Dopo essersi trasferita da Los Angeles al Lago degli Ozarks, in Missouri, la detective Claire Morgan si è finalmente adeguata ai ritmi lenti della vita rurale. Questo fino a quando l’orribile omicidio di una celebrità in un resort ultra-esclusivo distrugge l’armonia di una tranquilla mattina d’estate.
Una delle clienti di più alto profilo del dottor Nicholas Black, una bella e giovane attrice di soap opera, viene trovata morta, attaccata con del nastro adesivo a una sedia davanti a un tavolo perfettamente preparato… sommerso nelle profondità del lago.
A Los Angeles, Claire indagava su gente ricca e famosa – e letale – ma non si sarebbe mai aspettata che certi eventi la seguissero anche in quella piccola città sonnolenta. Così come non avrebbe mai immaginato di oltrepassare il limite con il suo principale sospettato.
Sempre più coinvolta nel caso, Claire si ritrova attratta dal carismatico dottore. Per catturare il killer, però, dovrà avventurarsi nei recessi più oscuri della mente umana. Ma Black è lì per aiutarla o per attirarla sempre di più nella morsa di un pazzo?
Finalmente – FINALMENTE – oggi posso parlarvi di un thriller non scontato.
Non è scontato mantenere l’attenzione del lettore per tutto il libro, così come non è scontato che la necessità di “sapere”, nel finale, sia quasi un’ossessione che ti toglie il sonno; perché – eh, già – questo libro mi ha fatto albeggiare pur di conoscere il destino della nostra Claire.
Ma andiamo con ordine.
Claire è una ex detective della sezione omicidi di Los Angeles, un passato che vuole a tutti i costi cancellare e un caratterino non sempre facile da gestire. Nel tranquillo Missouri, però, si consuma un delitto efferato, proprio nel resort di Nicholas Black, uno degli uomini più influenti del paese.
Da qui partiranno le indagini che la spingeranno a riflessioni sempre più dicotomiche sul carismatico e affascinante dottor Black: cosa nasconde? Cosa la irrita tanto di quest’uomo e perché sembra così interessato a starle attorno e a coinvolgerla ancora di più nel caso? Perché quando qualcosa la spinge a non crederlo un assassino, capita sempre altro che la getta di nuovo nel dubbio?
Claire è quella che si può dire una donna tosta, sempre pronta al sarcasmo e, per i miei gusti, decisamente troppo umorale. Una buona prima parte del libro si concentra sui suoi pregiudizi nei confronti di Black e sul suo essere sempre sgradevole in sua presenza.
Black è un enigma in effetti: sempre composto, mai sopra le righe, un uomo potente che non manca mai di ostentare ciò che possiede e che manda su tutte le furie la nostra detective. Ma è anche pieno di fascino e attenzioni, ti inchioda con un solo sguardo ed è determinato quando si prefigge un obiettivo.
Onestamente ho odiato Claire per un bel pezzo, le sue battute continue mi davano ai nervi, perché dava l’impressione di ricercarle anche quando non era per nulla necessario, e tutti i pensieri concentrati su Black – e sullo scoprire i suoi altarini – avevano iniziato ad annoiarmi; si discostava dalla ricerca dell’assassino come se avesse già deciso che il misterioso psichiatra fosse il colpevole.
Piano piano la Ladd, però, ci porta nel suo mondo, ci fa scoprire dapprima i muri immensi che si è creata per nascondere ciò che la tormenta e alla fine ci racconta, con dolore, l’inferno che è stata la sua vita.
Black è ricco e famoso – ma anche umano, gentile e insistente, e con pazienza riesce a far breccia in quella corazza che Claire si tiene ben stretta sulla pelle. La porta ad aprirsi e, malgrado gli scontri iniziali, vede oltre.
Il punto forte del romanzo è però il killer, “il figlio”, un personaggio che ha vissuto un incubo senza fine, angosciante e straziante, raccontato in flash-back lungo il percorso, che lascia un senso di impotenza e orrore agghiacciante. Quasi non riesci a odiarlo… quasi.
Se ne stavano andando, e Moccioso batté alla porta e gridò: «Non lasciatemi qui, non lasciatemi. Per favore, portatemi con voi. Non sono cattivo. Non lo sono. Non ho fatto del male a mia madre.»
Capire chi, ma soprattutto cosa si cela dietro quella follia insensata, e a suo modo lucida, lo lascerò scoprire a voi.
L’unica nota stonata, sempre e solo dal mio punto di vista, ovviamente, è il finale, l’epilogo. I tempi sono un filo affrettati per ciò che ha dovuto subire Claire durante la resa dei conti.
Ho riflettuto in effetti su come valutare il testo, perché è ovvio che lo consiglio caldamente agli amanti del genere, ma le piccole cose del finale mi avevano fatto storcere un po’ il naso. Con brutale onestà, comunque, non posso tenerne conto tanto da penalizzare uno dei più bei thriller che abbia letto ultimamente, perché se volete scendere nell’abisso più profondo, se volete emozionarvi e rabbrividire, se lo scopo è farsi strisciare sotto pelle la follia e perderci la testa, beh, questo è il libro che fa per voi.
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