♦ Traduzione a cura di Veronica Zana
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Il programma di un computer può comprendere l’amore meglio del cuore umano?
Archer, l’intelligenza artificiale del servizio di incontri online Q*pid, è consapevole che gli esseri umani non prendono sempre le decisioni migliori, e per questo motivo comincia a prenderne di bizzarre al posto loro.
Fox Kincade è l’ultimo scapolo superstite nel suo gruppo di amici ed è al settimo cielo quando scopre di avere un nuovo match sulla sua app di incontri Q*pid: quel match, secondo l’avanzata stregoneria di Archer, dovrebbe essere l’amore della sua vita. Si aspettava una donna, ma si ritrova abbinato a Drew Larsen, un timido dottorando dall’aria un po’ nerd, che come lui ha cominciato a perdere le speranze in amore.
Drew e Fox hanno poco in comune, a parte il fatto di essere entrambi etero. O così hanno sempre creduto. Tuttavia, mentre imparano a conoscersi, si rendono conto che Archer potrebbe aver avuto l’idea giusta. Il loro percorso non è facile: hanno bisogno di lasciarsi alle spalle l’immagine che hanno sempre avuto di loro stessi e del vero amore, ma con l’aiuto di Archer – e di alcuni amici che sono rimasti loro fedeli durante gli alti e bassi di quella nuova relazione – forse troveranno il modo di intrufolarsi l’uno nel cuore dell’altro.
Fox e Drew hanno avuto un sacco di relazioni inconcludenti. Scientifico e pragmatico uno, emotivo e sensibile l’altro, non sono ancora riusciti a trovare l’amore. Si affidano a servizi di appuntamenti on-line, che garantiscono un certo grado di compatibilità con i loro match, ma ogni volta la delusione prende il sopravvento.
Veera è una giovane programmatrice con un’idea rivoluzionaria: creare l’equivalente dei matrimoni combinati attraverso un’intelligenza artificiale. Archer, la sua creatura, analizza ogni aspetto della vita dei suoi utenti. Non solo quello che loro dichiarano sul profilo, ma anche come interagiscono con gli altri utenti dei social network, per scovare quali sono le loro reali preferenze.
“Archer funziona diversamente. Risiede nei dispositivi collegati alla rete del cliente, e qui raccoglie informazioni su di loro non tanto basandosi su quello che dicono, ma su quello che fanno. Costruisce un database completo incentrato sulle loro attività sui social – qualsiasi social –, derivandone un profilo virtuale fondato sulle scoperte fatte. Dopodiché lo abbina ai profili virtuali degli altri clienti e trova i potenziali match sulla base di informazioni molto più realistiche di quelle che un qualsiasi altro servizio di comparazione abbia mai avuto.”
Un giorno, a causa di una svista di Veera, Archer fa qualcosa che non dovrebbe: abbina le persone tralasciando il parametro sulla loro preferenza sessuale. L’errore viene presto sepolto, ma nel frattempo alcuni utenti hanno ricevuto una notifica con l’abbinamento che sembra essere il più giusto in assoluto per loro.
Così, giusto per riderci su, Fox e Drew decidono di incontrarsi per bere qualcosa insieme e magari diventare amici. D’altronde, Archer dice che sono più che compatibili.
E, per la miseria, ha proprio ragione. Solo che, se Drew sembra disposto ad ammettere la possibilità di vedere se una relazione tra loro due può funzionare, Fox si ribella ferocemente all’idea. Lui ha solo bisogno di una spalla, qualcuno che lo capisca nella sua ricerca della donna perfetta.
Pian piano, grazie anche a due personaggi secondari tutti da ridere, la granitica convinzione di Fox comincia ad incrinarsi. Nel suo continuo dibattersi tra ciò che la mente ordina e ciò che sente di provare, deve ammettere che Drew è la miglior alternativa che gli sia mai capitata.
Sarà sufficiente a fargli mettere nel cassetto il sogno di trovare la moglie perfetta?
“Troppe chiacchiere,” sentenziò la donna, impegnata ai fornelli. “Qualche volta, quando pensare e parlare non ci portano i pensieri e le parole che cerchiamo, bisogna arrendersi.”
“Arrendersi a cosa?” domandò. Dubitava che arrendersi fosse un verbo che la donna usava con leggerezza; o mai, se per questo.
“Agli appetiti che non possiamo fuggire parlando o pensando.” Si voltò tenendo un piatto di salsicce, ancora fumanti dalla padella. “Ammettilo, mio caro ragazzo,” aggiunse, posandolo di fronte a lui, “non ti dispiacerebbe una bella salsiccia calda.” Gli rivolse un sorriso innocente, poi ne infilzò una con la forchetta e ne morse l’estremità.
Per capire del tutto il romanzo, a mio avviso, è fondamentale una nota che si trova nella biografia dell’autore: “Come studioso delle teorie accademiche sull’identità sessuale, la sua passione è raccontare storie di uomini che trovano l’amore oltre i confini che ritengono definiscano la loro sessualità.”
Q*pid è proprio questo: la storia di due persone che, con reticenza più o meno marcata, decidono di superare i confini di ciò che conoscono da tutta la vita per dare la possibilità a qualcosa di nuovo e meraviglioso di rivoluzionare la loro esistenza.
Da questo punto di vista, ho apprezzato sia la trama che la psicologia dei personaggi.
Purtroppo però, a mio avviso, il testo risulta un po’ pesante e ridondante per la prima parte del romanzo. La storia viene narrata in base agli avvenimenti nelle vite di Fox, Drew e Veera, e attraverso le loro interazioni con i personaggi secondari. Ne risulta un insieme piuttosto corposo, che avrebbe potuto essere più fluido eliminando alcuni passaggi.
Lo sviluppo della trama rimane comunque coerente e piuttosto vicino a quella che potrebbe essere la realtà di due persone che danno una possibilità ad una relazione a cui non avrebbero mai e poi mai pensato.
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