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Gli eventi misteriosi non sono una novità per il solitario studioso Percival Endicott Whyborne, ma trovare uno dei suoi colleghi che urla per strada chiedendo aiuto è piuttosto insolito. Allan Tambling afferma di non ricordare cosa gli sia successo nelle ore precedenti, ma qualcuno ha assassinato suo zio e Allan è coperto di sangue.
L’amante di Whyborne, l’affascinante ex-Pinkerton e detective Griffin Flaherty, acconsente a dimostrare l’innocenza di Allan. Ma quando il giovane viene dichiarato pazzo e rinchiuso nel manicomio di Stormhaven, Griffin è costretto a rivivere gli orribili ricordi della sua reclusione in un istituto psichiatrico.
Insieme alla loro amica Christine, i due uomini si addentrano sempre più a fondo in un’oscura ragnatela di cospirazioni, magie e omicidi.
Il loro unico indizio è un artefatto scomparso che ritrae un dio sconosciuto. Chi l’ha rubato, e perché Allan non ricorda cosa sia successo? E qual è la verità dietro ai terribili esperimenti condotti all’inquietante terzo piano di Stormhaven?
Ci vorranno tutti gli incantesimi di Whyborne e tutta la temerarietà di Griffin per fermare gli assassini e salvare Allan. Prima, però, dovranno sopravvivere a una sfida ancora più grande: una visita della famiglia di Griffin.
Leggere questa serie è come tornare in famiglia, una famiglia strana, senza dubbio, ma a suo modo rassicurante. La scrittura dell’autrice incanta da subito, trascina immediatamente nel suo mondo, questa Widdershins immaginata ma allo stesso tempo credibile.
La città di Widdershins è parte integrante di questa serie, è il centro di strani avvenimenti, quasi un personaggio dei romanzi.
«Siamo a Widdershins. La gente scompare di continuo.»
«Di sicuro capita in qualunque altra città,» obiettai.
«Forse.»
In questo terzo libro della serie i nostri amati Ival e Griffin hanno nuovi avversari da affrontare: non solo la minaccia celata nell’oceano – l’abitatore degli abissi – e i suoi seguaci, ma anche, e non meno pericoloso, la società stessa, rappresentata dalla famiglia di Griffin, che non accetta l’amore che li lega.
I personaggi stanno maturando e assumendo sempre più consapevolezza che il mondo che li circonda cela molti, troppi segreti.
Whyborne, sempre più esperto nell’utilizzare gli incantesimi dell’Arcanorum, ha strane visioni di una città sul fondo dell’oceano…
Un battito di ciglia e l’oscurità diminuì: i miei occhi erano miracolosamente in grado di penetrare le ombre nere dell’abisso. Una grande città si innalzava tutto intorno a me, le sue architetture ciclopiche che facevano sembrare modeste persino le possenti piramidi egiziane. Un singolo blocco di granito incrostato di cirripedi era alto più di una casa. Però trovai l’architettura stranamente repellente. Le linee non sembravano mai intersecarsi nella maniera in cui ci si sarebbe aspettati, perciò la prospettiva risultava distorta, e angoli che il momento prima apparivano acuti, il momento dopo sembravano ottusi.
E con lui assaporiamo le atmosfere gotiche horror lovecraftiane, con questo sapore magico antico e attuale nello stesso tempo, le stesse atmosfere che ci accompagnano in tutte le pagine di questa serie che mi incanta ogni volta di più.
Immersi nelle ombre delle notti di Widdershins, in cui la luce elettrica stenta ad arrivare, i lampioni si spengono da soli e il male si cela dietro le persone più insospettabili, non solo ci appassioniamo a un’investigazione con risvolti sorprendenti, ma abbiamo anche il tempo di approfondire la conoscenza dei protagonisti, che a loro volta si conoscono sempre meglio e imparano ancora di più cosa voglia dire amarsi.
Meno sensuale dei due volumi precedenti, Stormhaven ci fa percepire l’amore che lega Percival a Griffin in modo molto più sottile e allo stesso tempo struggente: l’amore fatto di sostegno, fiducia, picchiettato da quel pizzico di naturale gelosia e dal timore di perdere la persona amata.
«Dio,» ansimò quando interrompemmo il bacio. «Sai qual è stato il momento esatto in cui mi sono innamorato di te?» Trovavo già abbastanza difficile credere che fosse successo.
«No.»
«La sera in cui siamo andati in quel magazzino e abbiamo incontrato il Guardiano.»
«Me lo ricordo.» Come se avessi mai potuto dimenticare il mio primo incontro con forze sovrannaturali al di là di qualsiasi immaginazione.
«E quindi?» Rise sommessamente contro la mia bocca.
«Sei stato davvero coraggioso. Chiunque altro sarebbe corso via urlando nel ritrovarsi faccia a faccia con una creatura del genere, invece tu sei rimasto e hai combattuto. E dopo, nonostante quello che avevamo visto nel magazzino e i segreti rivelati dall’Arcanorum, eri ancora del tutto convinto che dietro ci fosse una spiegazione razionale, anche se noi non l’avevamo ancora capita.» Mi baciò di nuovo. «Io me ne stavo seduto qui, proprio in questa stanza, e ho capito di essere completamente, profondamente, irrevocabilmente innamorato di te.»
Più spazio per l’azione, quindi, ma senza per questo sbilanciare il romanzo, che risulta piacevole e veloce, ma profondo e trascinante fino all’ultima pagina.
I fantasmi del passato di Griffin ce lo fanno amare ancora di più, mentre il timido studioso Whyborne rivela doti sempre più inaspettate. E forse è più coraggioso di quello che crede di essere.
Sono personaggi veri, vivi, con le loro ombre, i loro dubbi, le paure e l’inaspettato coraggio che nasce da anime che in fondo credono nella vittoria del bene e della verità; che credono che il mondo, anche se non li accetta, abbia diritto a una possibilità. E anche loro, il loro amore.
Io non ero forte, o coraggioso, non ero niente di niente. Ma lui mi faceva venire voglia di esserlo.
Un romanzo che continua egregiamente una serie, offrendo sempre spunti nuovi pur rimanendo riconoscibile, personaggi che hanno ancora tanto da dire e una scrittura evocativa, passionale e ironica.
Recensione a cura di:
Editing:
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