Leggera distopia – middle BDSM.
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In un mondo dove il BDSM fa parte della vita di tutti i giorni e le identità di Dom, sub e switch sono un insieme di istinti, che caratterizzano ogni persona fin dalla nascita, Matt Steels è l’invidiato presidente di una delle società più ricche e potenti d’America. Uomo geniale e avvolto dal mistero, trascorre le sue giornate tra feste in cui passa da un sub all’altro, sempre nascosto dietro ai suoi caratteristici occhiali da sole, e lunghe ore chiuso nel suo appartamento in perfetta solitudine, schiacciato da un segreto che lo costringe a una vita vuota.
Lucifer è un assassino appartenente a una delle gang più pericolose di New York. Di lui si conoscono solo il suo alias e la pericolosa efficienza con cui riesce a far sparire i suoi bersagli; ciò che nessuno sa è che si tratta di un uomo in fuga, tormentato da un passato di sangue e violenza, desideroso solo di lasciarsi ogni cosa alle spalle.
Il suo futuro è una speranza sempre più tenue, che non è certo di poter concretizzare.
Il futuro di Matt, anche se meno incerto, sembra destinato a dipanarsi nella prevedibilità di una routine ormai collaudata e priva di grosse emozioni. O, almeno, è ciò che crede fino a quando l’incontro con quell’assassino dal sorriso beffardo e le movenze di una pantera, non gli stravolgerà la vita e non porterà alla luce il segreto che lui aveva cercato di dimenticare.
Il mondo in cui vivono Matt e Lucifer non è molto diverso dal nostro se non per un particolare di una certa rilevanza: le relazioni tra gli individui si basano fondamentalmente su Dominazione e sottomissione.
Il carattere dominante, sottomesso o più raramente swich di una persona si manifesta fin dall’infanzia e i diritti dei sub vengono costantemente calpestati dai Dom, che ricoprono posizioni prestigiose e di potere soprattutto nell’ambito lavorativo.
«Mi sta dicendo che non ritiene sia importante garantire la sicurezza di quasi metà della popolazione mondiale?»
«Non dicevo questo, ma…»
«Ma visto che lei è un Dom, se ne frega altamente di quello che può succedere ai sub. Tanto non sono una priorità che la riguarda, al punto che si rifiuta di riconoscere come la parità legislativa non sia stata seguita da una vera parità in ambito sociale. O magari le fa comodo vivere in una società dove i sub vengono tenuti lontani da ruoli dirigenziali e faticano a fare carriera o a rivendicare la propria indipendenza?»
I sub sono considerati deboli e bisognosi di una guida che li sostenga e decida per loro. Al momento in cui è ambientata questa storia i sub sono riusciti a ottenere l’uguaglianza e il rispetto della loro autonomia almeno a livello legislativo, ma all’atto pratico continuano a essere abusati e discriminati dai prepotenti Dom.
Tutti sono convinti che Matt sia un Dom, o al massimo uno switch. È il presidente della sua azienda, uno scienziato e un uomo di potere, nessuno immagina quale sia la sua vera natura, ma quando si incontrano per la prima volta, a Lucifer basta uno sguardo per capire che ha di fronte un sub. E a partire da quel momento, davanti a quel Dom forte e pericoloso, tutte le sicurezze di Matt crollano.
«Allora lascia che ti ringrazi, Matt.»
Quello fu tutto il preavviso che Lucifer gli concesse, prima di aggredirgli le labbra, e lui si ritrovò a soffocare un ansito contro la sua bocca, sopraffatto da quel contatto esigente che pareva volerlo divorare. Sollevò una mano alla ricerca dei suoi capelli per riprendere un minimo il controllo del bacio, ma l’assassino lo bloccò, imprigionandogli entrambi i polsi dietro la schiena. Poi un morso lo ferì come per punirlo e delle dita si fecero strada sulla sua nuca, intrappolandolo in quel contatto; c’era sangue nella sua bocca, il sapore del sangue di Lucifer e del suo. La stretta sui polsi gli faceva male, era salda, inamovibile e perfetta. Non riusciva più respirare, i suoi nervi vibravano, in preda all’eccitazione e all’istinto, e si sentì scivolare via…
Stava per strusciarsi contro il corpo snello così vicino al proprio, quando tutto sparì, cancellando in un istante il piacevole stordimento che lo aveva quasi fatto cadere in ginocchio.
I protagonisti di questo romanzo sono molto diversi l’uno dall’altro, ma hanno in comune un passato pieno di sofferenze ed entrambi hanno avuto genitori piuttosto discutibili che con il loro comportamento assurdo li hanno segnati per tutta la vita.
Lucifer gli fu addosso in un lampo.
«No.» Gli prese il polso stringendo abbastanza da fargli male, e per un attimo Matt provò un guizzo per nulla spiacevole all’idea di avere l’impronta delle sue dita come marchio, sopra a quello della corda. Lucifer era serio, tuttavia, gli occhi tanto cupi e freddi che parevano due ferite. «Non pretendo che tu mi risponda, non stasera. Ma non mentirmi .»
Sostenne il suo sguardo per quasi un minuto prima di abbassare il proprio .
«D’accordo.»
[…]
Lucifer non aveva ancora smesso di fissarlo, un’ombra muta che lo aveva seguito in camera e adesso gli era seduto a fianco .
Gli sarebbe bastata una parola per cacciarlo via, la safeword o semplicemente un rifiuto, perché il Dom non aveva fatto alcun tentativo per costringerlo a parlare, ma in quel momento era la sua presenza a mantenerlo intero e il segreto gli opprimeva i polmoni ogni secondo di più . Si massaggiò gli occhi con un sospiro, prima di ricercare il suo viso .
«È cominciato tutto da mio padre .»
Sia Matt che Lucifer sono ben caratterizzati e i loro segreti ci vengono svelati pian piano. Matt si apre con più facilità a causa del suo bisogno innato a lasciarsi andare con l’uomo che sente come il proprio Dom fin dal primo istante. Lucifer ci mette più tempo, ma proprio per questo è il personaggio che preferisco tra i due.
«Fai silenzio.»
E poi fu tutto perfetto, quando il piacere lo raggiunse con un brivido.
Chiuse gli occhi, rovesciando indietro la testa in una resa non del tutto volontaria. Ma non gli importava, questo era ciò che aveva desiderato, fin da quando aveva scorto Lucifer in quella strada deserta, fin da quando aveva incrociato il suo sguardo, prendendo nota dei capelli in disordine, del viso sporco di sangue, di quell’espressione di violenta esultanza che gli aveva dato una stretta di anticipazione allo stomaco.
Ci fu un altro affondo, unito a un morso abbastanza crudele da mozzargli il respiro.
«Voglio che tu tenga gli occhi aperti, Matt. Voglio che mi guardi mentre ti scopo. Voglio avere la tua attenzione su di me mentre prendo possesso del tuo corpo e lo uso secondo il mio piacere, fino a farti supplicare con il tuo ultimo respiro.»
Lui si costrinse a reprimere un ansito, mentre la sua testa si svuotava, divenendo culla per l’eco di queste parole.
«Io non supplico,» esalò, cercando invano di rimanere immobile agli affondi delle sue dita. «Mai.»
“Come ombre nella notte” è il primo libro di Mary Durante e devo dire che mi ha molto colpito, poiché è riuscita a creare un mondo ben strutturato e con caratteristiche molto particolari, la trama è interessante e lo stile fluido e pulito.
Consiglio la lettura di questo romanzo a chiunque ami il genere distopico, e anche se non apprezzate il BDSM, vorrei che non vi lasciaste scoraggiare da questo particolare, vi assicuro che le scene descritte nel dettaglio non sono molte e sinceramente le ho trovate perfette così. Non è il rapporto BDSM in senso stretto ciò che mi ha favorevolmente colpito in questa storia, ma la fiducia su cui si basa la relazione tra i due protagonisti, fiducia che costruiscono lentamente, ma che arriverà a essere tanto profonda da diventare la base su cui costruire il loro futuro insieme.
Consigliatissimo.
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