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Sottomessi come Avery Barron.
Quando Avery gli chiede il permesso di rimanere da lui per qualche settimana, Gray accetta controvoglia. Avery può essere il sub perfetto, ma come compagno di stanza temporaneo fa schifo. In quanto figlio di genitori ricchi e indulgenti, Avery è un vero e proprio sciattone: disprezza le regole, non ha alcuna ambizione ed è ossessionato dai social media. Gray tollera la sua presenza, ma quando Avery infrange una delle sue regole fondamentali, lo punisce e gli requisisce il telefono.
Privato della sua solita cassa di risonanza, Avery si sente perso, fino a quando non scopre un pianobar, un pianoforte e il suo amore sepolto per la musica. Più Avery suona, più tutto attorno a lui fiorisce. Per la prima volta nella sua vita, Avery ha uno scopo e degli obiettivi per il futuro. Tuttavia, la cosa che desidera di più, l’amore e il rispetto di Gray, potrebbe essere per sempre fuori dalla sua portata.
Il cuore della vicenda narrata in questo terzo volume della serie ”The Heretic Dom” è rappresentato dall’amore tra Gray e Avery e il loro rapporto dom-sub, ma è la rappresentazione della realtà attuale che fa da padrona e che ho apprezzato particolarmente.
«Pensi che vorrai mai toccarmi di nuovo?» gli domandò, senza che gli importasse di sembrare patetico.
«Desidero toccarti ogni singolo giorno. È quando devo decidere se per strangolarti a mani nude o scoparti a morte che mi trovo in difficoltà.»
Con lunghi ragionamenti, che possono risultare anche eccessivamente pesanti per una storia che ha lo scopo di far evadere, l’autrice dipinge un chiaro, dettagliato e quanto mai vero quadro di quello che è ormai il vivere dei giovani: i social e l’impatto che hanno nel loro modo di fare e di pensare. La vita si riduce a Facebook, Twitter, Tik Tok, Instagram, Snapchat e chi più ne ha più ne metta; senza un minimo di pensiero critico, un giorno viene sostenuta una teoria a spada tratta, insultando chi vi si oppone, per poi, il giorno seguente, affermare e sostenere l’esatto contrario, il tutto con il sostegno dei mass-media e dell’informazione spesso distorta. Avery rappresenta tutto questo e grazie a Gray, che invece ha un senso critico molto sviluppato e mette tutto in discussione, imparerà a vedere le cose nella giusta prospettiva e a far prevalere la cultura del fare, anche in piccolo, piuttosto che del dire e basta.
Alla fine, tutto si riduce alla solita, vecchia domanda: quale vuoi che sia la tua eredità?
L’universo è fatto di energia e devi decidere quale contributo vuoi dare. Allora, vuoi scegliere di creare rabbia e umiliazione? Oppure gioia?
Consigliatissimo.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Qui la serie.
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