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Benvenuti al Dim Sum Asylum, il Manicomio dei Dim Sum, in una San Francisco dove un caso è noioso e banale quando la polizia deve inseguire una statuetta alta mezzo metro con degli impressionanti baffi alla Fu Manchu, che è scomparsa da un santuario e se ne corre in giro per Chinatown lasciandosi dietro una scia di magia sessuale e caos.
Roku MacCormick, ispettore della divisione Crimini Arcani di Chinatown, deve affrontare una quantità di sfide che vanno ben al di là del suo retaggio umano-faerie, dei draghi ringhianti che stanno a guardia dei portali di C-Town e dell’esplosione di una fabbrica di noodle. Infatti, oltre alle interferenze di una famiglia mafiosa che vuole tenere a distanza e a un serial killer esperto di incantesimi che deve assolutamente trovare, dopo un caso andato a rotoli, a Roku tocca accollarsi Trent Leonard, un nuovo partner di cui non si può ancora fidare.
Anche se preferirebbe restarsene a casa con Bob the Cat a riempirsi di whiskey fino ad addormentarsi, ogni giorno Roku indossa distintivo e pistola, deciso a servire e proteggere la città che ama. Quando l’oscuro e sotterraneo mondo magico di Chinatown rende la sua vita un inferno e il caso su cui lavora si rivela letale, è Trent che bada a coprirgli le spalle e, a detta del suo nuovo partner, anche a guarire il suo cuore. Per Roku, però, Trent è pericoloso quanto i mostri e i criminali che hanno giurato di abbattere.
by Cleo.
Trent era enorme e somigliava a un dio norreno più di chiunque avessi mai visto. C’erano ancora dei russi a North Point, e non potevo rischiare che qualcuno scambiasse il suo sguardo fisso da poliziotto per una sfida. “Bada di non sorridere a nessuno. Ti dà un’aria minacciosa.”
“Ho un sorriso fantastico.” Pareva offeso, ma non potevo esserne sicuro. Certe volte era difficile da leggere quanto le foglie sul fondo di una tazza di tè.
“Sorridi come un delirante esperimento scientifico scappato dalla Tyrell Corporation.”
In una San Francisco preda di temporali impressionanti, con draghi appollaiati sui portali di Chinatown e ponti traballanti sospesi sopra i suoi pericolosi vicoletti – mentre l’autrice stessa strizza l’occhio a un capolavoro come “Blade Runner”- lo scenario che si apre davanti agli occhi del lettore lascia senza fiato. La quantità di dettagli inseriti dalla Ford per caratterizzare l’ambientazione di questo romanzo è impressionante: oltre alle caotiche strade di Chinatown, che sono quasi un personaggio vivo nella storia, ha preso le tradizioni culturali cinesi e giapponesi e le ha infiltrate con tocchi di magia, descrivendo il tutto con semplice praticità attraverso la voce disillusa del suo protagonista. I fae, con le loro ali che cambiano a seconda del clan cui appartengono, camminano a fianco degli umani in un mondo nel quale la magia ha il sapore di qualcosa di antico e nel medesimo tempo sembra roba vecchia e impolverata, servita insieme al tè in un chiosco cadente di dim sum (cucina leggera a piccole porzioni tipica della Cina meridionale).
Era folle desiderare qualcuno che non conoscevo, e tanto più qualcuno che sarebbe rimasto seduto accanto a me per tutto il tempo che fosse riuscito a sopravvivere al Manicomio. Però eccomi lì, a combattere impulsi che non sentivo accendersi da… un’eternità. O almeno sembrava un’eternità.
Se non avessi già intuito che Trent Leonard portava guai, quel ringhio di desiderio nel ventre sarebbe stato un buon indizio. E dato che ero sempre stato affamato delle cose – e delle persone – che per me erano la peggior scelta possibile, vedevo già una quantità di problemi pronti in attesa che io addentassi l’esca.
Roku MacCormick è un poliziotto della divisione Crimini Arcani di Chinatown (il manicomio dei Dim Sum cui fa riferimento il titolo) e solo la sua storia familiare meriterebbe un libro a parte, con un padre che non ha mai frequentato erede di una famiglia della yakuza, e una madre scozzese fae che lo ha cresciuto con un profondo senso di giustizia. Ha perso tutti quelli che amava in modo tragico e non può fidarsi dei parenti rimasti in vita, che molto probabilmente lo vogliono morto più di quanto desiderino allacciare dei reali rapporti con lui: in pratica vive per il suo lavoro, ed è molto bravo a farlo nonostante ciò che pensano quelli degli Affari Interni. Il suo passato l’ha lasciato amareggiato e spogliato di ogni illusione di felicità, però non gli ha tolto l’ironia e la volontà di servire e proteggere la comunità.
Non è d’aiuto che gli venga affiancato un nuovo partner proprio quando gli piomba addosso un caso complesso, che inizia con una statua in fuga che sparge magia sessuale e continua con tremende aggressioni compiute tramite altri oggetti animati. Bisogna lodare la fantasia dell’autrice per i dettagli legati a queste aggressioni: alcune delle scene sono complesse e zeppe di informazioni, eppure leggendo non ci si perde mai e si resta con il cuore in tumulto per la sorte di Roku.
L’ingresso in scena di Trent, il nuovo collega, sembra abbastanza prevedibile: di chiara formazione militare, inesperto ma deciso a far bene, forte e affidabile, bello in modo pericoloso per la sanità mentale di Roku. E invece, quando si pensava di aver capito ogni cosa, la Ford sconvolge tutte le carte, lasciando cadere colpi di scena inaspettati nel mezzo del caos nel quale i due personaggi stanno tentando di condurre la loro indagine. Non c’è nessun colpo di fulmine tra Roku e Trent, sebbene l’intesa fisica tra loro si dimostri da subito rovente, bensì una comprensione reciproca che li avvicina emotivamente e apre porte su possibilità future che Roku per primo avrebbe ritenuto impossibili, vista la sua storia passata.
“I tuoi rapporti con la gente sono molto complicati,” disse a bassa voce. “Non sono mai sicuro se agli altri piaci o se ti odiano a morte.”
“Presumi sempre che sia il secondo caso. Così se poi è il primo avrai una bella sorpresa,” gli consigliai.
Non voglio dire nulla della complicata indagine o degli ancora più complicati legami familiari di Roku, perché fornire troppi particolari rovinerebbe il piacere della lettura, ma ancora una volta Rhys Ford dimostra la propria bravura come tessitrice di mondi brulicanti di vita e ricchi di sfumature che incantano, reali anche quando i draghi guardano male i passanti dall’alto dei loro trespoli. Tutto in questo libro lascia a bocca aperta, dai personaggi secondari misteriosi e affascinanti alle vecchie signore che servono il tè in abiti tradizionali, dalle stelle poste sulle ali dei fae per ricordare i morti alla descrizione dei tetti bagnati della città. Poi c’è Bob the Cat, che punta i piccioni guardando fuori dalle finestre di Roku. L’unico difetto del romanzo è che non è il primo di una serie, ma spero che l’ispirazione colpisca ancora l’autrice e Roku e Trent tornino a sfrecciare sotto la pioggia per le strade di San Francisco.
by Lilith.
Roku è un protagonista spettacolare, ironico, dolce, strafottente; ed è solo da quando gli hanno ucciso il marito e le due figlie. Roku ha alle spalle una famiglia pericolosa e bizzarra, la madre era una poliziotta decorata mentre il padre era il figlio del boss della Yakuza (la mafia giapponese), e il nonno paterno spera che Roku diventi il suo erede “lavorativo”, cosa che lui assolutamente non vuole. Roku è mezzo umano e mezzo fae, lavora per la polizia di San Francisco nel reparto dei casi mistici e non sempre segue le regole; quindi viene costantemente ripreso e messo alla scrivania.
La storia è incentrata su alcune statuine che diventano vive e uccidono delle persone che lui conosceva, quindi tra un inseguimento e una lotta contro uno scorpione di pietra, fa conoscenza con il suo nuovo partner Trent, (al vecchio ha sparato dopo che lui ha rubato delle uova…). Scopriamo una nuova serie di cose sulla sua famiglia paterna (credetemi Beautiful ci si avvicina parecchio).
Un consiglio: tenete d’occhio Bob The Cat…
“Perché la tua gatta sta montando la mia scarpa?” Indicò di lato con la testa Bob che stava a cavalcioni di una delle sue sneakers di pelle, scalciandola con le zampe posteriori in un bizzarro ritmo martellante intanto che leccava attorno all’apertura della scarpa. “E da quando in qua i gatti hanno la lingua biforcuta?”
“Già, a proposito.” Gli presi il viso tra le mani, guidandolo perché guardasse di nuovo me. “C’è qualcosa che ti devo dire riguardo a Bob the Cat.”
Un libro particolare, nel senso che non amo i libri molto descrittivi, e questo lo è, ma devo dire che senza questi dettagli si perderebbe molto, ad esempio l’affetto che ti sembra di vedere fra i vari personaggi (avrei eliminato la descrizione della pioggia che cade in giro per la città, ma va beh…).
Rhys Ford ha una fantasia spettacolare, ha creato un mondo vero e… reale.
v
Consigliatissimo.
x
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