Acquistabile qui.
Mentre è ancora in lutto per la perdita dei suoi genitori, Daniel Donnelly riceve la chiamata inaspettata di una zia che non ha mai incontrato e che, di punto in bianco, gli affida il controllo della fortuna di famiglia e della tenuta dei Donnelly, Timber Manor. Anche se suo padre lo aveva sempre tenuto all’oscuro del passato del loro nome, la curiosità e il bisogno di ritrovare la sua famiglia portano Daniel a fare un tuffo nel passato.
Nascosta in un’area remota del nord-ovest, nel corso degli anni Timber Manor è diventata un luogo silenzioso. Le sue camere vuote ospitano solo vecchi mobili coperti da teli bianchi e impolverati. Quando Daniel arriva e sua zia avvia il restauro della casa in suo onore, strani avvenimenti iniziano a scuotere la quiete della magione. Daniel viene perseguitato da incubi e ricordi che non sono i suoi. Tornata in vita con tutte le tragedie del suo passato, Timber Manor minaccia di schiacciarlo sotto il peso della sua storia.
Lo sceriffo Hale Davis è cresciuto lavorando nella tenuta dei Donnelly. Nel vedere Daniel in difficoltà, giura di proteggere l’uomo che ha catturato il suo cuore e di aiutarlo a svelare il mistero che si cela dietro alla maledizione e a confrontarsi con il passato: non c’è in gioco solo la vita di Daniel, ma anche la salvezza della sua famiglia.
by Persefone.
Da qualche parte nella casa, quello che era più di un semplice ricordo iniziò ad agitarsi.
“La maledizione di Timber Manor” è il primo volume della serie “Memorie delle ombre umane”. Incrocio tra un romanzo MM e uno Horror, questo libro riesce a conciliarli con ottimi risultati anche se qualche parte avrebbe potuto risultare più snella.
La trama ruota attorno a un classico dell’horror, la casa posseduta, e l’autore riesce ad alternare le pagine ricche si pathos e tensione tipiche del genere con momenti di assoluta tenerezza, in cui abbracciamo la storia d’amore che nasce tra il protagonista, Daniel, e Hale, il giovane sceriffo della città in cui si trova Timber Manor.
Una trama quindi molto sfaccettata che, come ho detto, inciampa solo in alcuni passaggi dove perde un po’ di smalto ma mantiene comunque il giusto livello di suspense, quel brivido che corre lungo la schiena che ogni appassionato di horror cerca.
Il romanzo si apre con Daniel che affrontata l’improvvisa morte dei propri genitori; si ritrova a dirigersi verso la casa di famiglia, Timber Manor appunto, a conoscere per la prima volta la sorella di suo padre, Carol.
Scopre di essere l’ultimo erede di una famiglia ricca ma non solo, perché la casa e la sua famiglia nascondono pesanti segreti che hanno provocato lutti e disgrazie.
Ovviamente per conoscerli dovrete leggere il libro, ma posso comunque anticiparvi che l’autore ha ben curato la concatenazione degli eventi e i particolari legati alla magia e all’aura negativa che circonda la casa.
Attingendo ad antiche leggende dei nativi americani, ci trasmette immagini ben definite del bene e del male, curando le descrizioni di chi li rappresenta e cerca di proteggere o invece distruggere e infestare casa e individui. La descrizione dello spirito infestante, o meglio redivivo, è particolareggiata e ben costruita, da brividi insomma.
La parte horror è ovviamente quella che tiene banco nella storia: il lettore vuole arrivare in fondo alla cosa, vuole scoprire come i nostri protagonisti potranno combattere e salvarsi in quello che si rivelerà un conflitto duro. Detto questo, ovviamente la parte romance ne rimane apparentemente un po’ penalizzata, ma molte pagine permettono di affrontare con animo meno oppresso il seguito.
Daniel e Hale si vedono, si piacciono all’istante e la loro storia prosegue senza intoppi, se non contiamo i tentativi di un ectoplasma di eliminarli. Sono due uomini che si cercano e trovano nell’altro la giusta spinta per proseguire lo scontro e uscirne senza ossa rotte.
Ben sviluppata anche la parte erotica, profondamente legata ai sentimenti. Una storia quindi che riesce a soddisfare ampiamente gli amanti dei generi che la costituiscono. Un nuovo autore sul mercato italiano che si è presentato decisamente bene: aspetto di scoprire quali altre ombre umane ci parleranno di sé.
by Chibi.
I ricordi sono una costante della vita degli uomini. Possono essere belli o brutti, allegri o tristi. Possiamo accoglierli, studiarli, usarli come una calda coperta consolante o come fonte di insegnamento. Possono essere nitidi o sfocati, raramente fedeli alla realtà poiché filtrati dalle emozioni che li accompagnano. Possiamo allontanarli, seppellirli, confinarli nell’oblio perché troppo crudi, angoscianti, terrorizzanti.
Tutto questo Daniel lo sta provando sulla propria pelle dal giorno della tragica morte dei suoi genitori, costretto a convivere con i ricordi dolci e amari del padre; impreparato ad affrontare un’eredità di cui non conosce praticamente nulla; determinato a non lasciarsi sfuggire la promessa di un amore inaspettato quanto potenzialmente magnifico.
Le sue parole mi travolsero come un treno in corsa e, prima ancora che me ne accorgessi, mi si formò un nodo alla gola e stentai a respirare, colpito violentemente da una rincorsa di emozioni. Mi portai una mano agli occhi per coprirli, mentre con l’altra mi tenevo alla parete della stalla. Mi sfuggì un gemito dalle labbra. Cazzo, non piangere adesso, pensai. Resisti. Manda giù tutto. Non qui. Non qui! Ma la stanchezza degli ultimi mesi, gli ultimi giorni in strada, una nottata terribile e il pensiero di essere finito in una nuova vita non mi lasciarono scampo. Improvvisamente non ero più nel bel mezzo di una stalla. Niente più cavalli, niente più Hale, niente più Oregon, né Timber Manor. Mi trovavo fuori dalla mia classe, con il poliziotto che era venuto a parlarmi, ero all’obitorio e osservavo i corpi dei miei genitori attraverso un monitor sulla parete, ero da solo nella casa dei miei genitori a meditare su una vita che mi era stata strappata. Tutte le loro cose erano rimaste dove le avevano lasciate, fino a quando avevo chiamato un’impresa di traslochi per spostarle in un deposito. Ed eccomi alle pompe funebri, una sala rosa dal forte profumo di fiori morti e riempita da musica gospel, un suono metallico che veniva dalle casse sulla mia testa. Strette di mano, espressioni tristi, parole sommesse di amici e colleghi che ripetevano sempre le stesse frasi. «Mi dispiace.» «Daniel, ci dispiace così tanto.» «Mi dispiace, amico.» «Daniel, sono tua zia, Carol. Mi dispiace tanto, tesoro.» «Danny, stai bene?» Il calore delle lacrime che mi scendevano lungo le guance mi stava riscaldando il viso. Non ero in grado di fermarle. Le emozioni si stavano sprigionando in me con la stessa forza impotente con cui un ubriaco è consapevole che il suo veleno preferito provocherà inevitabilmente conati di vomito. Come se il mio cuore mi stesse dicendo «Già, abbiamo raggiunto il limite. Ora non ti resta che piangere.» Cosa che feci. Dio se lo feci. Piansi poggiato a una mangiatoia, il corpo che gettava fuori tutto il dolore e l’incredulità che erano fermentati in me nelle ultime settimane. Non potevo fare altro che cercare di tenermi in piedi.
Tutto questo lo sa anche Carol, determinata a prendersi cura del nipote, così simile all’amato fratello, anche a costo di tacere sul tragico passato della famiglia Donnelly, e sul proprio futuro segnato dalla malattia.
«Di sicuro quella creatura è sparita per sempre. Non ne vedo traccia da anni,» affermai a me stessa, ancora una volta a voce alta, tentando di bandirne il ricordo appena ci ripensai. La creatura era scomparsa.
Ciò che però entrambi non sanno è che i ricordi possono anche uccidere.
La Creatura era nei ricordi di qualcuno, e la cosa la fece ridere, mentre l’energia di quei ricordi lentamente le donava potere. Fuori, i lupi ululavano, i loro spiriti pregni di paura e rabbia. Si preoccupavano per lui, per quello che la Creatura gli avrebbe fatto. A ragione. La Creatura avrebbe fatto tutto il possibile per far impazzire il ragazzo, prima di ucciderlo.
Ed è proprio questo che sta accadendo a Timber Manor, dove una presenza oscura e malvagia si risveglia dall’oblio nel momento in cui l’arrivo di Daniel riporta a galla avvenimenti passati, una presenza crudele animata da un profondo rancore e una sete di vendetta insaziabile. Una presenza da cui tanti anni prima Michael Donnelly, padre di Danny, era fuggito.
Daniel si troverà presto a dover lottare per la propria sopravvivenza e la propria sanità mentale, nonché per la salvezza, non solo fisica, della famiglia che ha appena ritrovato e dell’uomo che il destino gli ha messo al fianco. Ma potrà vincere questa lotta solo se accetterà l’aiuto di qualcuno che conosce molto bene il lato più oscuro della realtà, qualcuno che tiene tra le proprie mani le Memorie delle ombre umane…
Hale riprese la parola. «Allora, Francine, saresti una medium? Sembri essere esperta di questa roba.» «Cosa vuole insinuare, sceriffo?» «Vorrei solo sapere cosa ci fai qui. Te ne vai spesso in giro ad aiutare le persone a sconfiggere i fantasmi?» Francine annuì e lo squadrò con aria pensierosa, stringendo gli occhi. «Sì, a essere sinceri, è proprio quello che faccio. Perché? Vuoi controllare le mie referenze?»
Devo dire che questo romanzo mi ha un po’ sorpresa. Mi aspettavo una cosa, e invece mi son trovata a leggere una storia diversa da come immaginavo, più complessa ed articolata di quanto pensassi. Se dovessi riassumere in poche parole, direi che è un’ottima storia di fantasmi, condita con una buona dose di drammi familiari e un altrettanto ottima storia d’amore.
Il mio bellissimo uomo se ne stava lì con l’aspetto di un sopravvissuto a un disastro aereo, con gli occhi spalancati e pieni di panico, la voce spezzata. Alla fine non si trattenne più, il viso gli si contrasse e iniziò a piangere. Non un pianto silenzioso. Tremava tutto, in balia dei singhiozzi. Si chinò su se stesso e mi poggiò la testa sul ventre, stringendomi forte con le braccia. Ne rimasi scioccato. «Oh, Hale, ti prego, no. Oh, amore mio, per favore.» Anche la mia voce vacillava per l’emozione. Mi misi seduto e lo tirai a me. Mi si legò al collo, piangendo, le sue lacrime bollenti e umide sulla mia pelle. «Non riuscivano a farti scendere la febbre,» singhiozzò ancora su di me. «Pensavo di perderti.» «Amore, non vado da nessuna parte,» riuscii a mormorare, più volte, mentre gli accarezzavo la schiena. Se mai avessi dubitato dei suoi sentimenti, ogni dubbio era ormai stato lanciato giù dalla finestra dell’ospedale per fare una fine orribile, spiaccicato sul marciapiede. Spero non ci sia rimasto nessuno sotto, pensai divertito.
La scelta dell’autore di dare voce a più personaggi separatamente, includendo oltre a Daniel e Hale anche Carol e altri, all’inizio mi ha un po’ lasciata perplessa e titubante (anche perché devo ammettere che già di mio amo poco le storie in prima persona). Superato però il disorientamento iniziale ne ho capito la funzionalità all’interno della storia, in quanto permette di farsi un’idea, se non proprio completa, almeno il più ampia possibile delle vicende e dei “perché” dietro alle azioni di ognuno di essi.
Una delle cose che più mi son piaciute è stato il tono malinconico, a tratti cupo, a tratti triste, che l’autore è riuscito ad infondere alla sua scrittura, perfettamente in sincrono con la storia: è come se riuscisse a farti sentire la pesantezza di un cielo pumbleo, l’odore della pioggia, l’elettricità della tempesta; come se ti facesse assaporare il disagio e il gelo del contatto col soprannaturale, la sensazione paralizzante che qualcosa di orribile sta per accadere.
Quindi, al di là della mia personale preferenza sui punti di vista, mi ritengo soddisfatta dalla lettura di questo primo capitolo di una serie che si prospetta decisamente interessante.
Ormai ero vecchia. Non che si notasse, ma non aveva importanza. Me lo sentivo nelle ossa e, malgrado il potere del libro, un giorno avrei dovuto passarlo a qualcuno anche io. Avevo avuto più amanti di quanti ne potessi contare, ma nessuno mi aveva dato un figlio, i medici mi avevano detto che non ne avrei mai potuti avere. Quindi avrei dovuto scegliere un successore.
Per entrambe le recensioni:
Editing:
&
The Haunting of Timber Manor, La maledizione di Timber Manor
Objects in the Rearview Mirror
Still Waters
Commenti
Nessun commento ancora.