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Nilio, guerriero Aldair, è tornato a casa.
I suoi dieci anni di servizio a Endora sono finiti, eppure il suo cuore è pesante. Lo aspettano i suoi genitori e una vita onorata, ma incompleta: Vikandro, l’uomo che Nilio ama da quando erano entrambi ragazzi, non potrà essergli vicino.
Nella società bisessuale degli Aldair l’amore fra due uomini non turba nessuno, ma il padre di Vikandro, un nobile fanatico, contrario a qualsiasi cambiamento, non ha mai accettato la relazione del figlio con chi proviene da una famiglia di mercanti e lo ha punito offrendolo al tempio di Atavanno, il Dio Senza Cuore. Ormai è un guerriero sacro, costretto a portare sempre un maschera con l’effigie della divinità e a ripudiare qualsiasi sentimento.
Ma, durante i tre giorni dedicati a celebrare Atavanno, Nilio e Vikandro si troveranno l’uno di fronte all’altro e il loro sentimento esploderà di nuovo, portando un barlume di speranza.
Dovranno superare il dolore e il rancore, affrontare il sangue e la morte sempre in agguato e sconfiggere gli intrighi degli uomini, più che la collera di un dio.
Il racconto di cui vi parlo oggi è un M/M che nasce all’interno della Saga di Endora, una serie che seguo con grande interesse fin dall’uscita del primo libro, e di cui non mi perdo neanche un capitolo.
Come ho già anticipato “I tre giorni di Atavanno” è un racconto M/M, scritto dalla bravissima Fernanda Romani che per la prima volta si cimenta in questo genere e che, come sempre, non mi ha deluso e mi ha saputo coinvolgere nella storia con estrema abilità.
“D’improvviso, il ricordo che stava per evocare gli ghermì il petto, lasciandogli un senso di vuoto. Una tristezza furente lo assalì. Un’emozione fatta di rimpianto e collera, la rabbia che rivolgeva verso i nobili, il dio Atavanno, i padri dal cuore arido, le tradizioni, qualunque cosa pur di non adirarsi con… lui.”
L’autrice è riuscita a dare vita a un mondo credibile e coerente, con usi e costumi ben definiti e senza alcun particolare lasciato al caso, dimostrando come sempre l’impegno e la serietà con cui si dedica alla scrittura.
Se anche non aveste voglia di leggere l’intera Saga di Endora, vi consiglio di leggere almeno il racconto “La maschera del Dio senza cuore”, che potete trovare all’interno dell’antologia gratuita “Maschere” e che è un prequel di questo avvincente romanzo.
“I tre giorni di Atavanno” racconta la storia di Nilio e Vikandro, i due ragazzi si amano da sempre, ma il padre di Vikandro, a causa delle sue idee antiquate, non accetta il fatto che il suo erede si unisca in matrimonio con il figlio di un mercante. Per impedirglielo lo costringe a diventare un guerriero sacro di Atavanno e a rinunciare a qualsiasi sentimento, infatti entrando al tempio dovrà indossare per sempre una maschera e dedicare tutta la sua vita al Dio senza cuore.
“– Non voglio più sentirti nominare quel figlio di mercanti! Non è degno del nostro nome!
– Lui è l’uomo con cui voglio passare il resto della mia vita.
Lo schiaffo arrivò rapido come una serpe, lasciando dietro di sé fitte di calore.
– Preferirei vederti morto!”
Ma Nilio non intende rinunciare all’uomo che ama e, dopo aver avuto la possibilità di incontrarlo di nuovo durante i festeggiamenti in onore del Dio Atavanno, decide di combattere per lui anche a costo della sua stessa vita.
“Quando Nilio se lo trovò di fronte, d’istinto strinse con forza la mano con cui teneva il dakshat, come se si stesse preparando a combattere.
– Dov’è la tua maschera, guerriero?
Oh, Sacra Dea!
Quella voce, che non sentiva da due anni, lo scosse come se fosse stato colpito da un fulmine. Era quella di Vikandro, ma era anche diversa. Nel tono profondo risuonavano echi di guerra, note bagnate di sangue, sussurri di morte penetranti come grida.
– Non vuoi onorare il dio Atavanno? Oppure hai paura di batterti?
Nilio si risvegliò dall’immobilità alla quale si era arreso, assalito da sciami di brividi. Una collera improvvisa gli diede la forza di scacciare i ricordi e affrontare l’offesa insita dentro quelle parole.
– Non sono io quello che non ha avuto il coraggio di disobbedire alla propria famiglia. E non intendo onorare un dio che mi ha portato via la persona che amo.”
Amo molto lo stile della Romani e ho letto tutti i suoi libri, come sempre è riuscita a caratterizzare magistralmente sia i personaggi principali che i secondari e a delineare un mondo coerente e affascinante.
Le sue storie sono sempre avvincenti e originali, la scrittura semplice, ma elegante rende la lettura scorrevole e interessante. “I tre giorni di Atavanno” non fa eccezione e ne consiglio la lettura anche a chi non ha ancora letto la Saga di Endora.
Recensione:
Editing:
Grazie dell’apprezzamento e di essere una fan di Endora. Sono sempre felice di sapere che i miei personaggi sono entrati nel cuore di chi mi legge.