopo il fallimento della finanziaria dove era impiegato come capo contabile, si vede costretto a ritornare a vivere in famiglia e, purtroppo, a causa della crisi economica, non riesce a trovare un altro lavoro. Il secondo è il figlio del titolare del giornale per cui lavora il padre di James, avviato ad un futuro di successo e pronto a prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia. Si incontrano, o meglio, si scontrano alla festa organizzata al giornale per dare il benvenuto ad Edward e le premesse non sono delle migliori: la lingua lunga di James e il freddo atteggiamento di Edward sembrano inconciliabili.
«Volevo scusarmi per ieri sera,» mormorò Edward cercando il suo sguardo. «Non avrei dovuto… sai… insomma, il bacio della buonanotte.» James sbatté le palpebre e divenne color melanzana. «No, figurati… Anzi… Cioè, no, è okay. È… è stato inaspettato.» «Inaspettato?» chiese Edward alzando un sopracciglio. «Sì, inaspettato. E bello. Ecco, sì. Forse era questa la cosa giusta da dire. Bello. Bellissimo, in effetti.» Ti prego, Terra. Apriti e ingoiami. Sul viso di Edward si aprì un bel sorriso e James restò a fissargli le fossette come se fossero delle virgole di Nutella da leccare via. «Bene,» disse Edward chinandosi di nuovo, questa volta appoggiando le labbra sulle sue in modo più morbido. «Allora buongiorno,» sussurrò poi staccandosi da lui. «Bu-bu-buongiorno,» rantolò James sforzandosi di non aggrapparsi alle sue braccia e strappargli i vestiti. Non era il caso. E poi sarebbe stato un problema presentarsi in quel modo alla riunione. Ma cosa diavolo stava pensando? Il suo cervello stava soffrendo di asfissia, non c’erano altre ragioni.
La vita però riserva sempre delle sorprese e le carte in tavola vengono mescolate: James si trova a ricoprire il ruolo di assistente personale di Edward e volare con lui a Parigi per concludere un importante affare. I giorni trascorsi insieme danno loro la possibilità di aprirsi, conoscersi e innamorarsi, ma ancora una volta cambiano le regole del gioco e…
Altro non voglio aggiungere, ritengo di aver già detto troppo. Spendo solo due parole per le figure paterne di James ed Edward, due reazioni diametralmente opposte all’omosessualità dei figli: una di amore, accettazione e sostegno e l’altra di odio e repulsione, con poche ed efficaci parole l’autrice riesce a fotografarli e rappresentarli a tutto tondo.
Ancora una piccola cosa: mi aspetto da Erin una storia su George e Kenneth (dovete leggere il libro se volete sapere chi sono!) che hanno suscitato la mia curiosità e spero che non la faccia sospirare troppo!
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