♦ Traduzione a cura di Sara Linda Benatti
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Terrence Moss. Conrad Harris. Gold Team Leader. Darius Hawthorne. La Volta. Fare il giocoliere con tutti questi nomi per alcuni potrebbe essere un problema, ma per Darius è la quotidianità. Quando un capitolo della sua vita si chiude, lui si lascia alle spalle un nome e le persone a esso collegate. In oltre quarant’anni è riuscito a tenersi alcuni colleghi, perfino qualche amico, ma nessun compagno. Qualcosa però sta cambiando.
Il più recente capitolo della sua esistenza si apre su uno scenario completamente diverso: una casa stabile, un’identità recuperata, una famiglia improbabile, e adesso la possibilità di incontrare di nuovo il solo uomo che Darius abbia mai amato, Efrem Lahm. I motivi della loro separazione sono ancora validi e sembra impossibile che i due possano fidarsi l’uno dell’altro. Ma Efrem ha già deciso che non lo lascerà andare… e Darius dovrà decidere se vuole mettere a rischio il suo cuore, prima che cali il giorno.
“Ti ho aspettato.”
“Ti ho aspettato anch’io.”
Una bellissima dichiarazione d’amore, con la quale Darius ed Efrem si ritrovano dopo sedici anni trascorsi lontano l’uno dall’altro.
Terrence Moss, Conrad Harris, Darius Hawthorne: un personaggio dai molti nomi che è comparso in vari romanzi di Mary Calmes a dimostrare che tutti i suoi protagonisti si muovono nel medesimo mondo, e in qualche modo remoto sono collegati tra loro. Compagno d’armi, mentore, killer, salvatore che giunge nel momento più disperato: Darius ha lanciato molti fili a unire tante storie e qui, nel suo libro, è come se tutti questi fili venissero tirati e intrecciati a formare un’unica fune. Quindi ritroviamo Trevan Bean, da “Mio”, con il compagno Landry (e mi ha confortato scoprire che anche Darius pensa che ci sia qualcosa di leggermente preoccupante nell’ossessione che Landry nutre nei suoi confronti); Ceaton Mercer, da “Basta un giorno”, con i suoi uomini Pravi e Marko più spaventosi che mai (anche se pare che Marko abbia un debole per il tè bevuto in compagnia di qualcuno in particolare); Duncan Stiel, da “L’equilibrista” e dalla serie Questione di tempo (con una pistola che ricomparirà nei prossimi romanzi della serie Marshals, e mi auguro anche in un prossimo libro dedicato a lui e Aaron); persino Dante Cerreto, da “Un’altra volta”.
Come in una calorosa riunione di famiglia, siamo di nuovo in compagnia di tutti questi personaggi che abbiamo amato, ai quali si aggiungono alcuni dei “colleghi” di Darius, killer dalle vite caotiche e a tratti quasi divertenti. Su tutti spicca Lee Tae San, il suo alfiere, un personaggio dalla lingua tagliente che spero vivamente avrà presto un suo libro, perché ogni sua battuta in questo era fantastica.
In quel momento Lee Tae San era, senza alcun dubbio, il miglior assassino del mondo. Nato da lavoratori della classe media di Seul, aveva l’aria del tipo di ragazzo che avrebbe dovuto cantare K-pop o recitare al cinema o in tv: invece, dopo essersi laureato alla Myongji University a ventun anni, era entrato nell’esercito per adempiere alla leva obbligatoria, e aveva scoperto qualcosa di interessante su di sé. Gli piaceva davvero usare le armi da fuoco.
Darius è diventato la Volta, una figura rispettata e di potere in un mondo segreto di spie e assassini, che operano nell’ombra per mantenere l’ordine nel mondo, e questo suo nuovo incarico gli permette di avere finalmente un’esistenza più tranquilla. O perlomeno più sedentaria, visto il numero impressionante di killer spietati che si presentano alla sua porta per complicargli la vita.
“Adesso dimmi, Conrad, hai mai sentito parlare della volta?”
Ne avevo sentito sussurrare, accenni fatti da persone che non ne sapevano nulla, e che sfioravano rapidamente l’argomento parlando con persone che loro credevano potessero sapere qualcosa. “Ne ho un’idea molto vaga,” risposi.
“Dimmela.”
“Penso che sia un gigantesco magazzino di cose che nessuno vuole vengano trovate.”
“Non esattamente,” replicò Sello intanto che mi passava la mano guantata sul bicipite, tirandomi gentilmente in modo che mi mettessi a passeggiare accanto a lei con aria disinvolta. “La volta non è un posto. È un individuo, che tiene al sicuro segreti e proprietà, e perfino la sorte di altri, per alcune delle persone più potenti del pianeta.”
E sei mesi dopo essere diventato la Volta, si imbatte per caso nell’unico uomo che abbia mai amato, quello che è stato costretto ad abbandonare sedici anni prima ma che tutt’ora detiene le chiavi del suo cuore. La Calmes ha usato un tipo di trama che non le è nuova, facendo ritrovare due amanti separati dalla vita che però non hanno mai smesso di amarsi, e sebbene abbia inserito vari flashback per mostrare scorci del loro passato si avverte un po’ troppo la pressoché totale mancanza di ostacoli alla loro relazione, dettaglio che fa un po’ calare la tensione della storia.
Lui era la mia altra metà, creato apposta per me, e vivere senza di lui, una volta che la mia vita non fosse più stata una serie di decisioni dell’ultimo mezzo secondo, non era una soluzione praticabile. Quando ci si muoveva alla velocità del suono essere soli aveva senso, ma appena lo scenario fuori dal finestrino si faceva riconoscibile invece di essere costantemente sfocato, sentivi il bisogno di casa. Efrem era l’unica casa che avessi mai avuto, e quel dolore costante nel petto era il bisogno di lui. Era un po’ tardi nella mia vita per quell’epifania, ma mentre mi stringevo all’uomo che amavo, ero lieto di averla avuta.
La prima metà del libro è affollata di personaggi, mentre vengono tirate le fila della nuova esistenza di Darius come Volta e lui sistema alcune cose rimaste in sospeso che potrebbero mettere in pericolo Trevan, il suo protetto; poi nella seconda parte ci si focalizza maggiormente su lui ed Efrem, senza però approfondire davvero le loro personalità e i motivi del loro amore. Si amano già, da prima dell’inizio, e il debole tentativo di separazione una volta che si sono rivisti non regge molto, per me.
Quindi, pur avendo amato ritrovare tutti i vecchi personaggi e apprezzando la passionalità dei due protagonisti, alla fine li ho percepiti come un po’ troppo scontati, senza molto di più da dire se non che si sono amati sin dal primo istante, sono rimasti separati senza nemmeno cercare di costruirsi una vita con qualcun altro e adesso non conta nulla di ciò che hanno fatto in quei sedici anni, o chi sono diventati, perché erano destinati a stare insieme da sempre. Sebbene il romanzo sia gradevole, mi sarei aspettata qualcosina di più da Darius, un personaggio che nelle sue apparizioni nei libri dell’autrice si era circondato di un alone di mistero che qui, invece, è un po’ crollato.
Recensione:
Editing:
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