Feel The Book | Recensione – “Cala il sipario” di Josh Lanyon (#2 Holmes & Moriarity)

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Una micidiale caduta da scale ghiacciate rischia di rivelarsi la scena finale per Anna Hitchcock, l’“Agatha Christie americana”.

La richiesta d’aiuto dell’anziana mentore interrompe il week-end romantico che lo scrittore di gialli Kit Holmes sta passando insieme al nuovo compagno, J.X. Moriarity, procurandogli un incarico da detective dilettante in un’elegante dimora di montagna isolata dalla neve.

Sfortunatamente, un astuto killer è di nuovo un passo avanti a Kit…

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Dentro ero ancora un quarantenne sciatto che scriveva gialli tranquilli, con protagonista un’investigatrice zitella di cui non interessava a nessuno, mollato sia dall’editore che dal fidanzato nell’arco della stesso anno.

Secondo volume di una splendida serie che in patria è arrivata al quarto capitolo e che spero verrà tradotta nella sua interezza anche in Italia.

Come nel precedente romanzo, anche in “Cala il sipario” la Lanyon ci descrive con caustica ironia un lato nascosto del mondo editoriale e lo fa piuttosto bene. Talentuosi scrittori esordienti, scribacchini con poco talento, ma non per questo meno agguerriti, e vecchie glorie che si sono adagiate sui loro precedenti successi. Tra questi ultimi troviamo Kit Holmes, il nostro non proprio simpatico protagonista, e la sua mentore Anna Hitchcock, che chiede il suo aiuto convinta che qualcuno la voglia uccidere.

Gli ingredienti per un ottimo mistery ci sono tutti: una villa isolata dalla neve, un gruppo di persone con interessi simili ma dai caratteri completamente diversi, due tentativi di omicidio ai danni di una donna anziana e un investigatore dilettante alle prese con una crisi professionale ed esistenziale.

Stranamente, il mio pensiero principale non fu che avrei potuto morire, ma che non avrei mai più rivisto lui. Non andava bene. Non andava bene tenere così tanto a qualcuno.

La trama è interessante e i vari personaggi (e possibili sospetti) vengono caratterizzati abbastanza bene, ma forse in maniera un po’ superficiale. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più su tutti loro, visto che di alcuni si perdono le tracce troppo presto per diversi motivi. Si arriva piuttosto velocemente a un finale agrodolce che avevo capito quasi da subito, ma la strada per arrivarci è piena di momenti di pathos, di scrittura magistrale e di perfette descrizioni ambientali, per non parlare dei vivaci battibecchi tra Holmes e Moriarity.

La scelta dell’autrice di non farci conoscere il punto di vista di J.X., – che peccato! –relega questo intenso personaggio a un ruolo secondario, praticamente una “spalla” alla quale il nostro investigatore dilettante si appoggia ben volentieri. A dire il vero non si appoggia solo alla sua spalla e i momenti hot tra di loro sono quelli che ho preferito nel libro. Dolci e sensuali in maniera struggente e mai volgare. Adoro il modo di scrivere le scene di sesso della Lanyon e non mi stancherei mai di leggerle.

[…] mi coprì la bocca con la sua. Sentii un groppo in gola. Non ero abituato al fatto che… qualcuno tenesse così tanto a me. Mi toccava in un modo che non mi sarei mai aspettato.

Indubbiamente l’autrice non si sforza molto per farci amare Kit, ma va bene così, perché non tutti siamo perfetti e ci sta che un uomo sulla quarantina tenda a chiudersi in se stesso al limite della crudeltà verso Cassandra chi gli sta accanto. La profonda insicurezza, l’oggettiva crisi professionale e l’avanzare dell’età certo non aiutano. Mi è piaciuto di più J.X., anche se riusciamo a vederlo solo con gli occhi di Kit e non ci viene data la possibilità di conoscere i suoi pensieri. Se potessimo farlo, sono certa che capiremmo ancora prima il colpevole.

In conclusione questo libro mi è piaciuto, anche se non quanto il precedente. La prosa della Lanyon è come sempre impareggiabile e ne consiglio la lettura.

Voto 4 stelle