Dove vai quando casa tua non è più un posto sicuro?
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Alex sta per compiere diciotto anni, e non si è ancora dichiarato. Ha continuato ad aspettare il momento giusto, in attesa di fuggire all’università e uscire finalmente allo scoperto, lontano dall’influenza dell’oppressivo padre omofobo. Quando fallisce agli esami si ritrova bloccato nella piccola città di Porthladock; peggio ancora, a lavorare per suo padre. L’unica cosa che rende sopportabile la situazione è Cam.
Cam è a suo agio con la propria bisessualità, ma non la sbandiera. Giovane, libero e single, la sua vita sociale gira attorno al rugby e al tempo passato con gli amici. È attratto da Alex, ma i loro sei anni di differenza lo rendono cauto. Inoltre pensa che Alex abbia bisogno di un amico più di quanto non abbia bisogno di un innamorato, e man mano che la loro amicizia cresce, decide che non è il caso di metterla a rischio per del sesso occasionale.
Quando il padre scopre il suo orientamento, Alex si ritrova all’improvviso senza lavoro e senza casa. Trova un impiego al Rainbow Place, la caffetteria LGBT-friendly locale, e Cam gli permette di stare nel suo appartamento per un po’. Ma Alex preferirebbe dormire nel letto di Cam piuttosto che sul divano. Vivendo sotto lo stesso tetto, i loro sentimenti reciproci si fanno più forti e la tensione sessuale diventa difficile da ignorare. Cedere finirà forse con il rovinare la loro amicizia e complicare ancora di più le cose, per Alex?
La prima frase della trama di questo libro è emblematica: “dove vai quando casa tua non è più un posto sicuro?” Una domanda che purtroppo al giorno d’oggi tanti, troppi ragazzi e ragazze sono costretti a porsi, nel momento in cui si chiedono se rivelare alla famiglia di essere omosessuali, temendo, o forse sapendo, di ricevere una reazione ostile.
Nel primo libro della serie, si era già intuito come Alex non si trovasse in una posizione facile, essendo segretamente gay e figlio del principale oppositore dell’apertura del Rainbow Place nella loro cittadina. Era proprio per ragazzi come lui che Seb aveva deciso di aprire il locale, in modo che avessero un posto protetto in cui essere se stessi senza timore di venire derisi o, peggio, percossi.
Alex ha un progetto preciso: passare gli esami, andare all’università ed essere finalmente libero. Niente va come previsto e si ritrova a lavorare per suo padre, poi tutto precipita ancora di più e lui non si ritrova in mezzo a una strada solo grazie agli amici: Seb che gli offre un lavoro e Cam che lo ospita a casa sua. Costruirsi una vita da zero a diciotto anni è difficile, ma Alex è più forte di quello che la sua goffa fragilità lascia a intendere: deciso e determinato, sa cosa vuole e, soprattutto quando si tratta di Cam, non si arrende finché non lo ottiene.
Riusciva a sentire il suo respiro ansante, così vicino da dargli un brivido lungo la spina dorsale.
Avventato e pieno di bisogno, Alex si girò di colpo e allungò le mani verso Cam, tirandolo in un abbraccio. Premette il viso contro il calore del suo collo, inspirandolo, affamato.
«È solo che ti voglio così tanto,» mormorò. «Non posso continuare a far finta che non sia così.»
Cam gemette. «Questa è una pessima idea.» Però gli strinse le braccia attorno.
«Non mi importa.» Alex strusciò le labbra contro quella mandibola pungente, cercando la sua bocca.
Si trovarono nell’oscurità, labbra morbide su labbra morbide, all’inizio in modo dolorosamente dolce ma che ben presto si trasformò in qualcosa di rovente e disperato.
Di sei anni più vecchio, Cam non ha problemi con la propria bisessualità; è attratto da Alex ma capisce subito che il ragazzo ha più bisogno di un amico sincero che di fare del sesso occasionale, quindi cerca di soffocare il proprio interesse e gli offre tutto il sostegno possibile. L’attrazione reciproca, però, è talmente forte da diventare ben presto una presenza tangibile tra i due, che non potranno fare altro se non arrendersi alla verità: la loro non è semplice amicizia, ha le potenzialità per diventare vero amore.
«Cam.» Si era alzato in piedi per accoglierlo, con la voce spezzata.
C’era un vivido segno rosso sulla guancia, e attorno all’occhio un livido che si stava già scurendo. A Cam si annodò lo stomaco per la nausea e la rabbia, ma cercò di ignorarle in modo da potergli dare il conforto di cui aveva così chiaramente bisogno. Non appena aprì le braccia Alex ci si rintanò dentro aggrappandosi forte, il corpo scosso dai singhiozzi. Per quanto lui desiderasse disperatamente sapere che cosa fosse successo, era chiaro che Alex non era ancora in condizioni di parlarne. Quindi lo tenne stretto, strofinandogli la schiena, e mormorando parole di conforto senza senso. «È tutto a posto… Andrà tutto a posto.»
Nel suo solito stile schietto e diretto, Jay Northcote costruisce un’altra bella storia, in particolare mi è piaciuta la crescita dell’amicizia tra Cam e Alex: i primi goffi approcci di Alex sono quasi teneri e il modo in cui Cam riesce a restargli vicino, pur avendo deciso di non complicare le cose aggiungendoci il sesso, lo rende la colonna alla quale il ragazzo può appoggiarsi quando tutto il suo mondo crolla. Persino quando Alex gli si offre senza alcun pudore, Cam mette la loro amicizia prima dei propri sentimenti, perché sente la responsabilità di non complicare il precario equilibrio raggiunto dal ragazzo. Entrambi ovviamente mentono loro stessi quando si dicono di poter essere solo amici, ed è quasi comico osservarli mentre si girano intorno e rendono la convivenza una specie di tortura di sguardi e desideri.
Ho particolarmente apprezzato, infine, la scelta di non rendere entrambi i genitori di Alex delle figure completamente stereotipate; il messaggio che l’autore vuole mandare è chiaro: c’è speranza di ricostruire i ponti che erano crollati perché, anche se la casa che avevamo non è più un posto sicuro, con il sostegno di chi ci ama possiamo costruirne una nuova.
e mezzo
Recensione a cura di:
Editing:
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