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Elias Montgomery non torna a casa da anni. Nasconde la sua omosessualità sin dall’adolescenza e non ha mai trovato il coraggio di confessarla ai suoi genitori.
Quando però suo padre Ethan muore, a distanza di neanche sette mesi dalla madre, Elias si trova costretto a tornare in Texas per organizzare il funerale e capire cosa fare del ranch.
Pensa di potersi occupare di tutte le incombenze in poco tempo e di tornare alla sua vita a Oklahoma City, ma la vita ha altri piani per lui.
Complici delle lettere e delle verità venute alla luce dopo quasi quarant’anni, Elias si troverà non solo a fare i conti con esse, ma anche con i suoi sentimenti e una rivelazione inaspettata che gli toglierà tutte le certezze.
L’unico ad avere le risposte sembra essere zio Levi, ma saprà accettare quello che l’uomo ha da dire?
Questo romanzo nasce da un precedente lavoro di Autumn Saper, un racconto intitolato “Ventun ottobre” pubblicato in un’antologia di qualche anno fa: non serve aver letto il racconto per comprendere la storia, ma di sicuro terminato il libro il desiderio di recuperare anche quello sarà molto forte.
La nostra vita non sarà mai come l’avevamo sognata, amore mio, ma va bene. Tu sei con me, e questo è tutto quello che conta.
Muovendosi su due piani temporali, “Paradiso amaro” ci mostra il presente tramite il ritorno di Elias al ranch di famiglia dopo la morte del padre, e il passato tramite le lettere che narrano i decenni di un amore meraviglioso.
Quasi ogni riga del testo potrebbe diventare una citazione, parole che parlano al cuore e narrano delle difficoltà del rapporto tra un padre e un figlio, dell’impetuosità di un ragazzo innamorato di qualcuno più vecchio di lui, del dolore struggente di due amanti costretti a nascondersi perché vivono in un luogo e un tempo ostili.
Nel libro leggiamo di Elias, che apre gli occhi sulla propria famiglia e affronta i sentimenti che da ragazzo non aveva saputo gestire, diventando uomo e capendo infine cosa desidera dalla propria vita, seppure solo dopo aver perso entrambi i genitori. Era fuggito dal ranch senza più riuscire a essere davvero felice, perché aveva lasciato dietro di sé l’unica persona che poteva completarlo.
E poi ci sono Ethan e Levi, quasi sospesi in frasi che riassumono le loro vite, ogni parola simile a una lacrima di gioia e dolore: confesso di aver singhiozzato senza alcuna capacità di fermarmi in certi punti, impossibilitata a continuare a leggere per la commozione. Ma nonostante la rabbia per l’omofobia che ha segnato le loro vite, bisogna fare un plauso all’autrice per essere riuscita a far emergere anche la felicità che i due hanno condiviso, perché ciò che li ha tenuti divisi alla fine è diventato anche quello che li ha uniti al di là della morte.
Bellissimo è la prima definizione che mi viene in mente per questo breve romanzo: sarà banale ma è così, davvero bellissimo. Forse la parte nel presente avrebbe potuto essere più lunga e articolata, dando maggiore spazio a Elias e alla sua storia, ma arrivati in fondo non si avverte affatto un senso di incompiutezza, perché più che il racconto di due storie d’amore questo appare come il confronto tra due epoche: un passato in cui due uomini innamorati dovevano nascondersi e un presente nel quale sono liberi di vivere apertamente la loro relazione. Ed è importante mostrare questa differenza, poiché ancora oggi questa non è una realtà possibile in troppi luoghi del mondo, alcuni fin troppo vicini a noi, che crediamo di abitare in una terra di diritti acquisiti. Questo è il messaggio che mi hanno trasmesso Ethan e Levi, la necessità di vigilare perché nessuno sia più costretto a nascondersi.
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