Omicidio: dal vivo e in Technicolor!
Un incarico sotto copertura dona a Jason West, agente FBI della squadra Crimini artistici, l’illusione di essere al sicuro dal suo stalker, il dottor Jeremy Kyser. Sebbene la storia del cinema e la conservazione delle pellicole non siano la sua area di competenza, si ritrova intrigato dal caso di un’insegnante della UCLA con legami importanti la cui famiglia pensa sia stata uccisa dopo aver scoperto un leggendario film poliziesco degli anni Cinquanta perduto.
Nel frattempo, dall’altra parte del Paese, il capo della Unità analisi comportamentale Sam Kennedy riceve notizie inquietanti: il Roadside Ripper, il serial killer che lui crede abbia ucciso il suo ragazzo del college, potrebbe non aver agito da solo.
Questo quinto volume della serie “L’arte del delitto” è un atto d’amore verso il cinema, soprattutto verso quello poliziesco e noir, e vede impegnato Jason in un’indagine a Los Angeles, alla ricerca di un film perduto per il quale sembra che sia stata assassinata una docente universitaria. Gli strascichi del caso precedente si fanno ancora sentire e la rinnovata fiducia tra Jason e Sam è ancora fragile, o perlomeno appare così agli occhi di Jason, forse più per colpa sua che per gli effettivi comportamenti del compagno.
Sam è cambiato molto nell’arco della serie: resta un uomo all’apparenza freddo e distaccato, ma i suoi sentimenti per Jason ormai sono chiari e forti, così come la sua fiducia in lui. Eppure Jason ha ancora dei momenti di incertezza, portare avanti una relazione a distanza a causa del lavoro non è facile e sente il bisogno di un cambiamento. In questo romanzo si percepisce che la loro relazione è matura ed è arrivato il momento di viverla in modo diverso, perché entrambi hanno bisogno di qualcosa di più, di scegliere, forse per la prima volta, l’amore e non il lavoro. Bisognerà aspettare il prossimo libro per scoprire come si evolverà la situazione, perché questi due uomini meritano il loro lieto fine.
Come altre volte in passato, Josh Lanyon ha intrecciato questa storia con altre scritte in precedenza, inserendo un film misterioso chiaramente legato al suo noir “Angeli all’inferno”, ambientato negli anni Quaranta, e ricollegandosi di nuovo, come già nel primo volume della serie, con l’indagine di “Omicidio d’inverno”, in cui compare Sam e si parla del killer che ha ucciso il suo ragazzo. I vari agenti dell’FBI presenti nei romanzi di Lanyon si conoscono o hanno lavorato insieme; non sempre è facile cogliere tutti i riferimenti, magari perché i libri sono stati letti a distanza di anni, ma è evidente come vivano tutti in un unico universo narrativo condiviso, particolare che apprezzo molto e mi fa amare ancora di più la scrittura di Lanyon. Il modo in cui costruisce i misteri e le indagini, il lento scoprirsi dei suoi personaggi, la fragilità nascosta dietro gelide facciate professionali, la dolcezza di piccoli gesti e frasi sospese tra gli amanti: questa autrice si è conquistata un posto speciale tra gli autori di romance mm, perché scrive da molti anni e, a mio giudizio, continua a migliorare.
Risolta l’indagine legata al film, restano due interrogativi in sospeso, che si proiettano verso quello che sarà, stando alle dichiarazioni di Lanyon, il romanzo conclusivo della serie: il Roadside Ripper forse aveva un complice, responsabile dell’omicidio che tormenta Sam, e Jeremy Kyser non ha smesso un istante di spiare Jason, forse preparandosi a colpire. Due sviluppi molto inquietanti, che ci fanno attendere quel libro con ancora più trepidazione.
Recensione a cura di:
Editing:
Qui le recensioni dei primi romanzi della serie.
1 Gli omicidi della sirena
2 Gli omicidi di Monet
3 Gli omicidi del mago
4 Gli omicidi dei Monuments Men
5 Gli omicidi della città dei sogni
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