Per la Società, il loro era un amore proibito…
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Thomas Wood e Olive Ashdown sono stati amici, un tempo, quando il candore dell’infanzia nascondeva il divario sociale che li separava: lui, figlio dell’amministratore dei Conti di Warleigh, lei figlia minore del Conte, destinata a essere merce di scambio matrimoniale. L’innocenza è poi svanita, un giorno dopo l’altro, e un sentimento proibito ha preso il posto dei giochi tra bambini, fino alla notte che ha stravolto le loro vite. Ma, mentre Thomas fantastica di cambiare la propria condizione per essere degno di lei, Olive è costretta a mentire pur di allontanarlo dalla vendetta del proprio padre.
Sette anni dopo, Thomas fa ritorno in Inghilterra. Non è più il ragazzo indigente dal cuore spezzato, bensì un uomo facoltoso che si è lasciato il passato alle spalle, sebbene nei suoi pensieri più nascosti non abbia mai smesso di desiderarla.
Quando i segreti verranno alla luce, l’amore sarà forte abbastanza da abbattere ogni ostacolo?
Lei gli apparve sul marciapiede all’improvviso.
Thomas si avvicinò al finestrino della carrozza per accertarsi che non si trattasse dell’ennesimo miraggio, uno dei tanti che si erano susseguiti ai suoi occhi e nella sua mente durante il lungo esilio dall’Inghilterra. Tuttavia quella chioma nera, la pelle d’alabastro e i tratti squisiti appartenevano inequivocabilmente a Olive Ashdown.
In un baleno tornò indietro nel tempo e venne afferrato dal medesimo strazio che lo aveva colto allora. Si sentì ugualmente tradito e umiliato, e la vide infine per ciò che era: una nobildonna egoista e superba.
Scese in strada per palesarsi e mostrarle chi era diventato: non più il figlio di un domestico, né il ragazzino ingenuo e innamorato di un tempo.
Lei lo fissò, dapprima con esitazione, quindi i suoi occhi si allargarono per lo stupore, mosse pochi passi, sollevò il braccio quasi a volerlo trattenere.
Thomas la guardò con freddezza, come se trovasse la sua vista ripugnante, eppure non riusciva a smettere di fissarla né a impedire ai ricordi di ciò che erano stati di devastargli il cuore. Fu la voce soave che provenne dall’interno della carrozza a salvarlo, rompendo quella malia intossicante.
Le gettò un’ultima occhiata, modellando le labbra in un sorriso crudele, prima di portare la mano alla falda del cilindro e inclinare la testa a mo’ di saluto.
Sparì nel veicolo, abbandonandola su quel marciapiede come lei aveva abbandonato lui in mezzo a una radura, sette anni prima.
Poi diede ordine al cocchiere di ripartire e tirò le tendine a schermare l’interno, a escluderla una volta per tutte dalla sua vita.
Sperò di non rivederla mai più, pregò che accadesse di nuovo.
Non gli era permesso toccarla, né guardarla. Era vietato pure pensarla nei modi in cui la sognava ogni notte, con i capelli sciolti e le spalle scoperte, i seni pallidi e tondi racchiusi tra le proprie mani, la bocca a imprigionarle la sua, a succhiarle le labbra e poi la lingua.
Ogni sera abbassava le palpebre consapevole che ad attenderlo oltre il buio avrebbe trovato una tortura terribile e indecente. Si addormentava smanioso di incontrarla nell’oblio della notte, solo per trovare al mattino un supplizio più tremendo: la certezza che ogni bacio sognato sarebbe rimasto esiliato negli effimeri confini dalla fantasia.
Olive e Thomas. Due stelle di lontani universi. Due esistenze inconciliabili, eppure…
Il Fato decide degli uomini, e il loro Fato è essere l’uno dell’altra, nonostante tutto.
Alla dolce appartenenza dell’infanzia, pian piano si sostituisce il desiderio, confuso e ardente, della giovinezza, fatto di incontri rubati e dita sfiorate, di brividi irragionevoli e scoperte, di gelosie e certezze.
Ma una trama di dolore e abbandono viene tessuta e le due stelle gemelle a lungo brilleranno in cieli diversi, finché il Fato non dirà che è abbastanza, e i venti gonfieranno le vele del ritorno.
“ Olive…” le baciò uno zigomo e poi l’altro.
Lei sollevò il volto e chiuse gli occhi, tornò a vivere lentamente, come la principessa della fiaba che dorme da tempo immemore, avvelenata da segreti e bugie e sacrifici.
Che bel romanzo! Personaggi tratteggiati con maestria, scelte lessicali elegantissime, battiti e sussurri…
Sì, Estelle Hunt mi ha trascinata, stregandomi con le parole, facendomi entrare tra i fili che la storia scioglie e annoda, facendomi incontrare vecchi amici e introducendone di nuovi, con un’eleganza e una cura che mi hanno commossa.
Ho divorato il libro e, quando a notte fonda ho voltato (idealmente) l’ultima pagina, volevo scrivere, scrivere, scrivere, per raccontare le emozioni che mi turbinavano nel cuore e condividerne il piacere.
Perché leggere storie così ben scritte è il più grande piacere che una lettrice come me possa provare, e per questo vi invito: entrate in questa storia come ho fatto io.
Battiti e sussurri, e una dolcezza infinita.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Qui la recensione del primo romanzo della serie: Un matrimonio vittoriano.
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