♦ Traduzione a cura di Ida Giannini
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Quando sembra che niente possa andar peggio, finalmente Stefano affronta i suoi demoni. Non ha fatto progressi nel comprendere Silvio, ma almeno è venuto a patti con i propri desideri, anche se potrebbero essere lo strumento chiave per la sua distruzione.
Presto, qualcuno mette fine ai giochi.
Quando una talpa dell’FBI muore nella guerra tra mafie, il procuratore federale Sebastiano Beccaria tende le sue trappole. Beccaria sta perseguendo nientemeno che la totale distruzione del clan Marino nella speranza di scontare il proprio oscuro passato. E quando il procuratore affronta Stefano con le prove che potrebbero minare il suo potere e mettere a rischio la sua vita, Stefano si trova davanti a un’amara scelta: combattere e rischiare tutto oppure fuggire per proteggere se stesso e le persone che ama.
Era sopravvissuto, entrambi lo erano, e per quanto fosse breve e crudele la vita, era degna di essere vissuta se loro l’avessero resa degna.
Siamo giunti alla fine, il cappio si stringe attorno al collo e il lettore si ritrova con il testo stretto tra le mani per l’angoscia, e il cuore che batte all’impazzata per la tensione che cresce sempre più a ogni respiro.
I protagonisti sono chiamati a fare scelte difficili che mettono a rischio la vita non solo loro, ma anche di coloro che amano, i tradimenti sono dietro l’angolo e gli alleati sono sempre meno in una guerra spietata che travolge tutti quelli che possiedono un cuore e lo dimostrano.
In quest’ultimo capitolo della storia ho riscoperto il personaggio di Stefano che, nonostante mi piacesse già, ha raggiunto livelli di stima che mai avevo provato.
È lui il regista, su di lui pesa il futuro di un clan mafioso, di un matrimonio, di un amore, ma soprattutto della sua anima che lentamente è venuta a galla e non può più essere ignorata.
Stefano colmò la distanza. Silvio non si tirò indietro, non trasalì quando Stefano gli chiuse una mano attorno alla gola e lo tirò così vicino da sentirne l’odore.
Anche il personaggio di Silvio diviene, nelle battute finali, sempre più umano. Il ragazzo chiuso, fuggevole e solitario è ancora lì, ma accanto a lui inizia ad alzare la testa qualcosa di diverso. Silvio non può negare di desiderare quel filo che inesorabilmente lo attira verso Stefano. Non lo dice ma desidera la sua vita, la sua compagnia, la sua famiglia, i sentimenti che il boss non è capace di nascondere. Forse dipende da quello che il lettore scopre e capisce, che permette di vedere i fatti sotto una luce completamente nuova.
Tutti i pezzi del puzzle, uno dopo l’altro, s’incastrano e le domande che fin dal principio ci siamo posti, trovano risposta. Tutto è chiaro, i nodi si sciolgono, la tensione si distende, il respiro torna regolare e finalmente si sospira sollevati.
La grazia letale di Silvio e la forza orgogliosa di Donata. Erano tutte sue. Non sapeva cosa lui facesse per completarli, ma era infinitamente grato di averli trovati entrambi.
Mai avrei pensato che il personaggio di Donata avesse un ruolo tanto importante. È lei che permette, è lei che consente, è lei che si dimostra tanto coraggiosa da non voler spezzare il suo uomo, ma di accettarlo nella sua totalità.
Le sue parole fanno esultare. A un primo momento sembrano sofferte e costrette invece si rivelano piene di amore e dedizione.
Sembra tutto perfetto; una favola con un bellissimo finale. Ma, come giusto, le sorprese sono dietro l’angolo.
Anche Silvio, alla fine, deve scegliere cosa fare della sua vita: abbandonare il passato e ricominciare da capo o troncare tutte le speranze per una nuova vita per continuare sul cammino oscuro che l’ha forgiato. La pistola è nelle sue mani così come lo è anche l’amore.
Avrebbe potuto essere il passatempo di Stefano, o il suo boia.
Una storia perfetta, ricca di azione ma anche di sentimenti. Un susseguirsi di avvenimenti che lasciano il lettore con il fiato sospeso, e il desiderio di proseguire per divorare ogni parola per giungere, il più velocemente possibile, alla fine.
Recensione:
Editing:
Commenti
Nessun commento ancora.