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Ricominciare da capo non è facile, ma Ben è pronto a vivere la sua vita come l’uomo che sarebbe dovuto essere.
Ben è transgender, ed è tornato all’università dopo i trattamenti ormonali e l’operazione al torace. I suoi nuovi coinquilini non sanno nulla della sua storia, e lui preferirebbe che le cose rimanessero così. Sta ricominciando da zero e la sua vita è finalmente sul binario giusto, tranne per quanto riguarda il romanticismo; l’idea di uscire con degli uomini come uomo è esaltante, ma anche terrificante, perché se vuole avere un ragazzo gli dovrà rivelare il suo segreto.
Sid è attratto da Ben fin dal momento stesso in cui lo incontra. Di solito ottiene quello che vuole… in tempi brevi, se non subito. All’inizio Ben sta in guardia, e Sid non è abituato a vedere rifiutare le sue avance. Alla fine riesce ad aprirsi la strada nelle difese di Ben a forza di fascino, e lo aiuta nel suo viaggio di risveglio sessuale. Per lui non ha importanza che Ben sia trans. È attratto dalla persona, tutta intera, e non si preoccupa di quel che c’è – o non c’è – nei suoi pantaloni. Stanno bene insieme, e tutti e due si stanno innamorando alla svelta, ma le insicurezze di Ben continuano a mettersi di mezzo.
Se Sid riesce a convincerlo che vuole davvero impegnarsi, Ben riuscirà finalmente a mettere a rischio il proprio cuore?
A volte capita di sentire frasi come: “Non mi piace quel genere (o quel libro) perché non posso identificarmi in un personaggio tanto diverso da me.” Io invece penso che il grande pregio della lettura sia l’esatto contrario, ovvero la capacità di aprire nuovi mondi davanti a noi, mondi diversi dal nostro e per questo motivo affascinanti e speciali.
Cosa significa identificarsi con un personaggio? Secondo me non si traduce in poterlo apprezzare unicamente se è simile a noi, bensì nel riuscire a trovare in quella figura distante da noi qualcosa che ce la fa capire, che ci fa sentire vicini mentre si legge una determinata frase. E allora leggendo posso sognare insieme a una giovinetta di epoca vittoriana, tremare di paura insieme a un orfano durante una guerra, innamorarmi assieme a un ufficiale della marina inglese, oppure guardarmi il petto assieme a un giovane transgender e gioire per un’assenza che, sul mio di petto, non c’è né mi auguro ci sarà mai. Essere diversi da questo personaggio non ci impedisce di essere lui, in quel determinato momento, perché un bravo scrittore ci renderà un’unica identità. Jay Northcote è un bravo scrittore.
Le cicatrici sul petto ormai erano sbiadite, linee pallide invece del rosso furibondo dell’inizio, ma erano ancora chiaramente visibili perché aveva pochissimi peli sul petto per coprirle. Ci passò sopra le dita. Non gli davano fastidio. Erano parte di quel che lui era, ferite di guerra per le battaglie della sua vita. Aveva combattuto duramente per essere se stesso, ed era fiero delle cicatrici che disegnavano sulla sua pelle la mappa di quel viaggio.
Abbiamo già conosciuto entrambi i protagonisti, seppure brevemente: Sid è l’ex di Jude, protagonista di “Guardare e volere”, e Ben è il suo nuovo coinquilino comparso in quel libro, che studia ancora nonostante sia un po’ più vecchio dello studente medio. Qui scopriamo che è tornato all’università dopo aver iniziato i trattamenti ormonali e aver subito l’operazione al torace: è un uomo adesso, finalmente il suo corpo rispecchia la sua identità di genere interiore; le sue ansie e la disforia di cui ancora cade preda, però, continuano a tenerlo lontano dalle relazioni. Conoscere Sid gli darà la spinta necessaria a lanciarsi e osare, svelandosi come non aveva mai fatto prima.
Sid sbarrò gli occhi. «Tre anni da quando hai fatto sesso? È… sì. Deve essere un bel po’ di bagaglio emotivo. Praticamente sei di nuovo vergine.»
Ben fece un mezzo sbuffo. «Già. Qualcosa del genere.» La risata pareva inappropriata, ma si sentiva leggermente isterico, e non riuscì a trattenerla. Se solo Sid avesse saputo quanto era accurato quel termine. Perché anche se lui non era tecnicamente vergine, lo era in tutti i modi che contavano. Non aveva mai fatto sesso con quel corpo, non aveva mai fatto sesso con qualcuno che lo vedesse come un uomo. Era come ripartire da zero.
La relazione tra i due ragazzi è affrontata in modo attento dall’autore, senza celare nulla ma nemmeno insistendo con morbosa curiosità su certi dettagli: in questo senso, l’andamento della vicenda si rivela, giustamente, del tutto in linea con quello dei libri precedenti della serie. Il lettore scopre insieme a Sid quale sia l’approccio giusto per liberare Ben dalle sue paure e come lui capisce che un corpo differente non ha importanza, perché è la persona che si ha di fronte a contare.
Al contrario di Ben, Sid è abituato a passare da un amante all’altro, si diverte e non ha rimpianti: è un personaggio positivo, privo di pesi che gravano sul suo animo, e proprio per questo è perfetto per l’altro ragazzo, perché è in grado di accettarlo senza pregiudizi e farlo sentire amato.
Ben si perse tra le sensazioni. I suoni della bocca di Sid su di lui erano bagnati e sporchi, e lo spedirono sempre più in orbita. Gemette, inarcando i fianchi, con l’impulso di spingere in quel calore scivoloso e perfetto; era troppo per resistere. Sid non fece che succhiarlo più forte, così continuò, con il calore che si raccoglieva e accumulava mentre lui era sempre più vicino a venire.
Non si era mai sentito così prima. Essere con Sid in quel modo, due uomini assieme, era così dolorosamente giusto. Anche quando aveva sperimentato eccitazione sessuale e soddisfazione nel suo corpo ‘femminile’, c’era qualcosa che mancava. Adesso, perfino senza alcune delle parti anatomiche che la società poteva pensare fossero indispensabili per un uomo, si sentiva completo.
Come già in precedenza, è bello ritrovare il gruppo sempre più folto di personaggi che gravitano intorno ai due appartamenti per studenti, ognuno con le sue piccole manie e quella battuta che ci fa sorridere, rimandando alla sua storia (Jez e Mac in tal senso sono unici). Una simpatica aggiunta al gruppo è il coinquilino di Sid, Johnny, dai lunghi capelli biondi e un affascinante aspetto femminile che esibisce con sfacciataggine e sicurezza.
Confesso di essermi ritrovata più volte a rileggere certi passaggi sulla psicologia di Ben, fermandomi a riflettere sul loro significato e su come in qualche modo mi riguardino in prima persona, perché spiegano dinamiche di una società di cui anch’io faccio parte.
La maggior parte delle persone erano ossessionate dai genitali […] Era qualcosa che davi per scontato, un fatto della vita, finché non ti rendevi conto di essere trans e all’improvviso cominciavi a vedere il genere attraverso lenti completamente diverse. Le definizioni di mascolinità e femminilità diventavano più flessibili, meno rigide, e non così concentrate sulle varie parti del corpo. Ma per la maggior parte delle persone cis non era qualcosa a cui dovessero pensare, e così quella fissa per i genitali e nient’altro andava avanti.
Una frase in particolare mi ha colpito, mettendomi di fronte a una verità non del tutto piacevole da ammettere: “La gente voleva sempre sapere che cosa avevi in mezzo alle gambe. E anche se non lo domandavano, era quello che si stavano chiedendo”.
Credo che questo volume della serie Housemates sia il più toccante e sentito, presumo a causa della storia personale dell’autore: lascia il lettore con il cuore innamorato e la mente impegnata da riflessioni profonde sul reale significato di due etichette, maschile e femminile, che anche lui finora forse aveva dato per scontate.
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