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La storia di Alan e Clive sembra proseguire senza intoppi, una nuova casa, una nuova vita, il loro amore più forte che mai, i fantasmi del passato ormai sgominati.
Le cose cambieranno rapidamente, in una escalation fatta di dolore e sofferenza. Colui che credevano di aver ormai definitivamente sconfitto, Jacob Kovacs, si ripresenterà, in tutta la sua malvagità e la sua ossessione per Alan. Tra ferite fisiche e morali, non si arrenderanno, non è nelle loro corde ed entrambi faranno di tutto per superare anche quello che sembrerebbe uno scoglio insormontabile.
Il loro rapporto era cresciuto, era, per così dire, salito a un altro livello. C’erano ancora momenti in cui Alan tendeva a chiudersi in se stesso, la differenza era che adesso si sforzava di non farlo, si sforzava di lasciarsi andare e Clive aveva il dono di capire immediatamente quando era il momento di dargli una mano. Quando aveva a che fare con casi particolarmente pesanti, non serviva neppure che lui parlasse, gli bastava farsi stringere da Clive, la sua vicinanza e il suo amore gli donavano di nuovo la serenità. E gli facevano confessare tutto ciò che lo turbava.
Alan e Clive vivono assieme, finalmente felici in una routine conquistata duramente, dopo che tutti i segreti sono stati svelati. Ma è la pace prima della tempesta. Kovac riesce ad evadere dal carcere e ha tutte le intenzioni di mettere in atto la sua minaccia. Alan ha un unico obiettivo: proteggere il compagno.
Tutto il libro è incentrato sulla preoccupazione di Alan per quello che potrebbe succedere a Clive e il timore di quest’ultimo di fronte all’angosciosa attesa di quello che Kovac potrebbe fargli. Clive, nonostante i consigli di Alan, decide di non modificare la sua vita in funzione della paura e purtroppo viene catturato dal suo persecutore.
La scuola era iniziata da poche settimane e Clive si sentiva già sfinito. Ovviamente sapeva che non era colpa dei suoi studenti ma di quel pazzo di Kovacs. Si era illuso che tutto fosse finito, lui e Alan si erano crogiolati nel loro bozzolo di felicità, invece ogni cosa era ricominciata da capo. Gli sembrava un incubo a occhi aperti. Ogni volta che metteva piede fuori di casa, aveva continuamente la sensazione di essere osservato. Sentiva un pizzicore alla base del collo, come ci fosse stato qualcuno, sempre lì a controllare ogni sua mossa, aspettando il momento adatto per sparargli. Vedeva riflesso tutto ciò anche negli occhi di Alan. Vedeva la tensione che gli dava un attimo di tregua solo quando entrava in casa e lo stringeva tra le braccia. Erano ridotti così ed erano passati solo quindici giorni da quando Kovacs era evaso. Dovevano catturarlo, altrimenti come avrebbero fatto ad andare avanti in quel modo? Si sarebbero consumati nell’attesa che succedesse qualcosa e Clive sapeva che quello era esattamente lo scopo del cecchino, la febbre della caccia.
Questo aspetto mi ha indispettito non poco. Di fronte a una tale minaccia, buon senso vorrebbe che si usasse la prudenza del caso, invece Clive si trasforma nella vittima del classico film horror e fa proprio l’opposto di quello che dovrebbe. Alan, ovviamente lo cerca disperatamente, ma non voglio anticiparvi niente del finale.
Dawn è riuscita a mescolare bene l’angoscia, la paura, la solitudine, la rabbia, dei due protagonisti, mentre forse con Kovac avrebbe dovuto calcare di più la mano perché come cattivo, a mio parere, è poco credibile. Mi duole dire che il finale risulta un po’ affrettato e irrealistico nel suo dipanarsi, anche per un racconto di 116 pagine.
Rimane comunque una lettura che consiglio, non fosse altro per scoprire che fine fa Kovac.
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