Narrativa con tematiche lgbt+
Esistono dee invincibili di un mondo “ideale”, divinità a cui immolare la propria vita, i propri chili e le speranze di essere e sparire nello stesso istante. Queste dee sono Ana e Mia, ovvero Anoressia e Bulimia, voci guida di una depressione latente che sormonta, avvolge e alla fine soffoca.
Dopo la morte di suo fratello, e la scoperta di un sentimento che non avrebbe mai voluto provare per il migliore amico, Marco si immerge senza neanche pensarci nella bolla ovattata che è il mondo di Ana. Insensibile al resto del mondo, si lascia trasportare da un vortice di bilance, chat motivazionali e privazioni fisiche oltre il limite dell’ossessione. Dimenticando ogni problema che non sia il cibo.
Ma Riccardo, proprio quel migliore amico, non è pronto a vederlo spegnersi fino a diventare niente. Neanche se questo vuol dire rinunciare a tutto. Neanche se i suoi sentimenti contrastanti lo stanno gettando nella confusione più nera.
Perché in fondo siamo solo anime di passaggio che vivono momenti di passaggio. Ed è meglio camminare insieme, che da soli. Ma come fai a renderti conto dell’aria che ti sfiora se tu stesso sei convinto di essere un alito di vento?
“L’anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. La paura, il vuoto, l’abbandono, la violenza, la collera.” (Michela Marzano)
Per me un romanzo è bello quando smuove emozioni profonde, quando trascina il lettore nella storia che racconta e fa provare empatia per i personaggi. E questo libro bello lo è stato, lo è.
Mi sono ritrovata catapultata tra i banchi di scuola dopo anni (tanti anni) che ne sono uscita. Mi sono immedesimata nei due protagonisti, sia in Marco che in Riccardo, mi sono rivista nei loro dubbi. Anche io da adolescente sono stata oggetto di prese in giro da parte dei compagni di scuola, e non sono stata l’unica. Sono cose che ti rimangono nella memoria a lungo, forse per sempre, memento della cattiveria gratuita, volontaria o meno, che scorre in ognuno di noi.
Marco è preso di mira per il fatto di essere gay e deve affrontare tutto da solo. O meglio: lui crede di essere solo in questa sua battaglia, ma non è del tutto vero. E se a scuola è diventato il centro dell’attenzione fastidiosa e non voluta, a casa non va meglio, visto che la sua famiglia sta affrontando una crisi di proporzioni epiche. La morte del fratello si somma a una situazione già incerta e così Marco, confuso dai sentimenti che prova per Riccardo e divorato dal senso di colpa, si ritrova in balia di correnti contrarie nel grande mare della vita. Quando non si ha nessun controllo su quanto ci circonda si finisce con il concentrarsi sull’unica cosa che puoi gestire. Te stesso e il tuo corpo. È su questo che Marco raccoglie i suoi pensieri: fa la conoscenza di Ana e Mia (anoressia e bulimia) ed entra in un maelstrom di chat motivazionali per perdere peso, per diventare invisibile. Invisibile non alle persone che lo circondano, ma alla sofferenza e all’insicurezza che lo lacerano dentro.
Se Marco è pieno di dubbi e dilaniato dalle insicurezze, il suo amico Riccardo è confuso. Prova dei sentimenti nei confronti di Marco, lo ha anche baciato, ma al contempo si sente attratto da Giada. Nemmeno la sua famiglia è perfetta, sono rimasti solo lui e la madre dopo che il padre se n’è andato da casa. Vede cosa sta succedendo a Marco, e capisce… Capisce che non è pronto a rinunciare a lui, può rinunciare a tante altre cose ma non a lui. E fa una scelta coraggiosa: sceglie di vivere un amore difficile, un amore in salita, dando al lettore una lezione di profondo amore e sacrificio.
I veri protagonisti sono Marco e Riccardo, gli altri personaggi secondari sono funzionali alla trama, hanno tutti un ruolo all’interno di questa storia. Gli adulti sembrano – almeno all’inizio – inconsapevoli di quanto succede, troppo impegnati nelle loro vite, alle prese con la fragilità dei loro caratteri e dei loro rapporti.
L’autrice è riuscita a coinvolgermi, mi sono immedesimata in ogni personaggio, dai protagonisti ai genitori, ho avvertito affinità con ognuno di loro. Ho apprezzato la scelta di raccontare l’anoressia dal punto di vista maschile, così poco conosciuta. Siamo abituati a considerare anoressia e bulimia disturbi prettamente femminili in quanto legati all’estetica, ma non è sempre così e qui viene fornito un altro punto di vista.
“Anoressia: strumenti per l’uso. Forse, una volta tornato a casa, aprirò un mio cazzo di blog e scriverò che questa stronza di Ana è tanto pericolosa per le ragazze quanto per i ragazzi, che è inutile parlare del disturbo in chiave prettamente femminile, perché lo vedo chiaramente ogni giorno come questa specie di demone sia in grado di mangiare l’intelligenza di chiunque. E non solo di chi ne soffre, ma pure di chi è costretto a guardare. Impotente. Come me.”
Ho apprezzato la scelta di non scrivere la parola “fine” sull’ultima pagina; non so se sia una caratteristica dell’autrice visto che è il suo primo libro che leggo, ma in ogni caso a conclusione di questa storia, mi sembra una chiusura perfetta, lascia intendere che Marco e Riccardo risolveranno i loro guai, che sono in grado di camminare insieme e affrontare il futuro.
C’è tanta sofferenza, l’ho avvertita permeare ogni pagina. Ho sentito il dolore di Marco e Riccardo, ma anche quello di chi li circonda e li ama e li vede cadere e perdersi. Non solo si preoccupano per loro, ma li amano, e non parlo solo di amore romantico, ma anche quello della famiglia, quello degli amici.
L’amore che però non deve, e non può mancare? A mio parere è quello verso se stessi: senza non è possibile vivere pienamente ogni altro singolo rapporto.
La sensazione che mi ha trasmesso il romanzo è questa: nel mare della vita ciascuno di noi è una barca che a volte naviga in acque tranquille, a volte in acque agitate e, a volte, in acque tempestose. Ogni barca è dotata di un fascio di luce che illumina la strada nelle tenebre, e soprattutto, è il faro che aiuta qualcun altro a ritrovare la via smarrita, come è successo a Marco e a Riccardo che hanno ritrovato la via ognuno nella luce dell’altro.
“I suoi occhi si spostano, li vedo accarezzare tutto il mio viso fino ad arrivare alle labbra. E poi mi bacia, chiudendo gli occhi, respirando il mio respiro, donandomi il suo, una mano che si intreccia ai miei capelli, la lingua che mi cerca. E mi trova.”
Recensione a cura di:
Editing:
Qui C.K. Harp su Feel.
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Che belle parole, di questo libro ne sento parlare benissimo, aggiungo in lista aspettando il momento giusto
Grazie Chiara, questo libro è davvero bello, ma è anche un colpo al cuore. L’ho adorato
Cavoli, ragazze, grazie! Una recensione meravigliosa, un mare di emozioni condivise. Sono contenta ti sia piaciuto, Morgana, e di essere riuscita a farti vivere la storia di Marco e Riccardo. Grazie di cuore <3
Grazie a te per averci regalato una storia così.
Ho amato questo libro!
Anche io l’ho amato tanto…
che meraviglia questo romanzo. mi è piaciuto tantissimo e mi ha fatto versare fiumi di lacrime!
E’ piaciuto moltissimo anche a me, ho pianto anche io…ho dovuto interrompere la lettura e poi riprenderlo…