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Aiden Cavendish odia essere un sub. Odia essere considerato fragile o inferiore, odia il modo in cui la società tratta quelli come lui, odia gli stereotipi in cui vorrebbero farlo ricadere.
Per dimostrare quanto tutti si sbagliassero, ha maturato un carattere freddo e scostante, rifiutando la debolezza delle emozioni e lasciando che fossero solo i suoi poeti preferiti a fargli sperimentare su carta ciò che non si concedeva di provare sulla sua stessa pelle; ma una simile vita all’insegna della razionalità è destinata a stravolgersi, quando suo padre assolda una guardia del corpo che lo accompagni durante un viaggio di lavoro.
Morgan Ward è un uomo senza legami, un ex cecchino con problemi di alcolismo, una visione cinica del mondo e ben pochi scrupoli. È anche tutto ciò che Aiden ha sempre detestato in un Dom: un arrogante bastardo convinto di poter avere una qualche autorità su di lui solo in virtù delle reciproche inclinazioni.
Quando quell’uomo con il doppio dei suoi anni decide di accettare l’incarico di bodyguard, con l’unico scopo di sottometterlo, è come una dichiarazione di guerra.
E Aiden è pronto a usare ogni mezzo lecito e illecito per combatterlo.
“Sulle orme dei poeti”, terzo volume della serie “Shadows” è incentrato sulla controversa relazione tra Aiden Cavendish e Morgan Ward, ed è caratterizzato da un’atmosfera decisamente più cupa rispetto ai primi due libri della serie.
Morgan Ward è un ex soldato e un ex cecchino con un passato complesso. Un’infanzia segnata dal difficile rapporto tra i suoi genitori lo ha portato a commettere enormi errori nel rapporto con un suo precedente sub, la loro relazione è degenerata e Morgan si porta dietro smisurati sensi di colpa per le conseguenze delle sue azioni e delle sue scelte sbagliate.
Nonostante gli errori commessi in precedenza, Morgan resta convinto che i sub siano creature deboli e fragili e che debbano essere sottomessi al proprio Dom, obbedire e piegarsi ai suoi desideri senza inutili discussioni e senza creare spiacevoli problemi.
Un sub dev’essere spezzato, dev’essere reso un involucro attraente privo di volontà se non quella di servire il suo Dom, perché lui non avrebbe mai commesso l’errore di sua madre. Non sarebbe mai stato debole.
Aiden Cavendish ha passato tutta la vita affinando la sua capacità di autocontrollo ed è divenuto un uomo freddo e distaccato. Non è disposto a piegarsi di fronte a nessuno e fin da quando era solo un bambino il suo principale obiettivo è stato quello di dimostrare che, nonostante la sua natura, non è debole ed è in grado di badare a se stesso.
Sembrerebbe esattamente l’opposto di ciò che Morgan ricerca in un sub, o almeno è l’opposto di ciò che Morgan pensa di trovare appetibile, perché andando avanti nella storia ci rendiamo conto che i due uomini, pur sostenendo di non volere il genere di uomo che l’altro dimostra di essere, non riescono a fare a meno l’uno dell’altro.
Si abbandonò al suo volere, rilassando i muscoli in una resa silenziosa. «Per favore, Master.»
Le parole gli uscirono facilmente, come se non avesse mai pronunciato altro in vita sua, e sarebbe dovuto inorridire, ma la sua razionalità era sempre più lontana e lui non aveva ancora smesso di cadere in quel limbo soffice e ardente…
Il loro rapporto nasce come uno scambio puramente sessuale alla ricerca del semplice piacere fisico, ma si evolve lentamente in qualcosa di più che spaventa terribilmente i due protagonisti portandoli a compiere scelte piuttosto discutibili.
Di solito ho sempre un protagonista preferito fin dalle prime pagine, ma in questo romanzo ho avuto difficoltà a fare una scelta; solo molto oltre la metà del libro, quando Morgan fa qualcosa di veramente “imperdonabile” ho capito che è lui il mio preferito, anche se continuo ad adorare il “moccioso” che tanto gelido alla fine non è.
Non erano solo i sub a potersi spezzare e a mostrarsi fragili, non sempre.
Solo guardandolo tormentarsi per colpa di un vecchio trauma se n’era reso conto davvero, riconoscendo quella verità come ovvia e nitida, che lo faceva sentore fastidiosamente carente per non averla voluta accettare in passato, relegandola a una mera nozionistica pronunciata solo per acquietare i timori del resto della popolazione che inneggiava alla parità. Anche i Dom avevano debolezze, proprio come i sub.
Proprio come lui.
Mi rendo conto di aver scritto una recensione incentrata esclusivamente sui due protagonisti, senza dire nulla della storia, ma li ritengo due personaggi perfettamente caratterizzati e coerenti, senza la minima sbavatura in nessuna delle loro, non sempre condivisibili, azioni e reazioni. In pratica credo siano due dei personaggi che amo di più in assoluto.
«Per favore.» La voce del moccioso era un gemito acuto e disperato, quasi un grido dove non c’era più spazio per alcun controllo. «Ti prego, Morgan.»
Lui si bloccò all’istante. Era la prima volta che Aiden lo chiamava per nome, e pronunciato dalle sue labbra gli piaceva molto più di quanto si sarebbe aspettato.
Il fatto che mi sia concentrata su Aiden e Morgan non deve però farvi pensare che in questo libro non ci sia altro. La trama è articolata e per nulla scontata e l’intrigo che sta emergendo durante la narrazione promette di essere interessante e ricco di colpi di scena che sono sicura ci lasceranno con il fiato sospeso anche nel prossimo libro.
Le scene hot sono tra le più belle che abbia mai letto: originali, ben descritte e con la giusta dose di particolati, intriganti e mai volgari.
Se non fosse ancora chiaro amo il modo di scrivere di Mary Durante e la sua capacità di farti entrare nella storia e di permetterti di assaporare ogni aspetto dei suoi personaggi e dei mondi che crea. Chi non lo avesse ancora fatto deve assolutamente leggere tutti i suoi libri perché sono uno più bello dell’altro, anche se penso che questo sia decisamente il migliore.
Recensione a cura di:
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