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Mason ha sempre saputo come trattare le persone diverse da lui: scherzi, insulti, denigrazione. È un bullo e ne è fiero, almeno fino a quando le sue convinzioni non vacillano. In quel momento capisce che il confine fra bullo e mostro è sottile, ed è questione di un attimo perdere se stessi.
Sa a cosa va incontro nel suo tentativo di migliorarsi, la diffidenza di chi assieme a lui insultava gli anormali. Ciò a cui Mason non è preparato è Sam: ingenua, timida, bellissima. La spingerà a rompere il guscio che ha eretto attorno a sé, aprendosi al mondo, e non potrà fare a meno di innamorarsi di lei. Ma Sam non è chi sembra…
«Tu non sei normale, Sam. Ma c’è molta differenza fra anormale e speciale.»
Eh no Susan! Così proprio non ci siamo! Avevi promesso che Mason avrebbe pagato con atroci sofferenze tutte le sue azioni da muscoloso e decerebrato bullo di provincia, e noi eravamo già qua a immaginare menomazioni, ferite e sangue. Invece tu che fai? Ci mostri la sua vera forza interiore, che gli permette di rendersi conto di quanto in basso lo stia facendo scivolare il suo comportamento; gli dai la forza di mettersi in gioco per migliorarsi e diventare qualcuno di cui potersi fidare, qualcuno da poter chiamare amico, qualcuno a cui affezionarsi. E infine, gli regali una bellissima e delicata farfalla di cui prendersi cura, da amare e da cui essere riamato di quell’amore così profondo che nulla, neppure se stessi, può scalfire. Dov’è finita la tua vena sadica!?
Bene, ora che mi sono sfogata, possiamo ripartire da capo.
In questo secondo capitolo della Teen Troubles series, ritroviamo Mason, (ex) migliore amico di Zeke, nel momento in cui viene a conoscenza della tragedia familiare accaduta a Gabe e Mery (quindi in un momento antecedente il finale del primo libro).
Scoprire cosa il padre dei ragazzi sia arrivato a fare e, sopra tutto, rendersi conto delle inquietanti similitudini tra la vita del dottor Scott e la propria, lo spinge a un’importante presa di coscienza sulla reale portata di quelli che ha sempre considerato scherzi innocenti, nonché alla decisione di cambiare direzione e rimettersi in carreggiata per poter diventare una persona migliore. E così lo rivediamo quando va a trovare Zeke e Gabe all’ospedale dove quest’ultimo è ricoverato, in quello che sarà il primo passo del difficile cammino di riconciliazione col suo migliore amico.
Si ritrovò a pensare a tutte le cattiverie che aveva fatto alla principessina. Alle bastardate, anzi. Era iniziato tutto come uno scherzo, ma in qualche momento negli ultimi quattro anni si era trasformato in crudeltà. Non sapeva neanche lui come o perché, ma si era ritrovato a prendere sempre più di mira il ragazzo. Quando lo chiamava frocio, i suoi amici gli davano una pacca sulla spalla. Quando lo buttava nei cassonetti, gli facevano le foto. Se tutti esultavano per i suoi scherzi, significava che andavano bene, vero? Ascoltando il rumore dei propri passi, si chiese se anche quello che aveva fatto il padre di Gabe fosse giusto. No. Non può esserlo. Mason poteva anche essere uno stronzo, ma non riusciva a immaginarsi a picchiare il proprio figlio. Magari si poteva spaccare il naso a un tizio durante una partita, ma non si poteva ammazzare di botte un figlio solo perché gli piaceva il cazzo. E se i miei scherzi diventassero botte? Se finissi come il padre della principessina?
Come se non bastasse lo sconvolgimento interiore che sta vivendo, anche la vita della sua famiglia sta per prendere una strada inaspettata: dopo mesi di relazione a distanza, il “nuovo” fidanzato della madre di Mason, Madeline, si trasferisce con la figlia a casa loro.
Il ragazzo non si aspetta certo di rimanere letteralmente folgorato dalla nuova sorellastra, ma è proprio quello che gli accade non appena posa gli occhi su Sam.
Si ritrovò senza parole, sulla soglia del salotto, a fissare una ragazza. Era praticamente la più bella che avesse mai visto, e ne aveva viste parecchie! Anche vicino a sua madre, che non era molto alta, sembrava uno scricciolo. Portava un abito leggero, con dei fiori bianchi che costellavano i bordi, e una giacchetta che non riusciva a nascondere la vita sottile e il petto delicato. Una gran massa di capelli a metà fra il biondo e il castano le cadeva sulle spalle, e a Mason venne in mente una collana di sua madre, con un pendente di ambra. Il colore dei capelli della ragazza era esattamente quello e si accordava agli occhi chiari. Erano in ombra e non riusciva a distinguerne il colore, ma sembrava secondario, se comparati con le labbra lucide e rosee. Merda. È stupenda…
Sam è bellissima e delicata, solare e timida, così diversa dalle ragazze a cui Mason è abituato da catturarlo subito in una rete da cui non riuscirà più ad uscire, neanche quando scoprirà davvero quanto diversa sia Sam. La scoperta della reale natura di Sam lo getterà nel panico ma lo costringerà anche a scegliere se rimanere per sempre intrappolato nelle proprie convinzioni o ridefinire se stesso in base ai sentimenti che il proprio cuore grida a gran voce.
Lui la fece stendere. Sentiva che era disteso accanto a lei e percepì la carezza delle sue dita sul mento, la barba che gli grattava appena la pelle. «Apri gli occhi, Sam. Guardami.» Non voglio. Non voglio non voglio non voglio. Li aprì, con lentezza, e ciò che vide le spezzò il cuore: Mason le sorrideva con una dolcezza incredibile […]. Poi la baciò.
Dall’altra parte dell’equazione abbiamo Sam. Timida e gentile, è pronta a tutto per rendere felice il proprio padre, anche seguirlo in uno sperduto paesino dell’Idaho. Ciò a cui non è preparata è l’attrazione che sente nascere per il suo futuro fratellastro Mason, attrazione reciproca e che il ragazzo sembra ben deciso ad assecondare. Sam non sa che Mason è all’oscuro della sua reale natura, e rimane profondamente ferita dalla reazione del ragazzo nel momento in cui la verità gli viene inequivocabilmente rivelata.
Sam vorrebbe odiarlo ma non può, e Mason saprà, una volta venuto a patti con se stesso, riconquistarne la fiducia e catturarne definitivamente il cuore.
Cosa avevo in testa? Cosa ho fatto? Ma la porta della sua stanza si spalancò subito e Mason fece irruzione, baciandola a sua volta. Un vero bacio, non quella cosa apatica che era riuscita a produrre lei. Le strinse il volto fra le mani, facendola sentire così preziosa, e quando si tirò indietro, le sorrise.
«Ti prego, non prendermi in giro.» Quello di Sam fu solo un sussurro. Sentì di avere le lacrime agli occhi e sperò che non cadessero. «Io sono fatta così […] Quindi, se ti aspetti che io diventi come tu mi vuoi nel giro di poche settimane… non succederà. Forse mai.»
Mason le sfiorò il mento con le nocche, rialzandole il viso. «Non so cosa mi aspetto da te […] So solo che mi piaci e non ce la faccio più.» «A sopportarlo?» «A ignorarlo.»
E qui mi fermo. Perché già ho detto troppo, perché questa storia è come un fiore che si schiude ai nostri occhi lentamente, rivelando le molteplici sfumature dei propri petali fino ad arrivare allo sgargiante cuore interiore.
É principalmente una storia di crescita, di presa di coscienza di se stessi e di ciò che si vuole essere.
È il racconto di come ciò che ci appare non sempre è ciò che è, ma, in fondo, al nostro cuore non importa di nulla se non di amare.
Ho apprezzato ogni sfumatura di questo libro: dalla caratterizzazione di Mason alla descrizione di suoi travagli interiori; dalle apparizioni dei protagonisti del primo volume, che qui anche se secondari ricoprono comunque ruoli importanti all’interno dello svolgersi della vicenda, all’inserimento di nuovi personaggi che lasciano aperti interrogativi interessanti.
E naturalmente ho amato tanto Sam. Come nel precedente libro, avevo alcune idee preconcette, e come sempre l’autrice è riuscita a distruggerle per creare qualcosa di nuovo e realistico, qualcuno da poter amare e comprendere.
Sam sospirò: «È la Morfo blu!» Si voltò verso Mason, che le stava alle spalle. «Ne parlavano nel video che abbiamo visto. La Morfo! È bellissima!» Era l’essere più bello che avesse mai visto, così delicata ma allo stesso tempo forte, con le ali grandi e robuste rispetto alle sue fragili compagne. Quando le teneva chiuse, sembrava banale, di un semplice marrone simile a quello dei tronchi su cui si mimetizzava, ma quando volava, risplendeva di un colore acceso, unico fra tutte le altre farfalle. […]
Sam la seguì con lo sguardo. Si accigliò rendendosi conto che la Morfo era come lei: ciò che si vedeva all’esterno non era neanche lontanamente paragonabile a quanto si celava all’interno, al sicuro fra le sue ali chiuse. Sono come una farfalla. Una strana farfalla, anormale nella mia unicità. Uno scherzo della natura?
Sam ha sedici anni; è una ragazza come tante, timida e dolce, innocente potremmo dire, che si trova alle prese per la prima volta con gli sconvolgimenti dell’amore tipici dell’adolescenza. E non importa se la natura ha deciso di giocarle uno “scherzo” alla nascita, ciò che conta davvero è ciò che prova dentro di sé e che noi lettori sentiamo di lei: mai, nemmeno per un secondo, si perde la percezione che Sam sia una ragazza. Mai. Neanche quando verso la fine si troverà a fare i conti con un aspetto della propria natura che non aveva mai preso in considerazione prima di incontrare Mason.
Sam non viveva nel 1940. Sapeva cosa era il sesso e anche come si faceva, almeno in linea teorica. Semplicemente non aveva mai pensato che lei lo avrebbe provato, almeno non così, con gli attributi fisici con cui era nata. Non aveva mai immaginato di avere la forza di aprirsi con qualcuno quando era ancora a metà, sospesa fra maschio e femmina. Ora che stava succedendo, era al tempo stesso eccitante e spaventoso.
Ora rimango in attesa del prossimo capitolo di questa serie, sicura che ancora una volta l’autrice saprà stupirmi e coinvolgermi come ha fatto finora.
Recensore
Editing
Credit FanArt: Alexander Ludwig, Andrej Pejic.
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