♦ Traduzione a cura di Raffaella Arnaldi
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Il vero amore non sempre scorre dritto come un fiume limpido. Ma a volte sporcarsi è già metà del divertimento.
Adam Ellery, dottorando in entomologia, incontra Denver Rogers, una massa di muscoli sexy, il quale senza grande sforzo si sbarazza dei confratelli ubriachi che stanno dando fastidio ad Adam nella lavanderia automatica di Tucker Springs. I ringraziamenti si trasformano presto in flirt, e poi, per la gioia di Adam, in sesso rovente consumato sul tavolo della lavanderia.
Anche se il suo lavoro come buttafuori in un bar gay gli concede sempre ampia scelta tra svariati secchioni sexy, Denver non riesce a togliersi il ragazzo dalla mente. Adam sembra aver bisogno di giocare pesante, proprio come Denver, ed è difficile dire di no a un’accoppiata così perfetta.
Ma Adam non è solo timido: soffre di disturbo ossessivo-compulsivo e di ansia, problemi che hanno rovinato la sua precedente relazione. E sebbene Denver sia in grado di sollevare un mucchio di studentelli come fossero pesi liberi, ha alle spalle un passato di abusi e, inoltre, prova terrore all’idea di prendere il diploma. Né Denver né Adam hanno voglia di mettere in mostra i propri panni sporchi, ma per poter stare insieme dovranno vuotare il sacco.
Heidi Cullinan è un’autrice orgogliosa di appartenere al primo stato del Midwest ad aver legalizzato il matrimonio omosessuale. È sempre stata un’amante delle storie d’amore e dedica la sua professione di scrittrice a descrivere storie a tematiche LGBT+, perché sostiene che non ci sono abbastanza storie di questo tipo.
È un’autrice che non avevo mai letto e sono felice di averla scoperta tra i nomi di L.A. Witt e Marie Sexton; non è un segreto il mio amore per queste due grandi autrici e mi fa ancora più piacere inserire anche Heidi Cullinan tra le proposte interessanti da consigliare.
Tucker Springs è ancora la meta del nostro percorso letterario alla scoperta di questa serie frizzante ed energica. In questo capitolo vi troviamo note sulla tematica BDSM e, pur restando gradevole e non centrale, ne consiglio la lettura agli amanti ed appassionati: è facile cadere nell’incomprensione di alcune dinamiche. A chi invece non apprezza questa tematica devo dire… non spaventatevi, siate temerari e abbattete quei piccoli pregiudizi che vi bloccano per leggere qualcosa di più intenso, rischiate di perdervi una storia meravigliosa!
La scena si apre nella lavanderia a gettoni, quella che già abbiamo avuto modo di vedere nel precedente capitolo con El, e qui, ad aspettarci con le sue riflessioni, troviamo un esile entomologo biondo di nome Adam Ellery che è stato preso d’assalto da un gruppo di ragazzi, appartenenti a chissà quale confraternita. La baldoria dei giovani, già alticci di alcolici, si è spostata tra la biancheria del poveretto. Tra insulti di vario genere e qualche spintone, a salvare il fragile Adam arriva Denver Roger: il buttafuori con la sua stazza imponente e un’altezza vertiginosa mette in fuga i ragazzi.
È buffo come il mito del salvatore preveda sempre un esile e fragile ragazzo ed un massiccio e muscoloso uomo. Aaaah l’amore dei libri, che piacevole e romantica avventura!
Tra i due c’è subito un interesse e, tra una chiacchiera e l’altra, Denver scopre che Adam oltre ad essere un bel ragazzetto è un entomologo appassionato degli impollinatori. Il tutto viene armonizzato tra l’imbarazzo del giovane e la sicurezza bruta di Denver.
Lo sguardo duro dell’uomo gli fece venire voglia di darsela a gambe e allo stesso tempo di aprirle. Era per metà dentro l’asciugatrice e intrappolato tra la porta di quella di Denver, la propria e l’uomo. Una tonnellata di cowboy sexy e muscoloso gravava sopra di lui, senza dire una parola né – in realtà – guardandolo minaccioso, ma semplicemente… osservandolo. Il mondo scomparì finché non rimasero altro che il suo corpo esile e quello massiccio di Denver, più le salviette umide sotto il suo culo. Denver non si mosse, non avanzò, né retrocesse. Lo fissava e basta. Lo stava valutando? Era in attesa? Adam non avrebbe saputo dirlo, ma qualcosa gli fece capire che la mossa successiva spettava a lui. A quell’idea fu colto da una paura ambivalente: paura di essere rifiutato, per rabbia o per disinteresse, e paura di aspettare troppo a lungo e perdere l’occasione di avvicinare a sé quell’enorme corpo.
Dalla descrizione di Denver capiamo la sua natura da Dom fin dai primi capitoli, ma quello che affascina di più è la cura dei dettagli che Heidi Cullinan conferisce a questo personaggio. Adam è stregato dalla sua forza e dai suoi modi di fare, e mai avrebbe pensato di giocare con qualcuno in una lavanderia.
Anche se non ci sono elementi tipici del BDSM, quali fruste, catene o pelle, la scena si svolge con coinvolgente sottomissione di Adam.
Veniamo trascinati dal disturbo ossessivo-compulsivo di Adam: il ragazzo viene condizionato a seguire delle logiche di difficile comprensione e soltanto l’aiuto di Denver riesce a far zittire le voci nella sua testa.
Un elemento che mi è piaciuto molto della personalità di Adam è l’istintività, anche se in più momenti veniamo sballottati nei suoi ragionamenti e stati di panico. Mi è piaciuta la sua continua ricerca nel reagire al suo disturbo, la continua lotta per migliorare le sue piccole stranezze, per ottenere delle vittore sulla vita di tutti i giorni.
L’amore ci spinge a commettere follie e altre volte ad amare ogni lato, anche il più strano, dell’altro. Qui l’amore vince su tutto ed è questo quello che conta più di ogni singola pagina o parola. C’è amore e si vede. Si percepisce e avvolge con la tenerezza che soltanto un amante sa ottenere dalla complicità di ogni singolo istante.
Una cosa che mi ha lasciato piacevolmente stupito è il continuo richiamo alle precauzioni e ai comportamenti a rischio nel sesso, in una chiave dinamica e mai forzata. I rimandi sono molto velati e questo rende la combinazione vincente. Questo elemento mi ha attratto tantissimo, specie per i miei interessi in tema di prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, perché è il primo romanzo che leggo dove si parla di sesso orale protetto. Ci focalizziamo nel sentenziare che il preservativo all’interno dei romanzi deve essere un elemento essenziale, ma in moltissimi romanzi l’uso che ne viene fatto è parziale o addirittura mal utilizzato; mi rendo conto che incentrare una scena sulla prevenzione, e far ricorrere la parola preservativo, affievolisca l’intensità della passione e spenga quel patos dettato dall’istante, ma in questo romanzo ogni dinamica l’ho trovata perfetta e di gradevole lettura.
Un romanzo intenso, coinvolgente ed energico, dove l’amore segue strade difficili per ottenere quell’evasione dalle regole della logica o della paura di affrontare il mondo.
È un percorso tutto in salita tra Adam e Denver, ma quando si arriva all’ultima pagina si ha quasi il dispiacere di chiudere il libro. Questo sentimento non è dettato da un brutto finale, perché esso rende giustizia a tutte le pagine che lo precedono, il dispiacere nasce nella coscienza di non poter più entrare a osservare l’amore tra Adam e Denver.
Ero così preso durante la lettura da dimenticare la realtà per lasciarmi catturare tra le vicende di Tucker Springs. Ci si affeziona subito ad Adam, così fragile e da proteggere, si è lì a leggere con la voglia di difenderlo, di spronarlo a reagire, ma soprattutto a supportarlo.
È un crescere continuo e più si avanza con la lettura e più ci si innamora, e poi Denver… un uomo tutto da scoprire. Voi cosa aspettate?
Un libro che vi consiglio di leggere e scoprire, ma non dimenticate i precedenti capitoli della serie!
Recensione
Editing
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