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Gabe Scott, la Principessina della scuola e unico gay dichiarato, e Zeke Zimmerman, il quarterback e capitano della squadra di football. Due persone opposte tra loro.
Eppure è proprio da Gabe che Zeke corre in cerca di aiuto per fare coming out.
Riuscirà Gabe a perdonare anni di bullismo e ad aiutare il ragazzo? E riuscirà a non innamorarsi di Zeke?
Quattro righe, un titolo accattivante e una copertina da urlo. Ci si può innamorare di un libro solo da questo? Bhe io l’ho fatto, colpita da autentico colpo di fulmine, e mentre iniziavo la lettura il mio unico pensiero era “ti prego non deludermi”. E dopo cinque ore senza mai staccarmi dall’e-reader , con gli occhi lucidi ed il sorriso sulle labbra, mi son resa conto di essere innamorata.
Innamorata della forte fragilità di Gabe, innamorata dell’insicura determinazione di Zeke, innamorata del coraggio di Mery, dell’istinto materno di Jessica.
Ma partiamo dall’inizio spendendo qualche parola in più sulla trama. Il primo impatto lo abbiamo con Zeke Zimmerman, quarterback e capitano della squadra di football della Truman High, e col suo migliore amico Mason, che si apprestano ad iniziare l’ultimo anno di liceo. Come tutti gli anni Mason non può esimersi dal compiere Il Lancio della Principessina, un vero e proprio atto di bullismo mascherato da goliardica scaramanzia, perpetrato ai danni di Gabe Scott, l’unico gay dichiarato di tutta la scuola e per questo dispregiativamente soprannominato Principessina. E così come ogni primo giorno di scuola Gabe viene scaraventato in un cassonetto dell’immondizia tra le risa degli altri studenti e le urla di Mery, la sua protettiva e ferocissima sorella. Ma quest’anno qualcosa è cambiato.
Qualcosa di nebuloso si agita nell’animo di Zeke, qualcosa che lo spinge a sporgersi nel cassonetto ed offrire il suo aiuto a quel ragazzo “strano”, vestito in maniera appariscente. Qualcosa che lo spinge ad assillare la Principessina per giorni, come uno stalker, con un unico scopo: ottenere il suo aiuto. Gabe non capisce proprio cosa il ragazzo d’oro, come lo chiama lui, possa volere, se non divertirsi alle sue spalle, ma l’insistenza da parte di Zeke è tale che infine cede e decide di ascoltarlo. E scopre così che incredibilmente anche il quarterback, il ragazzo dallo sguardo strappamutandine più popolare della scuola, ha capito di essere gay, e vorrebbe il suo aiuto per scoprire cosa fare di questa nuova consapevolezza e, sopratutto, essere aiutato a fare coming-out.
Nonostante il parere contrario della sorella, Gabe cede e mostra al nuovo amico cosa significhi essere gay. E quando Zeke decide di dichiarasi alla madre, Jessica, lui e Mery sono al suo fianco, temendo per esperienza personale la reazione della donna, che invece sorprende tutti con la sua accettazione incondizionata delle preferenze del figlio.
Man mano che si frequentano il legame che unisce Zeke e Gabe si fa sempre più forte, permettendo a Zeke di scorgere il dolore e la solitudine che si annidano nell’altro ragazzo, e di innamorarsi piano piano di lui. Il bel quarterback si ritroverà presto dall’altra parte della barricata e proverà sulla sua pelle cosa vuol dire essere gay dichiarati in una comunità ottusa come quella del liceo, dove tutti, compreso il suo ormai ex migliore amico, lo guardano con disprezzo e lo tengono a distanza. Ma capirà anche che tutto ciò non gli importa se può stringere tra le braccia la sua Principessina. Naturalmente non tutto è sempre perfetto, e l’odio e la rabbia di chi non sa accettare le diversità rischieranno di distruggere la felicità dei due ragazzi, per sempre.
E qui mi fermo, perchè della trama ho già detto forse troppo, non voglio togliervi il piacere di scoprire ogni cosa con la lettura del libro.
Dalla brevissima sinossi e dal titolo mi ero fatta una certa idea, ma devo dire che l’autrice mi ha piacevolmente sorpreso ribaltando queste mie idee ed uscendo dai tipici clichè del ragazzo gay che si innamora del capitano della squadra di football, creando dei personaggi veramente realistici ed affascinanti, con mille sfaccettature, come d’altronde sono le persone vere.
Gabe ti colpisce col suo essere diverso al di là dell’essere gay, con la sua incredibile forza che maschera una solitudine ed un desiderio di essere amato talmente profondi che più di una volta avrei voluto abbracciarlo per proteggerlo da tutto e tutti.
«Indossi un abito da ragazza! Se non è coraggio questo…» Gabe sorrise, ma Zeke continuò: «Perché ti vesti così? Elsa e Hello Kitty e lo smalto e i pantaloni fucsia.» «Color ciclamino.» «Quello che è. Non mi sembri particolarmente effemminato, eppure ti presenti a una festa scolastica con un abito da donna sapendo che rischi di essere picchiato. Perché?» Gabe ci pensò su. «Hai ragione. Non sono effemminato e non sono transessuale. Non vorrei assolutamente essere una ragazza, anche perché assomiglierei a mia sorella e la cosa mi fa paura. Mi vesto in questo modo per dare fastidio alla gente. Mi odiano e non posso farci nulla. L’unica cosa che posso fare è infastidirli e mi ci metto d’impegno.» «Senza offesa, ma ti riesce piuttosto bene.»
Anche Zeke si fa amare, per il suo desiderio di non nascondersi, perchè ha accettato se stesso e per questo decide di voler abbracciare completamente l’essere gay, qualunque cosa questo significhi;
è così tenero all’inizio con le sue convinzioni che ci siano delle specie di regole da seguire per essere omosessuali, e la sua mente piena di fantasie su locali gay e dark room!
[…] potresti mostrarmi come vivi.» «Cosa?» «Sai, i locali che frequenti, la gente che incontri…» Gabe lo squadrò con sospetto. «Quante puntate di Queer as Folks hai visto?» «Tutte le stagioni.» Gabe sospirò passandosi una mano sul viso, quasi fosse stanco. «Qui non è così. Non siamo in un telefilm.» «Allora dimmi tu com’è!»
E si fa amare ancora di più quando decide di vivere i suoi sentimenti per Gabe davanti a tutti.
Quando Zeke finalmente alzò lo sguardo verso di lui – beccandolo mentre si sistemava il pacco, ovviamente – il cuore di Gabe perse un battito, stordito dal sorriso malizioso e al tempo stesso dolce che gli venne rivolto. Non pensò neppure di guardarsi attorno per essere sicuro di essere soli: si lanciò su Zeke, prendendogli il volto fra le mani e baciandolo, intrecciando la lingua con la sua e mordicchiandolo delicato. Arrivato al limite dell’arresto per atti osceni in luogo pubblico, fece per tirarsi indietro, ma Zeke lo strattonò verso il suo grembo, facendolo cadere sulle sue ginocchia e riprendendo il loro bacio. Gabe non era sicuro di quanto tempo passò incollato a Zeke, ma quando ne riemerse trovò tutta la squadra di football che cercava di non fissarli apertamente. Senza contare le cheerleader, prese a bisbigliare fra di loro concitate. Le più agitate del gruppo sembravano essere le gemelle, che scoccavano sguardi assassini a Gabe, ancora seduto in grembo a Zeke. Spiacente, ragazze, è mio!
Ma non da meno sono le figure di contorno.
Mery, la sorella maggiore di Gabe, che sacrifica tante cose per potersi ergere a scudo del suo fratellino, uno scudo davvero formidabile e con un bel caratteraccio, ma che nasconde nel profondo una bambina divisa tra amore e odio che impiegherà molto a capire che a volte non si può amare tutti (e tra parentesi avrei voluto essere con lei ad impugnare quel mattarello).
La sua famiglia si stava sfasciando davanti ai loro occhi e proprio i loro genitori ne erano la causa. Era paura quella che brillava nello sguardo di Mery. Non di qualcosa di brutto o pericoloso ma del nulla che sarebbe sorto al posto di quella che lei credeva la loro famiglia. Confusione, perché tutto il suo mondo stava andando a gambe all’aria e lei non capiva come. E subito dopo determinazione: Gabe era suo fratello e lei non l’avrebbe abbandonato. L’avrebbe protetto e controllato, prendendo il posto dei genitori che lui stava perdendo. Il suo Principe Azzurro.
Mason, il migliore amico di Zeke che non reagisce molto bene al coming out del suo capitano, ma che forse, nel profondo (molto a fondo aggiungerei io ), non è quel bullo omofobo che tutti credono.
«Eri il mio migliore amico,» mormorò Mason quando mancavano solo due piani all’arrivo dell’ascensore. «Eri il mio migliore amico e io ti ho trattato come una merda. E anche tu l’hai fatto. Perché non sei venuto da me quando l’hai capito? Quando hai pensato di essere gay? Ti sei rivolto a uno che quasi non conoscevi, un tizio a cui fino a qualche giorno prima a malapena rivolgevi la parola. Hai confidato a Gabe i tuoi segreti e non hai detto nulla a me! Ci conosciamo da dieci anni.»
E poi c’è Jessica, madre vedova che accetta senza riserve la natura del suo unico figlio, accogliendo lui, e Gabe, nel suo protettivo abbraccio (per poi correre a comprare una scorta formato famiglia di tappi per le orecchie ! Eh eh eh… capirete leggendo ;p )
«Zeke, credevi davvero che sarebbe stato un problema?» chiese sconvolta. «Che il fatto che ti piacciono i ragazzi avrebbe cambiato l’amore che provo per te?» Lui scrollò le spalle fissando il tappeto ai suoi piedi e sua madre gli prese il mento, girandogli il viso nella sua direzione. «Niente, assolutamente niente in questo mondo potrebbe impedirmi di amarti. Hai capito?» Zeke annuì e lei gli scosse piano il capo. «Capito?» «Sì, mamma.»
Adesso davvero basta, mi fermo qui altrimenti andrei avanti ore a parlarvi di tutti i passaggi che mi hanno colpito, e finirei per rovinarvi il piacere della lettura.
Vi lascio, con le stupende parole della dedica, che già da sole dicono tutto
Ai Principi Azzurri. Anche quelli con il cavallo zoppo, l’armatura ammaccata e la spada arrugginita.
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