Un’amicizia che potrebbe diventare qualcosa di cui nessuno dei due sapeva di avere bisogno.
Il mazziere di blackjack Adrian West ha vissuto a Las Vegas abbastanza a lungo da essere abituato a vedere i mendicanti sulla Strip. La loro povertà è una parte triste e brutta della realtà in una città dove la gente vince o perde tutto ai tavoli da gioco ogni giorno.
Quindi, non sa spiegare perché quel senzatetto in completo elegante abbia attirato la sua attenzione. Perché non riesca a tirare dritto come fa sempre.
L’ex pubblicitario Max Reynolds è un cliché di Las Vegas. Dopo che una serie di colpi di sfortuna gli è costata il ragazzo, il lavoro e la casa, ha deciso di andarsene con il botto… una settimana a giocarsi cifre astronomiche coronata da una pacifica overdose nella camera di un albergo di lusso.
Quando un’improvvisa rivelazione gli impedisce di portare a termine i suoi piani, è pronto a tornare a vivere… ma non ha più un centesimo. Non ha niente.
Almeno, finché uno sconosciuto non lo toglie dalla strada. Max avrà anche toccato il fondo, ma adesso ha una scintilla di speranza e un’inaspettata amicizia.
Un’amicizia che potrebbe diventare qualcosa di cui nessuno dei due sapeva di avere bisogno.
Las Vegas è una città strana, dove un mazziere di blackjack/spogliarellista può fermarsi a parlare con un mendicante dall’aria insolita e accoglierlo in casa contro ogni logica, dove un pubblicitario rimasto senza nulla può essere finito per suicidarsi e invece trovare uno sconosciuto disposto a guardare oltre il bicchiere dell’elemosina. Le strade, i locali e i casinò della città sono più di un’ambientazione per la storia di Adrian e Max, perché con le sue situazioni al limite Las Vegas diventa il mezzo che permette a due estranei di incontrarsi e confrontare le proprie vite che, nonostante all’apparenza si siano svolte in modi diversissimi, li hanno resi entrambi isolati per colpa del loro lavoro.
Poi mi chiede: “E dov’è casa tua?”
Ci siamo.
“È per rompere il ghiaccio prima di chiedermi come cazzo sono finito per strada?”
Un leggero sorriso gli appare sulle labbra. Adrian si stringe nelle spalle snelle. “Non per forza. Sono solo curioso di sapere da dove vieni.”
Prendo il bicchiere e vi borbotto dentro: “Una gabbia dorata in cima a una torre d’avorio costruita sulla sabbia.”
L’ultima relazione di Max è naufragata per colpa di un lavoro che lo assorbiva totalmente ed è paradossale che, perso quell’impiego, non gli sia rimasto niente di niente, se non la volontà di farla finita. Essere ritenuto inutile dal suo datore di lavoro lo aveva convinto di esserlo davvero, ma all’ultimo minuto ha compreso di poter ancora fare qualcosa della propria vita, deve solo riuscire a ripartire da zero. Quando non hai più nulla, però, cosa puoi usare per ripartire?
L’incontro con Adrian lo salva, non solo perché il ragazzo gli dà un posto in cui stare temporaneamente, ma anche per l’inaspettata affinità che emerge tra loro, che si tramuta presto in attrazione e in un legame sincero.
“Ma so che sei disposto ad accogliere un perfetto sconosciuto e ad aiutarlo a rimettersi in sesto,” proseguo. “E che non mi hai fatto sentire neanche una volta come il perdente totale che sono convinto di essere. Il fatto che ti spogli o scopi per soldi? Onestamente, non potrebbe fregarmene di meno.”
Si rilassa un altro po’. “Lo so. Si capisce. Tu… non mi guardi in modo diverso da come facevi prima di vedermi ballare.”
Oh, invece sì. Ma non nel modo che credi tu.
Anche Adrian si vede costretto a definire la propria esistenza in base a uno dei lavori che fa: non si vergogna di essere uno spogliarellista, né occasionalmente di vendere se stesso, ma tutti i suoi ragazzi in passato l’hanno giudicato in base a questo e ritenuto di poco valore. Il primo approccio fisico con Max ridefinisce questo giudizio che Adrian sente in qualche modo incombere su di sé, è una scena sensuale ma anche quasi tenera, perché i due si vedono l’un l’altro per ciò che sono e si sfiorano con una dolcezza che tocca il cuore.
L.A. Witt possiede una scrittura diretta e la capacità di spaziare tra le ambientazioni più disparate senza alcun problema; in questo caso la vicenda è semplice e i personaggi secondari a malapena accennati, ci si concentra solo sui due protagonisti che passano in poco tempo da estranei ad amici e infine amanti appassionati, tuttavia è un percorso credibile che coinvolge il lettore.
Adrian aiuta Max a rimettere in carreggiata la sua esistenza eppure non è l’unico “ritorno alla vita” presente nella storia, è un percorso che va in due sensi e si avvia verso un lieto fine forse scontato ma anche con i piedi ben piantati per terra: senza improvvisi cambi di mentalità o sacrifici, i due decidono di mettere in gioco il loro cuore, adesso che i sentimenti si sono fatti profondi e reali, e di concedersi una possibilità perché se la meritano, nonostante i fallimenti del passato.
Recensione a cura di:
Editing:
Commenti
Nessun commento ancora.