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“Mi chiamo Lele.
Non Raffaele, né Raffa, Raf o qualsiasi altro nomignolo stupido. Li odio a morte. Come molte altre cose, a dire la verità.
A parte Bianca, naturalmente.
Lei è la sola che mi faccia desistere dal restare chiuso nella mia stanza in eterno. Oltre a lei, tanto, fuori da quella porta ci sono solo frotte di adolescenti sfigati, passatempi discutibili e la mia famiglia insopportabilmente perfetta. E poi, c’è Dean. La creatura più ottusa che abbia mai messo piede su questa terra. Superficiale, borioso, inutile. È assolutamente inspiegabile, dunque, che io passi le notti a sognarlo e i giorni a cercare di togliermelo dalla testa, no? Inspiegabile e dannatamente pericoloso perché, per giunta, è il ragazzo dell’unica persona che conti per me. Bianca, appunto. Sempre lei, certo. Perché tutto il mio mondo gira intorno a lei.
Lei, che adesso ha avuto la splendida idea di andarsene e mollarmi qui da solo, senza preavviso, con un viaggio in Irlanda saltato e il suo ragazzo che, nei ritagli di tempo tra una sessione in palestra e la venerazione per la sua moto, mi tampina senza ragione apparente, minacciando con la sua presenza irritante il mio già precario equilibrio mentale.
Io non ho bisogno di lui, non ho bisogno di Bianca. E nemmeno dei miei.
Che poi, se ci penso seriamente, si sta bene anche da soli. Anzi, si sta molto meglio.”
Ci sono attimi che valgono molto più di certe eternità.
Lele è un ragazzo con molti problemi, lui non se ne rende conto, ma la sua vita è davvero un enorme casino.
Lele è un giovane ragazzo gay che frequenta ancora la scuola, non è apertamente dichiarato, ma tutti o quasi conoscono le sue preferenze. Lele odia la sua mamma perché non lo capisce, odia suo padre perché lo ha emotivamente allontanato, odia suo fratello perché è intelligente, odia i suoi compagni perché sono degli adolescenti stupidi, odia il mondo intero per un’infinità di ragioni. Purtroppo nessuno gli suggerisce che, forse, quello con dei problemi è lui viste la difficoltà con cui semplicemente “vive”.
Lele ha una sola amica: Bianca. Lui ama la musica che ama Bianca, i film che ama Bianca, il cibo che ama Bianca… la sua vita è completamente succube di Bianca. S’innamora perfino del suo ragazzo: Dean. Volendo essere precisi, non se ne innamora, semplicemente pensa spesso a lui e lo odia perché ci pensa.
Non ho particolarmente apprezzato questo rifiuto totale da parte del protagonista, talvolta l’ho trovato pesante nella narrazione. Questo persistente odio verso il mondo, questa continua cattiveria nei pensieri, occupa quasi metà del testo e, non lo nascondo, ho faticato a digerirla. Mi piace l’idea del personaggio asociale e solitario, ma temo che in questo caso, il tutto sia eccessivo.
Mi chiedo se l’amore abbia davvero un genere o se, forse, non siamo fatti per amare e basta. Solo per completarci. Così, semplicemente, senza pensarci troppo.
L’atteggiamento di Lele cambia leggermente quando Bianca parte e lui conosce Morgan.
Amo il personaggio di Morgan tanto quanto odio quello di Lele: alla follia.
Morgan è nato uomo ma, quando ne sente il bisogno, lascia uscire il suo lato femminile diventando una donna. Detto così sembra una cosa da poco, in realtà, leggendo, la trasformazione di Morgan è un momento bellissimo, emozionante e pieno di amore soprattutto verso se stessi. Morgan si ama così com’è e non ha bisogno dell’approvazione di nessuno, è uno spirito libero, un ragazzo senza fissa dimora, con nient’altro che un baule dove tiene tutto quel gli serve per fare le sue magie. Vive in giro per il mondo, sempre alla ricerca di se stesso e di amici da conoscere.
I due ragazzi s’incontrano per caso, tramite facebook, e grazie alla sua vitalità, alla gioia, alla sua positività, Morgan fa capire a Lele quanto è triste la sua vita.
La parte centrale del romanzo narra proprio un viaggio in Irlanda; Lele e Dean partono insieme per raggiungere Morgan. Sono raccontate tutte le tappe e le avventure che vivono i tre ragazzi tra sbronze, incomprensioni e gelosie.
“Stiamo andando in Paradiso?” chiedo, tentando di soffocare lo sconforto con il sarcasmo. Dean e Morgan saltellano davanti a me come le caprette di Heidi mentre io rantolo sotto il peso del mio zaino. La morte non è mai stata tanto allettante.
L’ultima parte del romanzo, secondo me, è la migliore. Finalmente Lele ha ammorbidito il suo odio infinito e la vita sembra più luminosa. Tutto accade in quest’ultima parte, congestionata di rivelazioni, scoperte, tragedie, litigi, delusioni e riflessioni.
Personalmente, avrei preferito una crescita continua, un’evoluzione sia nel personaggio che nelle vicende più diluita durante la storia. Di punto in bianco cambiano molte situazioni e poi si modificano ancora, lasciando il lettore con la speranza di quel passo avanti appena fatto, prima del gradino in cui si è inciampati appena.
Ho amato certi momenti, come quelli dove domina Morgan (si è capito che amo Morgan?), e ne ho odiati tanti altri, soprattutto dove prevale l’atteggiamento perennemente ostile di Lele.
Nulla da dire sulla scrittura che è scorrevole, piacevole e priva di errori.
Recensione:
Editing:
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