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Whyborne, Griffin, e i loro amici hanno fronteggiato cultori, mostri e stregoni. Ma la sfida più grande gli si è appena parata davanti.
Durante il viaggio di ritorno da Balefire Manor, Whyborne riceve la peggiore notizia possibile: Widdershins è caduta sotto l’attacco violento dei Fideles e dei loro servitori. C’è ancora tempo per fermare il ritorno dei Padroni, ma diminuisce sempre di più.
Assieme a Christine e Iskander, Whyborne e Griffin devono raggiungere Widdershins per affrontare l’ultima prova e decidere il destino del mondo, una volta per tutte.
«Ti vedo,» ripeté. «E ti amo.»
Quando un libro ti costringe a fermarti per prendere fiato, interiorizzare e assaporare le emozioni che ti sta facendo provare, be’, vuol dire che sarà uno di quei libri che ti rimarranno dentro, anche quando ne avrai dimenticato gran parte dei dettagli.
Ed è esattamente quello che mi è successo con “Deosil”, romanzo che conclude la meravigliosa serie di Whyborne & Griffin. A un certo punto, ho chiuso il libro, l’ho posato e ho preso due profondi respiri prima di ricominciare. Perché non solo siamo alla fine, davanti a un nemico che sembra impossibile da sconfiggere, ma perché alcune rivelazioni sorprendono e travolgono, ti riempiono di sensazioni e ti fanno pensare: che meraviglia!
Ma non vi anticiperò niente.
«Vuoi compagnia?» La volevo. Sentivo che il nostro tempo insieme scivolava via, come la sabbia di una clessidra che stava per terminare il conteggio.
Come si fa a non soffrire sapendo che qualcosa di tremendo sta per succedere? Sapendo che le probabilità di uscirne vivi è remota?
Ma quello che hanno imparato tutti i personaggi, a partire dal timido Ival, che sicuramente non assomiglia affatto a come lo abbiamo conosciuto nelle prime pagine di “Widdershins”, è che nonostante tutto non bisogna mai smettere di combattere. I protagonisti hanno trovato la loro forza nel legame che li unisce, amore e amicizia. Un legame intensissimo e fondamentale.
L’avevo desiderato dal primo momento che l’avevo visto, e amato sin da allora, eppure, vederlo diventare ciò che era diventato era stato, ed era ancora, la più grande gioia della mia vita. Era sempre il tranquillo ricercatore che avevo conosciuto ma, al tempo stesso, era molto di più. La sicurezza con cui ormai parlava era stata guadagnata con fatica e non regalata, e io lo adoravo più di quanto pensavo fosse possibile.
Mentre tornano a casa dall’ultima avventura, scoprono che a Widdershins è successo qualcosa: la situazione è già gravissima e in un rapido susseguirsi di eventi si arriva allo scontro finale. Non c’è più tempo per nient’altro, solo la battaglia che deve essere vinta. Una battaglia che riserva ancora molte difficoltà e sorprese.
Per arrivare in fondo salterete sulla sedia, avrete paura, vi arrabbierete, vi scapperà anche qualche sorriso. Ma pagina dopo pagina, non potrete staccare gli occhi da questa splendida conclusione della storia, che si porta dietro molti, moltissimi significati, e dovrete purtroppo salutare Ival, Griffin, Christine e tutti gli altri che vi hanno accompagnati per 11 libri e che sicuramente vi mancheranno.
Il mio mondo era sempre stato scialbo, come vivere dentro una fotografia, senza suoni o colori. Poi lui era venuto al museo, e niente era più stato lo stesso. Sin dall’inizio, aveva visto in me cose che nessuno aveva mai notato. Il maelstrom l’aveva raccolto e, al di là di tutto quello che aveva ancora in programma per me, gli sarei stato eternamente grato
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Qui le recensioni dei romanzi precedenti
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