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Gli Omega devono mostrarsi docili, ansiosi di servire gli Alpha come lui.
È ciò che Zeke si ripete anche quando lo spogliano dei diritti e della libertà, gli mettono un collare e lo cedono come fosse un oggetto a un uomo con un freddo sorriso e la sfida negli occhi.
Da fiero guerriero, si ritrova costretto a piegarsi e a obbedire, diventando un sicario al soldo dell’Omega che lo possiede, in un mondo dove gli Alpha sono gli emarginati.
Dopo quasi un anno di prigionia, Zeke è pronto a tutto pur di ritrovare la libertà, per avere la rivalsa su una società tanto sbagliata e su quel padrone da cui sta cominciando a diventare ossessionato.
Per Jaden, gli Alpha sono animali, ma anche una bestia feroce può avere un’utilità, se guidata da una mano severa. Una volta informato della cattura di Zeke Nox, riconosce subito in lui il Segugio, uno dei più pericolosi nemici del suo popolo.
Dovrebbe ucciderlo, ma la possibilità di avere un guerriero simile ai propri ordini è troppo allettante per rifiutarla. Quando sceglie di tenerlo per sé, è convinto di riuscire a domarlo, così da renderlo la perfetta pedina per i propri scopi.
Ma l’Alpha sa fingere, è pronto a chinare la testa, se costretto, aspettando il momento giusto per riprendere la propria lotta. E forse, questa volta, Jaden ha trovato un avversario su cui non sarà in grado di prevalere.
Avvertenze: Storia a tematica Omegaverse, presenza di tematiche forti quali schiavitù e dubbio consenso, pertanto rivolte a un pubblico adulto e consapevole. Niente m-preg. Primo libro di una serie di tre, ma con storia autoconclusiva.
“Avrei dovuto venderti. O cederti a qualcuno. Mi distraevi.”
“Perché ti ricordavo che anche tu sei umano.”
Le palpebre dell’Omega rimasero abbassate.
“Sì,” ammise, in un sussurro appena percettibile.
Ormai è una certezza: quando Mary Durante annuncia l’uscita di un nuovo libro, io so di doverlo leggere. E finisco per amare follemente i personaggi, l’intera storia e l’autrice stessa per la sua brillante capacità di tenermi incollata alle pagine dall’inizio alla fine, con il fiato sospeso, un groppo in gola e il cuore che batte a un ritmo forsennato.
Con “Nelle sue mani”, la Durante ci conduce in un mondo in cui i personaggi sono suddivisi in Alfa, Omega e Beta. Niente di nuovo, direte voi, invece ecco comparire l’eccezione: in questo mondo gli Omega si sono ribellati e hanno vinto, hanno combattuto contro il loro istinto e si sono eretti a detentori del potere. La guerra con gli Alfa è ancora in corso e il ruolo di comando poggia su fondamenta instabili perché l’istinto e il desiderio non possono essere del tutto imbrigliati e messi da parte.
Conosciamo così Zeke Nox, un Alfa con la A maiuscola, un leader, un uomo con salde convinzioni e un enorme disprezzo per coloro che alla fine sono riusciti a ridurlo in catene. Nox, nei suoi pensieri, sa essere un vero bastardo. Arrogante, prepotente, altezzoso, sicuro di sé e del suo ruolo dettato dalla natura stessa, fa di tutto per tenere la testa alta e la schiena diritta nonostante il collare che gli viene imposto.
E poi incontriamo Jaden, un Omega con una volontà di ferro, nato e cresciuto per essere insensibile, inamovibile, per interpretare la mano che, senza vacillare, si erge per dettare sentenze di vita o di morte senza distinzione tra amici e nemici.
Quel figlio di puttana lo voleva. Poteva negarlo, tormentarlo, usare il sesso come un’altra catena più insidiosa e stretta del metallo che gli cingeva il collo, ma lo voleva quanto Zeke voleva lui.
Sempre a litigare, sempre a ringhiare e mordersi, i due protagonisti ingaggiano fin dall’inizio una guerra fatta di premi e punizioni, di parole taglienti e insulti, di sguardi di sfida e tentativi di sottomissione.
Nox indossa il collare ma il suo animo non vacilla.
Jaden possiede le redini ma sa davvero usarle?
Sono tutte battaglie in una guerra che può cambiare il mondo per come entrambi i protagonisti lo vedono. Perché, con dolore e paura, si rendono conto che non è tutto bianco o nero, che i confini non sono così definiti e invalicabili come pensavano, che esiste una svariata gamma di colori a illuminare le giornate.
Avrei voluto prenderli a mazzate, li ho insultati, li ho odiati e ho pianto per la loro incapacità di aprire gli occhi e ammettere paure e debolezze. Allo stesso tempo però li ho amati… per come hanno saputo appassionarmi e travolgermi, per come si sono presi i miei occhi che hanno mangiato una parola dietro l’altra incapaci di guardare altrove.
Scritto divinamente, “Nelle sue mani” vi afferra e vi trascina con sé e a voi non resta altro da fare se non tenere il passo in un susseguirsi di emozioni che tolgono il fiato.
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Recensione a cura di:
Editing:
Qui l’autrice su Feel.
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