♦ Traduzione a cura di Emanuela Graziani
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Trasferirsi da un ranch in Texas a una stazione dell’Outback australiano è stata una decisione che ha cambiato la vita di Travis Craig. Anche se in effetti non è stata affatto una decisione. Qualcosa dentro di lui gli aveva detto di andarci, sebbene non avesse idea del perché. Almeno fino a quando non ha conosciuto il proprietario della Stazione, Charlie.
Amarlo non avrebbe dovuto essere semplice. Era un uomo cocciuto e pieno di insicurezze. Eppure, in qualche modo, innamorarsi di lui è stata la cosa più semplice del mondo. Così come vivere con lui, insegnargli come ricambiare il suo amore e, cosa ancora più importante, come volere bene a se stesso.
Travis aveva saputo fin dall’inizio che ne sarebbe valsa la pena. Sapeva che quell’uomo dal cuore di terra rossa era destinato a essere suo. Proprio come sapeva che il suo posto era lì, circondato da quella stessa terra rossa.
Nell’ultimo volume della serie, vediamo Charlie attraverso gli occhi di Travis. Vediamo quanto è maturato e quanto amore è in grado di donare. Torniamo in Texas con loro, e vediamo Charlie riuscire a ottenere tutte quelle cose che pensava davvero di non meritarsi.
Cuore di Terra Rossa 4 narra la storia di Travis.
E questa non è la storia di un solo cuore di terra rossa, ma due.
«Ora lo capisci, vero, Charlie?» continuò l’uomo. «Ora sai che non conta in che parte del mondo si trovi uno di voi, no? Lo sai, Charlie, che non tutti ti lasciano.»
Charlie annuì velocemente, gli occhi che gli brillavano di lacrime. «Adesso lo capisco.»
Il viaggio di Travis e Charlie è stato lungo e arrivare alla conclusione è sia bello che doloroso, perché non si vorrebbe mai dire addio a questi due dolcissimi ragazzi innamorati. Superate le incertezze, le paure e il senso di inadeguatezza, entrambi sono ormai maturi e consapevoli della loro unione, orgogliosi di affermarla davanti al mondo. Se all’inizio il più sicuro e determinato era Travis, in questo quarto libro è quasi commovente costatare quanto Charlie sia cresciuto e abbia sconfitto i demoni che si portava dentro per colpa del padre e dell’educazione che gli aveva impartito. Vederlo tranquillo in qualsiasi situazione fa sentire quasi orgogliosi per averlo accompagnato lungo il suo cammino, di romanzo in romanzo; nel medesimo tempo, però, resta il solito ragazzo a volte timido e impacciato, e ci si ritrova a sorridere nel vederlo alle prese con la famiglia di Travis.
«Non c’è mai stata l’opzione di tornare indietro, Trav. Fin dal primo giorno in cui sei entrato qui.»
Mi sbalordì. Quell’uomo perfettamente impossibile, cocciuto e bellissimo tanto quanto il deserto che chiamavamo casa. Una volta mi aveva detto che, se gli avessero fatto un taglio, avrebbe sanguinato terra rossa, e non avevo dubbi che fosse vero. Solo che adesso io ero esattamente come lui. Quel posto era tanto parte di me quanto di lui, ed ero certo – assolutamente certo – che la terra rossa che ci copriva i piedi e il tenue bagliore del sole che tramontava fossero esattamente il posto in cui dovevo stare.
Dal canto suo, Travis non è più solamente l’esuberante studente texano determinato a imporsi in un ambiente ostile e nel cuore riottoso del compagno, il deserto adesso è parte di lui tanto quanto di Charlie. I due ragazzi si sono creati una famiglia nella Sutton Station e ognuno dei suoi abitanti è ormai un amico anche per noi lettori, ognuno di loro ci mancherà tanto quanto i due protagonisti.
Romanzo di congedo dalla terra rossa australiana, questo quarto capitolo della serie non fa mancare alcuni momenti toccanti e altri divertenti, spesso legati in entrambi i casi agli animali che popolano la stazione, ma più di ogni altra cosa porta a compimento la storia d’amore di Travis e Charlie, seguendoli in un lungo epilogo che è forse la parte più bella dell’intero romanzo.
Mi allungai, aspettando che lui facesse lo stesso. Quando il suo volto fu vicino al mio, quasi lo baciai e colpii il suo naso con il mio. Erano passati più di venti anni e quel gesto gli faceva ancora trattenere il fiato.
Recensione:
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