More Stories (1 luglio 2019), acquistabile qui.
∼ristampa∼
Il giudice Arrigo Accorsi è un uomo tutto d’un pezzo. Svolge il suo lavoro diligentemente e si tiene lontano dalle donne.
Del resto, a cosa serve la compagnia del gentil sesso quando può passare le serate con Sally, il suo adorato cane?
Quando sua nipote gli prende un appuntamento dalla nota sarta Delia Toschi, però, tutte le sue certezze saltano.
Arrigo e Delia si rincorreranno dal primo momento, in una schermaglia amorosa che non risparmierà colpi e che insegnerà a entrambi il valore profondo della passione e dell’affetto.
– Oh no, questi erano, come dicevo, i preliminari. Adesso prendiamo le misure – affermò con calma la signora e alzandosi aggiunse – Può cominciare a spogliarsi.- In che senso?- Nel senso che si leva tutto a parte calzini e mutande.- Boxer – precisò lui.- I miei preferiti. Lo spogliatoio e di là. Io l’aspetto qui.Arrigo si diresse senza ribattere nello spogliatoio che era spazioso e arredato con tutti i comfort: specchio, appendiabiti, mensola, orologio a muro e una poltroncina imbottita rivestita di velluto azzurro polvere. Nell’aria un’essenza alla lavanda.Come previsto si spogliò, piegò i pantaloni seguendo la piega ben stirata e li appoggiò alla spalliera della poltrona, maglione e camicia li appese, le scarpe le accostò appaiate al muro. Prima di uscire si guardò allo specchio: boxer grigi e maglietta bianca, senza macchie né odori strani. Si passò una mano nei capelli e si appuntò mentalmente di non acconsentire mai più a nessuna delle stravaganti pensate di sua nipote Sofia.Considerò che fosse meglio uscire con passo deciso fingendo di essere vestito da capo a piedi, il fatto che la sarta fosse in piedi a braccia conserte e che lo squadrasse con occhio clinico non agevolò per niente la recita.- Be’ lei che fa ancora vestita? – provò a scherzare il giudice.- Non compro niente a scatola chiusa – gli rispose.- Mi aspettavo almeno una tutina di lattice…- Ho il metro in lattice – e lo srotolò con l’abilità di Cat Woman proprio sotto i suoi occhi.
Estratto dalla prima edizione.
– È solo una gatta nera. È per caso superstizioso? – riprese Delia.
– No, no. È che non riesco a non pensare che io e lei finiremo per sposarci e Sally vorrà mangiarsi la sua gatta… e non credo che questo influirà positivamente su…
La risata cristallina di Delia interruppe quella splendida catena di passaggi logici, Sefora si svegliò di soprassalto e, dopo aver riguardato per bene il maschio umano penetrato in casa, decise che era meglio per lei andare a dormire sul letto della sua padrona.
Trotterellando mollemente abbandonò il tinello.
– Perché dovremmo sposarci, scusi? – domandò Delia appena fu in grado di parlare senza ridere.
– Non ne ho idea, ma non faccio che pensarci. È molto fastidioso, mi creda.
– Le credo.
Il giudice piombò a sedere sul divano e lei lo seguì. Si era levata le scarpe e aveva raccolto le gambe sotto il sedere, la gonna stretta le si era arrampicata su per le cosce e la camicetta era sgusciata fuori dal giro vita. Nel complesso era un po’ meno impeccabile del solito, i capelli cominciavano a ribellarsi alle forcine e il fatto che non le importasse un accidenti che lui la vedesse così, era di per sé un segnale d’allarme.
Ancora più allarmante fu constatare che stava cominciando a sciogliersi i capelli e a posare le forcine nella ciotola sul tavolino come se fosse sola in casa. In pochi minuti i capelli color oro scuro le piovvero sulle spalle.
– La preferivo prima, – si lamentò Arrigo – ha un collo magnifico e adesso non riesco a vederlo.
– Sono desolata, ma non ne potevo più.
Chi prendeva in giro chi? Impossibile dirlo.
Dopo un’altra piccola pausa di silenzio, Delia proseguì la conversazione:
– Mi spiega perché si lamenta della mia gatta in vista di un eventuale nostro matrimonio, quando non meno di un’ora fa mi ha detto che non sopporta le donne e che non ha mai avuto nessuna relazione con una di noi?Arrigo dovette ammettere che la domanda era pertinente.
Estratto dalla prima edizione.
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