Quanto fa male sotterrare un sogno con le proprie mani?
Manuel vive alla giornata. Ha tagliato i ponti con il passato e seppellito ogni ambizione. Non ha una casa, non cerca una relazione stabile, non ha progetti per il domani.
Linda ha rinunciato a tutto pur di rimanere accanto alla famiglia e sostenerla in un momento di difficoltà. Tuttavia, quanto potrà resistere, a soli venticinque anni, costretta in una vita di sacrifici?
L’incontro con Manuel risveglierà il suo cuore intorpidito, alimentando fantasie e timori, ma un ostacolo si erge tra loro: è Giulia, la bellissima, effervescente e indomabile sorella minore di Linda. Mille incomprensioni le dividono e non potrebbero essere più diverse, ma per una volta hanno poggiato gli occhi sul medesimo obiettivo: lui.
Cosa succede se una donna che ha perso la speranza, un uomo disilluso, una passione dirompente si ritrovano in un luogo sospeso nel tempo dove anche i sogni più nascosti possono avverarsi?
Linda ha detto addio ai sogni. Eventi inattesi l’hanno costretta a rinunciare, a prendere in mano le redini dell’attività di famiglia, cancellando in un attimo il domani che aveva desiderato.
Manuel è un lupo solitario. Non ha casa, non ha amici, vive di lavori saltuari e prende quel che le donne, volentieri, gli offrono.
Nei suoi vagabondaggi senza meta, Manuel si ferma in uno splendido paesino, uno di quei borghi appenninici in cui l’aria è immobile e sembra che il tempo possa fermarsi.
Cerca un lavoro che gli garantisca di che campare, una pensione e poi una casetta in cui vivere e trova Giulia. O forse sarebbe meglio dire che Giulia lo bracca, impudente e incosciente, vanesia e cattivissima…
Linda. Dolce, timidissima, insicura, tormentata. Sente d’aver perso le redini della sua vita, sente di non essere desiderabile come Giulia, che la tormenta con parole orribili, sente la fatica dei giorni tutti uguali, e della vita che le sta sfuggendo inesorabile.
Linda, che è abbagliata da Manuel, ma ne ha paura:
– Vorrei piangere. Forse in questo modo potrei allentare la tensione, ma so che questo dolore è annodato stretto a un desiderio nuovo e lucente come una moneta appena lavata. Voglio sporcarlo, anche se significherebbe macchiarmi di un peccato dal quale non so se sarei capace di perdonarmi.-
Ma l’amore non è un peccato, l’amore è il sole e le stelle e le acque del lago, l’amore è sogno e carne, libertà e dolore, presente e futuro…
– Il mio cuore galleggiava in una tempesta di sensazioni sconosciute, di rimpianti, di emozioni che soverchiavano il buonsenso. Gli posai le mani sui lati della testa e strinsi forte i capelli, prima di abbassarmi per baciarlo con violenza, come se volessi punirlo per l’amore che mi aveva suscitato. E lui rispose con altrettanta aggressività. Era ciò che volevo.-
Poi, giunge il tempo di fare i conti con il passato, di rimettere a posto ciò da cui si è fuggiti, di guardare con gli occhi aperti le cose a cui si è rinunciato e decidere se rischiare.
Riuscirà Linda a rompere la gabbia del dovere in cui si è rinchiusa e vivere la sua vita?
C’è una frase di Linda che racchiude tutto quello che è, tutto quello che sente:
– Appartenevo al Colle, al negozio, alla mia casa solitaria. In ogni famiglia c’è una donna che si addossa i sacrifici, nella mia quella donna ero io.-
E’ una storia antica e contemporanea, un destino da cui si può fuggire solo inseguendo i sogni.
Estelle Hunt, in questo romanzo, conferma l’ottima scrittura, la cura dei dettagli e la conoscenza dei moti dell’anima.
Il paesaggio è realissimo, chiunque abbia in sé un po’ d’Appennino può afferrarne odori e colori, e non nascondo che in alcuni momenti della lettura io mi sia ritrovata ad andare indietro con la memoria a quei pomeriggi pigri di paese, alberi e cicale della mia infanzia e prima giovinezza, fatti di scoperte e libertà.
Questa storia è narrata con dolcezza e pudore, mai aggressiva, mai sopra le righe, e, tra le pieghe del racconto, qualcosa di più. Su noi donne e sul destino che scegliamo.
Perché la magia delle donne può trasformare i sogni in realtà.
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