Prima di incontrare Dragos, Pia Giovanni, mezza umana e mezza wyr, era sola e in fuga. Adesso ha un compagno, è incinta, e si sta dirigendo verso sud per riparare il fragile rapporto tra i wyr e gli elfi. Stare lontana da Dragos è doloroso, ma per il bene del territorio wyr devono capire come riuscire a essere compagni ovunque, non solo in camera da letto.
A New York, Dragos presiede ai Giochi delle Sentinelle ed è preoccupato per la sua compagna, ma sa che trovare due nuove sentinelle è essenziale per mostrare al resto delle Antiche Razze quanto forte e brutale possa diventare il territorio wyr.
Durante lo svolgimento dei giochi, però, i negoziati di Pia con gli elfi subiscono una svolta pericolosa, mettendo a dura prova il suo legame con Dragos e minacciando tutto ciò che hanno di più caro.
Casa. Era un concetto a cui non aveva mai dato molto peso.
Autosufficiente e solitario per natura, la sua casa era sempre stata dentro di lui, ma ora non era più così.
«Ti amo,» gli sussurrò lei contro la bocca.
Dragos sollevò la testa per guardarla. Lei gli sorrise, la pelle dorata alla luce del fuoco, gli occhi intensi come zaffiri. Fece scorrere la punta delle dita lungo la squisita e delicata curva del suo zigomo.
Il drago arrivò a capire una cosa e ne fu stupito. Negli anni interminabili della sua avida esistenza, nonostante tutti i tesori accumulati di regni e imperatori, non era mai stato ricco come in quel momento. Lei era entrata nella sua vita per derubarlo, e nel frattempo gli aveva dato tutto quello che aveva.
«Ti amo,» le rispose.
Le Antiche Razze di Thea Harrison sono tornate!
Quante tra voi, come me, avevano protestato pubblicamente per l’interruzione di questa e altre, troppe, serie, firmando petizioni rivelatesi poi inutili, sollecitando editori sordi a chi acquista i loro stessi libri? Quante si erano stancate di annunci trionfanti ogni volta disattesi e promesse sempre più vuote che ormai suonavano come prese in giro? Quante, leggendo frasi come “il fantasy non ha lettori” si erano sentite invisibili e meschine, guardando i propri scaffali colmi di mondi incantati, creature magiche e amori sovrannaturali? Libri e libri, saghe intere, magari composte da decine di volumi, che voi avete religiosamente acquistato e conservato, per poi sentirvi dire che non esistete?
Be’, esistiamo. E leggiamo, tanto.
Quindi festeggiate insieme a me, lettrici e lettori di fantasy, perché le Antiche Razze sono tornate, grazie a un nuovo editore attento alle richieste del suo pubblico, e sono tornate in grande stile, con Pia e Dragos di nuovo protagonisti. È un piacere ritrovare i pensieri da pazza di Pia e la spietata determinazione di Dragos.
Lui doveva semplicemente accettarlo, trattarla come sua socia e lavorare con lei per capire cosa ciò avrebbe significato. Non poteva semplicemente dirle tante belle parole e poi ritrattarle ogni volta che perdeva la pazienza o non gli piaceva come andavano le cose. Certo, era un drago e un uomo, e questo significava che aveva tutti i problemi possibili di comunicazione, ma quella volta doveva essere lui a cedere.
Un tempo, il drago avrebbe goduto di tale massacro. I ricordi antichi si muovevano profondamente nei suoi pensieri, come una marea sotterranea. Era una creatura più primitiva senza Pia. Lei possedeva una moralità pulita che tirava fuori il meglio da lui. Con lei aveva quasi capito cosa volesse dire essere gentile e aveva appena cominciato a capire cosa fosse la tenerezza. Come le aveva detto una volta, era la sua migliore insegnante.
Nel mondo dei wyr sono in atto grandi cambiamenti, dovuti agli assestamenti nella catena di comando delle Sentinelle, dopo che Tiago e Rune hanno abbandonato i propri ruoli per seguire le donne di cui si sono innamorati. Nel medesimo tempo, è giunto il momento per Pia di mantenere la promessa fatta ai signori degli elfi nel primo romanzo della serie, recandosi in visita nel loro territorio. Separati da migliaia di chilometri, ma uniti più che mai nell’animo, il drago e la sua compagna si ritroveranno ad affrontare una minaccia magica senza precedenti, che sconvolgerà il fragile equilibrio che regola la convivenza tra le Razze.
La vicenda è ricca di colpi di scena e molti dei personaggi che abbiamo amato nei libri precedenti avranno un ruolo da svolgere, in certi casi sanando ferite che ancora sanguinavano, unendosi a nuove creature che arrivano ad arricchire la saga.
Rune lo guardava con i suoi occhi da leone.
Si rese conto di aver distrutto il microfono stringendo le mani a pugno, e ventimila persone erano piombate di colpo nel silenzio.
Rivolse un cenno al suo ex Primo, un cenno leggero e, nonostante la distanza, sapeva che lo sguardo di Rune lo avrebbe colto. Rune glielo restituì.
Thea Harrison torna alla coppia di protagonisti che aveva aperto le porte di questo suo mondo fantastico e intreccia una trama che scorre come una sinfonia, sulle note di poteri arcani, combattimenti in punta di spada e paesaggi magici che fanno esultare il nostro cuore di lettori fantasy.
Ovviamente, li conosciamo bene, Dragos e Pia sono uniti più che mai da una passione travolgente: entrambi gelosamente protettivi verso la nuova vita che hanno creato, dovranno imparare a collaborare, dopo essersi innamorati in modo tanto precipitoso.
Le mise il palmo sul seno e la baciò nuovamente; la sua mano e la bocca erano dolci, languide. Senza vestiti a coprirla, i cambiamenti dalla gravidanza erano più visibili. L’addome era gonfio dove prima era stato piatto, e i suoi seni si stavano facendo più pieni, i capezzoli rosa erano molto più sensibili.
«Adoro guardare il tuo corpo cambiare,» mormorò lui, e le baciò il collo.
«Che vuoi dire, non ti piacevo com’ero prima?» chiese lei.
Lui alzò la testa e la guardò incredulo.
Lei gli fece l’occhiolino.
La risata deformò i lineamenti di Dragos. Lei sorrise accarezzandogli il viso, felice di poter migliorare un po’ il suo umore. Era un maschio così duro, e talvolta quella durezza feriva gli altri, ma in alcuni casi feriva lui più di tutti.
Dragos cresce molto in questo libro, l’amore che al principio quasi non sapeva riconoscere sta plasmando il suo animo in modi inaspettati, rendendolo ancora più pericoloso quando qualcuno minaccia ciò che gli appartiene. Non è da meno Pia, creatura magica dotata di un potere rarissimo e prezioso, all’apparenza fragile e delicata, ma che non esita a sfoderare gli artigli – di cui la natura in realtà non l’ha dotata – per ribadire la propria posizione al fianco del signore dei wyr. Entrambi più sicuri nei propri ruoli, i due superano le proprie difficoltà e si dimostrano una coppia matura e salda, in grado di fronteggiare qualsiasi avversario o minaccia.
Non voglio svelare nulla della trama, perché è un’avventura dai tratti magici che deve essere scoperta una pagina dopo l’altra, vi auguro solamente buona lettura insieme a questi vecchi amici finalmente ritrovati.
Sono molto, molto felice per questo libro che non speravo più di leggere, visto che la serie era stata interrotta, e quando la Triskell ha comunicato che lo avrebbero tradotto ero al settimo cielo.
In questo romanzo troviamo di nuovo Dragos e Pia che, dopo essere diventati compagni, attendono felici la nascita di un erede (e chissà quale forma assumerà?).
Naturalmente le cose non possono filare lisce. Pia decide di recarsi da Colandir, l’Alto signore degli Elfi, per cercare di trovare una soluzione all’embargo con gli Elfi, embargo posto in essere a causa di un colpo di testa di Dragos e che sta creando problemi economici a tutti. Dragos, tuttavia, non può accompagnarla (sta seguendo i Giochi, per nominare delle nuove sentinelle al posto di Tiago e Rune) e allora Pia parte scortata da una squadra di guardie del corpo mutaforma, al cui comando c’è Eva, una mutaforma canide che sembra non stimare molto la protagonista; entrambe si scambiano spesso salaci frecciatine, ma la nostra eroina riuscirà a farsi apprezzare, anche grazie al suo coraggio e a un gesto altruisco.
All’improvviso, la pressione che aveva accumulato negli ultimi due giorni, cavolo, negli ultimi sette mesi, raggiunse il limite, e se non avesse trovato il modo di liberarsene in qualche modo sarebbe scoppiata. Ci rimuginò, e si rese conto che c’era solo un modo per disfarsene.
Mi sento talmente persa che non so più da che parte è la riva, comunicò telepaticamente a Eva.
Tieni duro, Campanellino, disse il capitano con calma. Quell’uomo caga come tutti gli altri.
Arrivata a destinazione, le cose si complicano. L’Alto Signore non è presente e Pia è costretta a raggiungerlo nel Wood, insieme alla sua scorta e a Beluviel, consorte di Colandir. Questa scelta non fa felice Dragos perché nel Wood la tecnologia non funziona per cui Pia è costretta a comunicare con lui solo attraverso i sogni. Una volta lì lei percepirà una magia oscura e sarà l’unica a esserne cosciente. A breve si scatena una guerra fra Elfi e Pia si troverà nel mezzo: solo il provvidenziale intervento di Dragos salverà la sua vita e quella di Colandir, il quale accetterà l’aiuto del drago, anche se i loro rapporti non sono idilliaci.
Sconfitto il “cattivo di turno”, Dragos e Pia si sposano e… non vi dico altro.
«No, non bene. Alcuni sostenevano che colui che possedeva lo Strumento di Taliesin fosse destinato a governare, perché Taliesin è il dio di tutti gli altri dèi. Altri si rifiutarono dicendo che Inanna, la dea dell’Amore, doveva regnare suprema. Altri dicevano Azrael, il dio della Morte. O il possessore dello Strumento di Hyperion, poiché la legge è la pietra angolare di ogni civiltà. Sia che fosse la loro ambizione o il Potere dei Deus Machinae stessi, gli anziani non riuscirono a mettersi d’accordo, ma anzi hanno… abbiamo iniziato a combatterci. A quanto pare ci siamo quasi distrutti.»
«Dragos ha detto che questo ha causato una diaspora,» disse piano.
Linwe la guardò. «Sì, quelli che alla fine sopravvissero si sono riuniti e hanno fatto un patto. Si sono divisi in sette gruppi e ogni gruppo ha preso uno Strumento. Numenlaur era uno di loro. Gli altri sei gruppi promisero di stabilirsi lontano l’uno dall’altro, in modo da dissipare il Potere dei Machinae e di porre fine alla guerra e a tutto il caos che avevano portato. Inoltre, avrebbero tutti dovuto abbandonare i loro Strumenti nel mondo, lasciando che facessero la volontà degli dèi.»
Mrs Harrison, ancora una volta, ha creato un’altra magia, un libro appassionante, che non ti permette di distogliere l’attenzione dalle pagine, perché riga dopo riga devi e vuoi sapere cosa succede. Dragos è sempre il solito brontolone, testone e possessivo e Pia è la sua perfetta compagna che sa come trattarlo e prenderlo.
L’unico rammarico è che l’ho finito troppo in fretta e spero che la Triskell Edizioni ci faccia avere quanto prima il prossimo romanzo, così mi potrò perdere ancora nelle pagine di questa strepitosa autrice.
Editing a cura di:
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