L’estate è passata e Bear, Otter e Kid sono riusciti a superarla mantenendo anima e cuore integri. Sono andati a vivere nella Mostruosità Verde e Bear è finalmente in grado di ammettere il suo amore per l’uomo che l’ha salvato da se stesso.
Ma la loro storia non finisce qui. Come potrebbe?
I ragazzi scoprono che la vita non si ferma solo perché hanno trovato il loro lieto fine. Devono ancora affrontare la battaglia legale per la custodia di Kid. Il ritorno dei genitori di Otter. La prima serata in un locale gay. E Kid che va in terapia, e la signora Paquinn che si è messa in testa che Bigfoot esiste. Poi ci sono Anna e Creed, che stanno combinando qualcosa. Fa qualche comparsa la gelosia. Si ripresentano vecchi nemici, brutte poesie e gabbiani misantropi. E durante tutto questo, Bear lotta per comprendere il motivo per cui la madre ha abbandonato lui e il fratello, solo per trovarsi invischiato ancora più profondamente nel loro passato condiviso. Ciò che scopre cambierà per sempre le loro vite e lo aiuterà a capire cosa serve davvero per diventare chi si è destinati a essere.
La famiglia non è sempre definita dai legami di sangue. È definita da chi ci rende completi: sono loro che plasmano la nostra identità.
Non so se ve l’ho già detto – sì, lo so che l’ho fatto, ma lasciatemelo ripetere – io amo Klune. Lo amo davvero, finora nessuno dei suoi libri mi ha mai deluso, anzi! Ogni suo romanzo è sempre una scoperta, un tuffo nelle emozioni, un costante palpitare di cuore. Leggerlo vuol dire immergersi in un mare di emozioni che a volte lacerano e altre coccolano. Ogni storia che scrive ha un qualcosa in comune con tutte le altre, un legame che crea una sorta di continuità, non cronologica bensì una continuità emozionale e questo qualcosa è l’importanza della famiglia. La famiglia e i suoi legami emotivi, e quando dico famiglia non parlo di quella fatta dai legami di sangue, o meglio non solo di quella, bensì di quella che ci si costruisce tramite gli amici e le persone importanti che toccano le nostre vite. E questo romanzo non fa eccezione, anzi è quello che, assieme al precedente, ha dato origine a tutto, essendo questi i primi libri scritti da Klune.
Ci siamo costruiti un nido durante l’estate, tenendoci ben protetti mentre ci scontravamo e litigavamo e ci amavamo e ci perdevamo. Ma non potevamo stare lontani dal mondo reale per sempre, dal futuro che diventa presente. Non penso che però mi importi.
Alla fine del libro precedente avevamo lasciato Bear, Otter e Kid sull’orlo di qualcosa di speciale: l’inizio della loro vita insieme, finalmente uniti, finalmente liberi.
Dopo il trasloco nella Mostruosità Verde, iniziano la loro nuova vita come famiglia, tra alti e bassi imparano a convivere e a condividere spazi e tempo, ma soprattutto responsabilità. Tutto sembra procedere per il meglio, Bear e Otter hanno raggiunto la felicità, finalmente una coppia, e Kid è felice, riesce a controllare la paura di essere abbandonato.
Ma la loro bolla di felicità è destinata a scoppiare, la vita reale batte alla loro porta e pretende di entrare. Il trasloco è stato solo l’inizio del lungo cammino per raggiungere gli obiettivi che si sono preposti, l’udienza per la custodia di Kid in primis, con le sedute dallo psicologo per capire quale sia il meglio per il ragazzino, ma anche il ritorno a scuola di Bear.
È meraviglioso. E so che non importa cosa dovremo affrontare là fuori, anche se forse un po’ sì. Non importa quali dubbi avrò, so che li avrò comunque.
E questo – con nostra somma gioia ma anche preoccupazione – fornirà nuovo materiale alla sua paranoia, al suo cervello iperattivo, creando nuove situazioni divertenti ma anche potenzialmente pericolose per il suo rapporto con Otter, o con i suoi amici/famiglia Anna e Creed. Questi due stanno nascondendo qualcosa, chissà cosa, oh, perbacco ecco cosa stanno nascondendo…
La vita reale metterà alla prova Bear e Otter come coppia, impareranno a fidarsi l’uno dell’altro e ad affrontare le insidie date dai rapporti con altre persone.
Kid rimane il mio preferito – su una cosa non andiamo d’accordo, ma pazienza, non si può avere tutto – e in questo libro lo vediamo cambiare, maturare e stringere nuovi legami, ma mantenere sempre lo stesso cervello affilato. E piano piano avvicinarsi all’adolescenza con tutto quanto ne consegue, prime cotte incluse.
Ma è passato il tempo di mettere tutto in discussione. Non è qualcosa su cui voglio concentrarmi ora, specialmente considerato dove siamo diretti. È facile affogare nel passato, se ce lo concediamo. Credetemi, ne so qualcosa dell’affogare.
La famiglia che hanno creato i protagonisti, Anna, Creed e la sig.ra Paquinn, verrà messa alla prova diverse volte, ma rimarrà unita, pronta ad affrontare ogni ostacolo che verrà messo sulla sua strada; crescerà, ci saranno nuovi arrivi ma ci saranno anche dolorosi addii. Il destino contribuirà a minare l’equilibrio raggiunto, che verrà scosso in profondità, come una casa durante un terremoto, ma se le fondamenta sono salde rimarrà in piedi, così se i legami stretti sono forti riusciranno a resistere agli urti della vita.
Tutto il libro ci viene narrato da Bear, come avviene nel precedente, e come nel precedente mi è mancato il punto di vista di Otter. Capiamoci, Bear non ci nasconde nulla, al contrario è fin troppo logorroico e non ci fa rimpiangere troppo la mancanza del pensiero di Otter. Alla fine di questa storia, Klune ci fa un regalo: l’epilogo è narrato da lui, Otter, e io ne ho adorato ogni singola riga, ogni singola parola.
Nel bene e nel male, siamo noi. Con tutti nostri difetti e i nostri pregi, siamo noi. È questa la nostra identità, la famiglia non è sempre definita dai legami di sangue. Non si deve per forza restare intrappolati con chi si nasce. Dipende da chi volete essere e da cosa volete fare. La famiglia sono le persone attorno a voi che vi vedono nel vostro momento peggiore e non hanno paura di raccogliere i pezzi quando andate in frantumi. Sono le persone che vi rinfacciano le vostre cazzate.
Sono le persone per cui lottate. Sono le persone per cui dareste la vita. È la cosa più spaventosa del mondo, ma se lasciate che lo sia, è anche la più bella. Se potessi decidere cosa farvi ricordare del tempo che abbiamo trascorso insieme, sarebbe che non importa da dove venite. Importa chi siete. Nel bene e nel male, questi siamo noi.
Ora sono curiosa di leggere la storia di Kid, non vedo l’ora.
Consigliatissimo!
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Qui TJ Klune su Feel.
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siamo tutte un po’ ecoterroriste vegane novenni!
se non lo siamo ora lo siamo state sicuramente in passato!!!