♦ Traduzione a cura di Ilaria D’Alimonte
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Sequel di “Incontro nella Neve”.
L’aspirante scrittore Boone Daniels ha sempre pensato che l’amore fosse semplice, come lui. Fresco di vacanza romantica sulle nevi con il Dio dello sci nonché aspirante fidanzato Wade Walker, Boone era sicuro che dirgli addio sarebbe stata la parte più difficile.
Era sopravvissuto al modo non convenzionale in cui si erano messi insieme, aveva scoperto di essere in qualche modo degno della città natale di Wade, Summit City, ed era certo che il fatto che quell’uomo avesse deciso di autoimporsi nella sua vita per sei mesi avrebbe dimostrato una cosa: i loro destini erano indissolubilmente intrecciati.
Ma una volta tornato alla vita reale, Boone deve affrontare la consapevolezza che nessuno ha mai detto che l’amore sia facile e che, anche se sei già caduto una volta, ti puoi ancora rompere. Il suo mondo e quello di Wade si scontrano, e Boone comincia a rendersi conto che, se riesce a destreggiarsi nel paesaggio della vita in transito, forse anche lui può avere il suo “e vissero per sempre felici e contenti”.
Essere innamorato ha aggiunto un “nuovo lato da liceale sciocchina della mia alterata personalità”, come afferma Boone all’inizio di questo secondo volume della serie, che inizia proprio dove il primo ci aveva lasciati, con la sua partenza da Summit City. Boone ha ottenuto da Wade sei mesi, per vedere dove li può portare la loro storia, per capire se un amore sbocciato così inaspettatamente in circostanze eccezionali sia in grado di sopravvivere allo scontro con la vita reale.
Il buon senso mi diceva che non esisteva proprio che lo amassi. Avevo appena iniziato a scalfire la superficie, non sapevo praticamente nulla di quell’uomo. Allo stesso tempo, non potevo negare che nell’ultima settimana era certamente accaduto qualcosa tra noi.
Pessimista per natura, Boone usa ironia e sarcasmo per proteggersi, temendo inconsciamente di perdere un pezzo di sé qualora si concedesse di credere fino in fondo nella loro relazione. Ogni istante che trascorre insieme a Wade, tuttavia, lo smentisce, perché la fiamma della passione non si smorza mai tra loro, anzi cresce, alimentata da sentimenti sempre più profondi e complessi.
Il suo bacio era dolce e lento, ma pieno della potenza della sua intenzione di amarmi, insieme con l’avvertimento che non c’era modo di scendere dal treno ora che aveva lasciato la stazione. Nella mente di Wade, io ero già suo e lui apparteneva a me. Non chiedetemi come abbia fatto a capire tutto questo solo da un bacio; non lo so nemmeno io.
La forza e la sicurezza di Wade scalfiscono lentamente i dubbi di Boone ed è bello vederli imparare l’uno dall’altro a vivere insieme, sebbene ancora separati spazialmente. Dopo aver conosciuto gli abitanti di Summit City, che circondano Wade con il loro affetto, qui ci vengono presentati gli amici e la famiglia di Boone, un insieme di personaggi che spiegano molto della sua esilarante personalità. Dovrete asciugarvi le lacrime dopo la prima cena con i suoi genitori, per riuscire a continuare a leggere tra le risate. Forse all’inizio il suo migliore amico Gabe risulterà spinoso, persino antipatico, ma poi appaiono chiari i motivi della sua ostilità e sul finale vi ritroverete a sperare che Ethan Day continui a scrivere romanzi su questa serie dove anche lui abbia un suo spazio, perché vorrete sicuramente sapere “come va a finire”.
Un secondo volume che amplia le premesse iniziali della serie, continuando sulla strada dell’ilarità e della passione con l’aggiunta di una certa introspezione che completa i due protagonisti e ce li fa apprezzare ancora di più.
«Vorrei che potessi vedere quanto sei fantastico, Boone.» Wade si passò una mano tra i capelli prima di poggiarsela su un fianco.
«Ehi, bello,» risposi incrociando le braccia sul petto. «Io penso di essere più che fantastico.»
«Certo: come amico, quando si tratta di fare conversazione e, al diavolo, perfino come amante.» Wade mi guardò con un’aria decisamente affranta, come se volesse disperatamente che mi vedessi attraverso i suoi occhi. «Ma per qualche ragione, non sembri riuscire a immaginare te stesso come un ottimo marito, compagno… cazzo, chiamalo come ti pare. E non sai quanto vorrei che tu riuscissi a vederti anche così, amore.»
Non resta che sperare di poter leggere prima o poi anche le avventure di un certo intrepido capitano spaziale: io voglio “Buck Caldera e la Nona Colonia”, subito!
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