♦ Traduzione a cura di Claudia Milani
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Damianos di Akielos è tornato.
Ora che la sua identità è stata svelata, Damen deve affrontare il suo padrone, Laurent, come Damianos di Akielos, l’uomo che il principe di Vere ha giurato di uccidere.
Sull’orlo di una battaglia epocale, il futuro dei loro due regni è in bilico. A sud, l’esercito di Castor si sta radunando, mentre a nord le forze del reggente si mobilitano per la guerra. L’unica speranza di Damen è allearsi con Laurent per sconfiggere insieme i loro usurpatori. Ma anche se la fragile fiducia che condividono resisterà alla rivelazione della vera identità di Damen, sarà sufficiente per sventare l’ultimo e più spietato piano del reggente?
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Abbiamo lasciato Damen alla fine de “La mossa del principe” a una svolta e in una situazione sicuramente difficile, ma con un fondo di speranza. Abbiamo notato degli spiragli di luce nella complessa convivenza con Laurent, e abbiamo visto qualche aspetto sorprendente dell’algido principe.
E quindi non siamo pronti alle montagne russe che ci attendono. Con sapiente crudeltà la Pacat ci trascina in un vortice di emozioni travolgenti: dolore, rabbia, delusione ma anche quell’emozione che stritola le viscere e strappa una lacrimuccia.
«No. Non sono qui per…» cominciò l’altro. «Sono qui e basta.»
Quanto di quello che abbiamo creduto è vero? La fiducia di Damen in Laurent è ben riposta o no?
Tante sono le domande che hanno bisogno di una risposta, tanti gli intrighi ancora da svelare. E tutto questo insieme al desiderio di vedere Damen e Laurent lottare insieme per i loro regni, per combattere contro chi sta cercando di privarli dei loro legittimi troni e, perché no, vederli insieme. Perché sappiamo già che si completano e l’attrazione che provano uno per l’altro è palpabile.
Laurent non lo guardava in viso, ma teneva gli occhi fissi sulla sua nudità. Aveva le labbra socchiuse e la tensione era chiaramente visibile in lui ora che era così vicino alla sua causa. Poi, Damen sentì il primo soffio del suo fiato contro la pelle. Lo avrebbe fatto. Se vedi una pantera aprire le fauci, non gli metti davanti il tuo arnese. Damen non si mosse. Smise di respirare. Laurent aveva posato una mano sul suo corpo e lui non poté fare altro che restare lì, i palmi appiattiti contro il muro alle sue spalle. L’idea stessa che il frigido principe di Vere potesse desiderare di succhiarlo era inconcepibile.
La minaccia che incombe ormai è vicina, la narrazione procede veloce, gli intrighi si svelano ma altri ne nascono, personaggi secondari ritornano e si rivelano pedine importanti sulla scacchiera. Mentre si corre e ci si scervella per districarsi nelle mille rivelazioni, ecco che ogni tanto ci viene concesso un momento di emozione pura.
Come già ci ha abituati, l’autrice con piccoli meravigliosi tocchi, senza sprecare nemmeno una parola, riesce a farci vedere Damen e Laurent, non solo fisicamente, ma anche le loro anime si svelano attraverso la sua penna magica. E quando pensi di aver capito tutto, in particolare dell’enigmatico Laurent, ecco che qualcosa ancora ti sorprende…
Era come guardare un cinghiale cercare di afferrare l’azzurro della volta celeste. Damen ricordava perfettamente la sensazione di essere costretto a piegarsi alla volontà di Laurent. Il principe non era mai dovuto ricorrere alla forza per farsi obbedire, così come non aveva mai avuto bisogno di farsi amare per ottenere ciò che voleva. Laurent raggiungeva sempre il suo scopo perché, quando qualcuno cercava di resistergli, scopriva di essere stato, amabilmente, superato in astuzia e di non potersi più opporre.
Non vi rivelerò nulla della trama, troppo il rischio di rovinarvi il piacere di una lettura che toglie il respiro e incanta.
Damen e Laurent hanno ancora molto da raccontarci, da crescere e da fare. Sono due personaggi caratterizzati perfettamente nella loro diversità. Il talento dell’autrice si rivela quando ti accorgi che riesce a farti amare un personaggio come Laurent così ambiguo, in contrasto con un protagonista facile da apprezzare come Damen, orgoglioso, onesto e giusto. Damen è il fratello che tutti vorremmo, a volte ti fa arrabbiare per la sua incapacità di vedere gli intrighi, mentre Laurent beh… è genio puro. È malizia, astuzia e elegante, ma travolgente, sensualità.
Damen è forza, è un comandante, un guerriero esperto, fisicamente imponente.
Era bello testare i propri limiti fino allo stremo. Sentire lo sforzo in ogni tendine, mentre costringeva ogni muscolo a fare il suo dovere. Aveva bisogno di ripetere gesti semplici e sentire di avere ancor il controllo in quel coacervo di sotterfugi repellenti, inganni, e di uomini che combattevano con le parole, le ombre e il tradimento. Continuò il suo duello immaginario finché non cominciò a pensare soltanto con il corpo e non sentì altro che il bruciore dei muscoli, il pulsare del sangue, il pizzicore del sudore. Finché tutto il suo universo non si ridusse a un’unica cosa: il potere solido dell’acciaio, foriero di morte. Quando fece una pausa e finalmente si fermò, nella sala non si udivano altro che il silenzio e il suono del suo respiro.
Laurent è eleganza e sotterfugio, e dietro il suo aspetto gelido e insensibile si nasconde una persona in grado di comprendere perfettamente le emozioni umane, mentre allo stesso tempo cela le sue.
Laurent esibiva la polsiera con grande disinvoltura. Non aveva padroni, lui, e l’arroganza aristocratica del suo portamento non faceva altro che ribadirlo. Aveva sempre posseduto il contrassegno innato dell’intoccabilità. Seduto su quello scranno imbottito, mostrava una grazia impeccabile. Il profilo marmoreo dai tratti finemente cesellati e gli occhi gelidi ricordavano quelli di una statua. L’idea stessa che avrebbe permesso a qualcuno di possederlo era inconcepibile.
Ma non ci sono soltanto i protagonisti: anche i personaggi di contorno sono perfetti, hanno un ruolo importante e sono ricchi di sfaccettature. Nessuno in questo libro è esattamente quello che sembra all’inizio, tanto che alla fine gli intrighi dentro altri intrighi rischiano di far smarrire il lettore in un labirinto… ma anche questo rende il libro unico.
Come Damen con Laurent, anche il lettore alla fine è catturato inesorabilmente, e sollevati gli occhi dall’ultima riga (in un finale che lascia il desiderio di qualcosa in più, per quanto sia un finale) si sente come lui, con qualcosa che manca….
Si era abituato a una vicinanza effimera, come il lampo di euforia in un paio di occhi azzurri che per un attimo incrociavano i suoi. Tutte quelle sensazioni si aggrovigliavano dentro di lui, serrandosi, uccisione dopo uccisione, in un unico nodo inestricabile.
Un libro da leggere e anche rileggere, per capire fino in fondo, forse la seconda volta un pochino più lucidi, non in preda alle emozioni continue: un’atmosfera incantata, un’ambientazione che fa della mancanza di puri elementi fantasy la sua magia, una storia che non annoia mai, personaggi stupendi…
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