♦ Traduzione a cura di Chiara Fazzi
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Tutti quanti si meritano un eroe
Owen Meade ha un disperato bisogno di un eroe. Cresciuto da una madre che lo ha fatto vergognare della sua balbuzie, del suo orientamento sessuale e del suo braccio congenitamente amputato, Owen vive come un eremita nel suo appartamento di Tucker Spings. Ma poi, Nick Reynolds – veterinario prestante – si trasferisce al piano di sotto.
Nick è sexy e sicuro di sé e fa sentire Owen bene con se stesso, come mai nessuno prima. Inoltre, gli presenta quel fuoco d’artificio della sua sorellina, che è nata con un’amputazione congenita simile alla sua, ma che non ha mai permesso alla cosa di metterle i bastoni fra le ruote. Quando la ragazza iscrive se stessa e Owen a un corso di pianoforte, esigendo di suonare insieme a lui in un recital, Owen non riesce a dirle di no. Soprattutto perché questo gli fornisce una buona scusa per passare più tempo con Nick.
Owen sa di essersi preso una bella cotta per il suo vicino ma, ogni volta che si avvicina a lui, inesplicabilmente, Nick si tira indietro. Costretto a scontrarsi con il disprezzo di sua madre e con i segreti di Nick, ben presto Owen capisce che, invece di aspettare un eroe, è il suo momento per diventarne uno. Per se stesso e per Nick.
Marie Sexton è una scrittrice nota per la sua bravura, potete apprezzare tutte le sue opere e non avere mai la sensazione di averla già letta. L’originalità è una delle caratteriste che più le si addicono e personalmente la trovo un’autrice di grande importanza per la tematica MM.
Tucker Springs è diventato un viaggio alla scoperta della bellezza e della dolcezza dei nostri ragazzi della Light Street.
In questa boccata d’aria del Colorado scopriamo la storia di Owen Meade, un ragazzo nato con una malformazione del braccio sinistro, chiamata sindrome della banda amniotica.
Owen aveva passato gli ultimi anni a convincersi di essere innamorato della sua vicina di casa, ma non aveva mai trovato il coraggio di affrontare la realtà e di capire che quei sentimenti non erano veri.
Aveva condotto una vita di fallimenti agli occhi di sua madre, la quale lo aveva sempre incolpato di non essere normale come tutti gli altri ragazzi; aveva cercato in ogni modo di dargli la colpa e quando finalmente era riuscito ad andare via di casa, Owen aveva intrapreso una vita isolata dal resto del mondo.
Quando la sua vicina di casa si trasferisce, a sconvolgergli la vita arriva Nick Reynolds. Lo ricorderete sicuramente nel secondo libro della serie di El e Paul. Fin da quando il veterinario si presenta a casa del ragazzo si percepisce la sua bontà d’animo e un approccio diverso dal resto delle persone. Troppe sensazioni spiacevoli avevano ostacolato la vita di Owen, ma quando Nick gli rivela che anche sua sorella ha la stessa malformazione, Owen si sente più al sicuro in compagnia dell’uomo.
Durante gli anni passati a credere di amare la sua vicina, Owen aveva sempre trovato pace quando quest’ultima suonava il pianoforte. Da quando Nick si era trasferito nell’appartamento, nessuno l’aveva più suonato, ma la sprizzante e intraprendente sorella di Nick aveva deciso che dovevano imparare entrambi a suonarlo, perché insieme sarebbero riusciti a suonare come un pianista “normale”.
C’è della ilarità e anche molta sofferenza in questo romanzo. Non si può parlare di malformazioni congenite senza passare attraverso il dolore e i temi della diversità, ma come ogni storia che si rispetti nulla è perduto.
Ci sono momenti in cui bisogna lanciarsi e non pensare alle conseguenze.
Spesso in questo breve romanzo mi sono lanciato in riflessioni oltre le righe, oltre la quotidianità, e forse anche oltre la tanto citata normalità.
Si arriva ad un momento della narrazione in cui ci si deve porre delle domande, come: Io che sguardo avrei avuto al posto di Nick? Io come guardo la diversità? Sono in grado di guardarla?
Sto cercando ancora le mie risposte e spero che in fondo questo libro riesca a smuovere il vostro cuore, tanto quanto ha fatto con me.
È un romanzo breve e il rischio spoiler della trama è altissimo. Trovo particolare difficoltà a raccontare questo libro, senza che gli occhi non mi si bagnino di lacrime. Mi aspettavo questa reazione fin dalle prime righe e poi la realtà piomba in modo in aspettato e spazza via ogni restrizione ad amarlo.
È un romanzo dolce, struggente ed empatico. Parla al cuore e parla di amore, ma non il classico amore sofferto e poi alleggerito dalla ritrovata scoperta che non si può vivere senza l’altro. No, non è soltanto questo “Mai un eroe”, mi rifiuto di soffermarmi a questa descrizione.
Mai un eroe è la storia tra due ragazzi che non possono cambiare il loro destino, ma possono accettarlo e trovare quell’amore e quella pace, che soltanto due metà che si trovano per formare un intero riescono a raggiungere.
Affrontiamo l’amore con le sue difficoltà e con i suoi dubbi, ma la verità è che dovremmo solo smettere di aver paura di amare e zittire quelle voci nella testa. Non abbiamo bisogno di eroi che ci salvino, abbiamo bisogno di credere di più nelle nostre scelte ed avere il coraggio di affrontare la vita con le sue emozioni.
C’è ancora tanto bisogno di emozionarsi e di persone che vogliono emozionarsi, non rinnegate mai voi stessi o i vostri sentimenti, ma abbracciate la tenacia degli eroi per non arrendervi mai a trovare il posto giusto per voi ed il vostro cuore.
Voglio giocare sporco per questo finale di recensione, non vi lascio una citazione del libro, ma alcune righe di una canzone che sento indicata. Prendetevi un minuto per ascoltarla: lasciate che la mente torni a Tucker Springs e fatevi condurre dalle mani preziose di Marie Sexton.
Buona lettura.
A thousand years – Christina Perri
“Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave?
How can I love when I’m afraid to fall?
But watching you stand alone
All of my doubt, suddenly goes away somehow
One step closer”
Mille anni – Christina Perri
“Il cuore batte veloce
Colori e promesse
Come essere coraggiosi?
Come posso amare se ho paura di cadere?
Ma guardandoti stare da solo
Tutti i miei dubbi all’improvviso svaniscono in qualche modo
Un passo più vicino…”
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