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Cosa si nasconde dietro la Maledizione della Fenice? Storm è in cerca di risposte sulla propria natura. Vivere come pantera mutaforma non è abbastanza, dato che deve anche convivere con un essere mitologico che lo costringe a desiderare il dolore altrui. Per caso si imbatte in un Angelo che sembra avere le risposte a quasi tutti i suoi enigmi. L’essere alato, però, non rispecchia la visione comune di compassione e misericordia. Tutt’altro.
Kain è un Angelo Caduto e vive la vita ignorando le regole imposte da Elyon, sfruttando a pieno il libero arbitrio che ha tanto faticato a ottenere. È lascivo, sboccato, bellissimo e sicuro di sé, ma soprattutto non fa mai niente per niente. Aiutare l’anima con la Maledizione della Fenice non rientra nei programmi, tuttavia, il fastidioso mutaforma sembra voler a tutti i costi intromettersi sul suo cammino.
Quando Storm crede di avere tutte le risposte, scopre che, in realtà, l’enigma più grande è Kain, proprio mentre un’oscura presenza sembra volerli minacciare. La fame della Fenice diventa incontenibile e per placarla iniziano una cooperazione soddisfacente per entrambi. Ma è davvero così? L’Angelo Caduto e la PanthYel sono i protagonisti inconsapevoli di un piano più grande o sono solo due pezzi sulla scacchiera di Elyon e Lou?
L’ho aspettato con ansia e me lo sono centellinato riga dopo riga, non volevo lasciare i due protagonisti che abbiamo conosciuto in modo marginale nel libro precedente. Marginali ma intensi, indimenticabili.
La storia di Kain, il primo assassino, l’angelo caduto, e di Storm, la pantera mutaforma che racchiude in sé la maledizione della Fenice, vi conquisterà.
Storm ha il potere di assorbire il dolore degli altri, si trasforma in fenice e così facendo lo disperde, peccato che tra le fiamme perda anche parte dei propri ricordi. È un essere unico, che nella sua unicità sfugge al controllo di El e Lou, Dio e Lucifero, Bene e Male, anche questa volta impegnati nella loro eterna partita a scacchi.
Storm ha scelto il bene, vuole alleviare i dolori delle persone e vive la sua vita cercando di controllare le due entità che coabitano in lui; non ha relazioni o amici, vive in solitudine immerso nel suo lavoro di fotografo. Da bambino ha avuto uno strano incontro di cui ha un ricordo molto sfumato, ma conserva una piuma, una piuma molto particolare.
Kain è il primo assassino della storia, figlio di due padri, El e Lou, un angelo caduto del tutto particolare. Le sue ali sono screziate di nero, un colore che rappresenta ogni sua disubbidienza agli ordini di Dio. È l’angelo del libero arbitrio, fa le sue scelte pagandole con un dolore sordo che pare spezzarlo. La sua vita scorre tra sesso, sangue, sesso.
Ogni chiamata di Dio viene disattesa, fino a quando non incontra Storm.
Il legame che si instaura tra i due, nato come scambio di informazioni, è passione pura. L’attrazione che provano l’uno per l’altro è senza controllo e anche l’angelo poco a poco perde la sua freddezza, il suo distacco. Storm diventa il suo punto debole.
Con la storia mi fermo qui: troppe cose accadono, troppe spiegazioni da dare, troppe domande che non sempre hanno risposta.
Storm e Kain sono i due opposti: lontani universi per come si rapportano con il mondo, insieme creano un uno unico.
Kain è irriverente, disinteressato, egoista; è preso dai suoi bisogni e dal desiderio di essere indipendente, non ha nessuna considerazione né del Padre né degli uomini. Affronta la vita cercando gli eccessi e non si tira mai indietro; accetta le piume nere inizialmente quasi come fossero un trofeo. Eh sì, il “pennuto” odia il bianco nelle ali.
Storm come ho detto è il bene volto al sacrificio, è l’uomo capace di accettare le imperfezioni, capace di amare un angelo caduto.
Il dolore è sempre presente nelle loro vite: che sia fisico o morale entrambi lo proveranno, perché alla fine i nodi verranno al pettine.
«L’assenza è una sensazione opprimente, che non ti fa dormire. Ti crea questo vuoto dentro che non riesci a colmare. È quel buco al centro del petto, quella mancanza che non ha un nome, un volto o un significato. L’assenza diventa quasi abitudine, una nota a piè di pagina che non hai più voglia di leggere. L’assenza resta, ma tu continui a vivere lo stesso.»
[…]
«Poi c’è la perdita. Quella ti logora. La perdita è struggente, straziante, crudele e meschina. La perdita è un dolore costante che ha un volto, una voce e una consistenza che non puoi colmare neanche con il tocco. La perdita è una ferita aperta che sanguina sale, che si infetta e che non vuole saperne di rimarginarsi.»
Il rapporto che si crea tra Kain e Storm rende il libro unico come i suoi protagonisti; si alternano pagine ricche di passione e di sesso sfrenato a pagine piene d’amore, di gesti importanti e profondi. I due cambieranno e la loro diversità diventerà sempre più sfocata, perché anche chi cade può rialzarsi.
Ma quella partita a scacchi non finisce: per quanto le pedine giochino fuori dagli schemi, i giocatori non si arrendono.
Chi sarà il prossimo?
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Qui le recensioni degli altri romanzi della serie.
1 Scent of Darkness
1.5 Taste of Light
2 Scratch on soul
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