A ventotto anni Crowley Asker aveva tutto ciò che si potesse desiderare: il talento, la fama, la ricchezza, e tutti i privilegi che solo un atleta del suo calibro può permettersi. Ma la smania di onnipotenza ha un prezzo, e questo, Crowley l’ha imparato a proprie spese: oltrepassare il confine tra ring e vita reale ha messo fine a tutto. Ora, alla soglia dei trent’anni, vive la sua vita lontano dai riflettori. Il mondo lo considera un assassino spietato, nessuno lo ha mai perdonato. Crowley ha perso tutto, e ora si sposta di città in città nel tentativo di sfuggire all’ombra nera che lo perseguita. E la sua prossima tappa è Greycliff, in Ontario.
Eden Blanchard ha appena compiuto vent’anni e del mondo conosce la parte peggiore. Figlia unica di una donna non vedente, vive ai margini di quella città soffocante e ipocrita che odia con tutta se stessa. I boschi sono la sua vera casa. La natura, a differenza delle persone non la spaventa. La natura non è malvagia, le persone lo sono quasi sempre, Eden lo ha sperimentato sulla propria pelle. Nonostante la diffidenza che nutre nei confronti degli uomini, il nuovo arrivato desta immediatamente la sua curiosità: ha affittato un cottage a poca distanza dalla sua casa mobile, ma è talmente schivo che nessuno lo ha mai visto in faccia, nessuno conosce il suo nome. Eden sa che non dovrebbe impicciarsi, ma quell’uomo rappresenta un mistero irrisolvibile e di fronte ai suoi modi bruschi la ragazza non riesce a tenere a freno la lingua. Tra di loro sono subito scintille pronte ad appiccare un incendio.
Eden e Crowley non potrebbero essere più diversi, eppure ciascuno ha qualcosa di cui l’altro ha estremo bisogno: Eden deve imparare a difendersi.
Crowley deve imparare a fidarsi.
Crowley sa cosa significa avere fama, successo, denaro e anche cosa si prova a perdere tutto.
Eden non ha mai avuto niente, cresciuta in modo semplice, in una cittadina piccola e senza agi e sfarzi.
Il loro incontro è indubbiamente uno dei più originali che io abbia mai letto, e mi ha incuriosita sin da subito.
“«Come ti chiami?» «Il mio nome completo è Samara Mostro del pozzo», mi provoca. È sveglia e ha la lingua lunga. «E tu, come ti chiami?» «Marc Malone.» Non so perché l’ho detto, l’ho fatto senza riflettere. Ho dato il nome del mio avversario storico nell’ottagono. Ma lei non sembra affatto colpita da quel nome. Probabilmente non lo ha mai sentito nominare, e stavolta sono io che mi rilasso un po’.”
La prima impressione è che i due siano completamente agli antipodi e che tra loro non scorra buon sangue, sembra non si sopportino e fanno di tutto per darsi fastidio. Sembra…
In realtà Crowley, dai primi istanti comprende che Eden, nonostante non sia il suo tipo, potrebbe creare dei problemi.
“Ho capito che avevo davanti un grosso guaio già dalla prima volta in cui l’ho vista”.
Qualcosa in comune la hanno però: la diffidenza e il non amare i legami, tanto che li rifuggono cercando di mettere un muro tra loro e gli altri. Uno fugge, spostandosi continuamente di città in città per ottenere questo risultato, e l’altra vive completamente isolata rispetto al piccolo paese.
Una trama avvincente, che mi ha coinvolta subito e incuriosita, anche se, inizialmente, quello che aveva catturato la mia attenzione è stato il titolo. Quell’ “EDEN IN THE DARK” ha richiamato nella mia mente un paradiso che può nascere dall’oscurità e, forse, è proprio quello che i due protagonisti ritroveranno alla fine del loro difficile rapporto.
La lettura di questo romanzo è stata dura, soprattutto perché impossibile esularlo dalla cronaca di questi giorni, visto che il tipo di sport praticato da Crowley e il pensiero correva lì. Credo però che ci presenti un lato della medaglia che non si prende spesso in considerazione: un lato in cui la giustizia si compie attraverso il carnefice che diventa a sua volta vittima di sé stesso.
“«Puoi fargli molto male, invece.» Un muscolo guizza sulla sua mascella a intervalli regolari. Le narici si allargano impercettibilmente e la sua bocca assume una piega decisa. «Io posso mostrarti come fare.» «Cosa?» «Hai un dannato bisogno di qualcuno che ti insegni a difenderti, prima che quel tizio venga a prenderti a casa.»”
A mio avviso l’autrice è riuscita a creare due personaggi davvero particolareggiati e interessanti, anche se non tutte le scelte che hanno compiuto secondo me sono condivisibili.
Un romanzo che si snoda attraverso varie difficoltà iniziali, ma che poi si risolve in pochi capitoli finali (qualche pagina in più l’avrei gradita), che concedono al lettore di tirare un sospiro di sollievo dopo molte pagine difficili.
“«Che aspirazioni può avere una come me? Vivo giorno per giorno ed è già tanto. Ho pescato la pagliuzza corta, Crow. » […] «Pensaci, Eden. Non farti risucchiare da questo posto. Scavalca il pozzo ed esci fuori, ma fallo per te. Per avere una vita degna di essere vissuta, non per paura.»”
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