Grace sollevò lo sguardo e si scontrò con quello di lui, nudo e bruciante. Si era voltato e con un ginocchio le sfiorava una gamba. Doveva aprire la portiera e andarsene. Doveva ringraziarlo e dimenticare quei folli desideri che le trasformavano la mente in una bolla di sapone e le gambe in morbida ovatta. Ma lui la sorprese ancora afferrandole una mano per portarsela al petto. Avvertì il suo cuore battere veloce sotto il lino della camicia e la pelle calda.
Come sarebbe stato sentire quel corpo ovunque su di sé?
«Dimmi di andare via e lo farò subito. Ma se lo vuoi almeno la metà di quanto lo desidero io, allora ti prego, Grace, lasciami salire. Dio, sogno di farti talmente tante di quelle cose e da così tanto tempo…»
Nicolas ha una regola: una donna, una sola notte.
Le regole, tuttavia, sono fatte per essere infrante.
Non è sempre stato così, ma il destino gli ha tolto tutto, anche la voglia di tornare a sperare.
Grace ha visto e sentito cose che non avrebbe dovuto: rumori e grida dietro una porta chiusa che hanno condizionato ogni sua scelta futura.
Ha rinunciato all’amore, ma una notte di passione con Nicolas è una tentazione troppo forte per riuscire a resistere.
Una sola notte basterà per cambiare la vita di entrambi?
“Per una notte” è la storia di due anime spezzate, di due cuori chiusi all’amore, che vivono uno di avventure di una notte, l’altra del suo lavoro, affrontando la vita quasi senza progetti.
Il dolore che celano i loro cuori, retaggio di un passato che non è mai stato veramente superato, e il mistero intorno a questo stesso dolore, manderanno sicuramente in brodo di giuggiole chi è appassionato di romanzi dolorosi e malinconici, in cui la luce dell’ironia e della leggerezza sbuca di rado in mezzo alle ombre.
L’autrice ci trascina, attraverso un gorgo di emozioni, nella mente di Grace e di Nicolas, con uno stile curatissimo ed elegante; ci conduce per mano nella loro relazione, nata solo per una notte, ma forse destinata a diventare qualcosa di più, e nei loro continui contrasti interiori, tra la paura di ammettere un sentimento che sta nascendo e la necessità di nutrirsi dello stesso sentimento.
Fecero l’amore a lungo e con lentezza, fluttuarono in un sogno fatto di gemiti e sospiri. Le parole che avrebbe voluto rivolgergli indugiarono sulle labbra ma Grace le ingoiò, le tenne dentro di sé, le chiuse nel proprio cuore dove sarebbero appassite come un fiore privato dell’acqua, proprio come sarebbe appassita lei senza Nicolas.
Ci concede un qualche filo di speranza, per poi togliercela, partendo lentamente, quasi in sordina, per poi accelerare nell’ultimo quarto di libro nel quale tutte le emozioni e ricordi nascosti emergono con violenza in un crescendo drammatico e struggente.
Il silenzio era imbevuto d’attesa, Grace osservò le mani di lui che stringevano il volante. Erano mani forti, con dita lunghe, eleganti. Una leggera peluria scura ne copriva il dorso, per poi proseguire e scomparire nel polsino della camicia immacolata. L’immaginazione si schiuse come un libro proibito, fantasticò di quelle dita dentro di sé che la riempivano con leggere spinte. Serrò le gambe già chiuse, strinse i pugni in grembo e si concentrò sul paesaggio che sfrecciava fuori dal finestrino.
Tuttavia, Grace e Nicolas, lui in particolare, non mi sono sembrati personaggi coerenti. Capisco il voler mettere in evidenza i loro dubbi, ma Nicolas, presentato fin dall’inizio come uno sciupa femmine che cerca solo la soddisfazione di un momento, si mostra subito geloso di Grace, in pratica anche prima di rivolgerle la parola, negando immediatamente le premesse.
Almeno Grace finge di non essere attratta da lui, ma si capisce al volo che non è così.
«È troppo bello. Di quelli che quando stanno sopra una donna controllano se le braccia sono tese abbastanza per mettere in mostra i pettorali e poi non trovano il clitoride neppure se glielo dipingi di rosso.»
«Che schifo.»
«Se solo fosse meno… meno tutto. Meno alto, meno affascinante, se avesse meno capelli e gli occhi meno profondi, e le mani meno curate e….»
I loro atteggiamenti sono spesso esasperati, tanto da sembrare quasi adolescenziali, in un mare di cose non dette e ripicche. Anche se in tono con le atmosfere, mi è sembrato in alcuni casi di assistere a episodi inseriti al mero scopo di aumentare le pagine. In più, c’è una esasperata tendenza a presentare tutti gli uomini in modo fortemente negativo (non ce n’è uno che si salvi, tra violenti, fedifraghi e chi più ne ha…), sia nel voler mettere a tutti i costi episodi strappalacrime con tragedie e malattie. Il tutto rende l’insieme troppo carico di cliché e di espedienti per attrarre i lettori, ma che non sostengono una trama nel complesso debole.
Devo invece menzionare le scene erotiche, funzionali al racconto e proposte in maniera sorprendente: riescono a essere efficaci pur non usando mai termini anatomici e nemmeno metafore ridicole. Vengono descritte attraverso le sensazioni più che la fisicità, in un modo che evidenzia una notevole padronanza della lingua.
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