I tipi come Tucker Moore non escono con ragazze come me.
I suoi scontatissimi addominali scolpiti sembrano essere stati forgiati dagli dèi, mentre io ho più curve di una strada di campagna.
Lui è un casanova che farebbe calare le mutandine a chiunque, invece io mi sento più a mio agio dietro l’obiettivo della mia macchina fotografica.
È il ragazzo della porta accanto, e la definizione per antonomasia di una pessima idea.
Non ho motivo di pensare a lui, e avrei dovuto scacciarlo dai miei sogni nel momento stesso in cui ha fatto capolino.
Avrei fatto meglio a non tentarlo; anzi, avrei dovuto soltanto confinarlo nella friend-zone.
Cosa che ho fatto, prima ancora che lui potesse pronunciare il fatidico “Solo amici”.
Non importa se passa più tempo a casa mia che sua, o se il suo sorriso mi fa venire le farfalle nello stomaco.
Si tratta soltanto di Tucker.
E prima di rendermene conto, ecco che diventa il mio migliore amico.
Per giunta, del tutto off-limits.
La nostra rovina è una gita fuori porta, e ho i bagagli così pieni che alla fine ho lasciato la lucidità a casa.
Perché Tucker sarebbe stato bene.
Ma io sarei finita nei guai con il ragazzo della porta accanto.
Bello, bello, bellissimo.
Statuario, muscoloso.
Viso da ammirare per ore, corpo da “oh quanto ben di Dio”.
Sguardo ammiccante, voce profonda e vibrante.
Spiegatemi perché soggetti del genere possono essere i vicini solo delle altre.
Anche noi abbiamo bisogno ogni tanto di qualcosa di bello da rimirare. Toccare se non si può ok, ma almeno guardare sì, giusto?!
Il problema è che quando tutto questo popò di mercanzia ti viene concessa, ogni brutta figura possibile ed esistente al mondo la farai davanti a lui. Chissà perché poi…
Ed è proprio questo che accade a Kennedy.
È lì tranquilla che fa il suo bucato, aspetta paziente di poter riporre la biancheria nella cesta e quando finalmente arriva il momento di tornarsene a casa, cesta ancorata al suo fianco, sbam… incontro/scontro con l’adone Tucker. Vestiti ovunque e l’unica cosa che mai nessuno dovrebbe vedere nella sua mano: una pancera contenitiva. Che vergognaaaa!
Ed è qui che inizi a pensare “perché tutte a me” mentre sbatti la testa al muro più e più volte.
Ti lascio due secondi per consolarla.
Fatto?
Ora puoi invidiarla perché la signorina qui presente ha la culaggine di averlo come vicino. E non uno, ma ben due fustacchioni arrivano nell’appartamento accanto. Due sexy, aitanti maschioni sono i suoi dirimpettai.
La stai invidiando, vero?
Ecco, smettila. E sai perché?
Kennedy rintana il favoloso Tucker nella friend-zone. È proprio il caso di dire che “Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti”.
Ora, a parte gli scherzi, ho apprezzato questo inizio divertente e buffo, e leggere di un rapporto che si instaura e coltiva con i giusti tempi, senza accelerare o saltare tappe fondamentali.
Kennedy e Tucker sono due personaggi dal carattere completamente opposto.
Lei è insicura, non è in grado di fidarsi al primo sguardo, e il rapporto con la famiglia non è dei migliori. Tutto perché non appoggiano il suo modo di vivere. Per loro la fotografia non è la professione giusta che le permetterà di realizzarsi, e si sbagliano. Kennedy ama stare dietro l’obiettivo e i suoi scatti sono magnifici. Tucker, non è solo un bel uomo. Ha una spiccata personalità dominante, è tenebroso e tenero al tempo stesso. A livello lavorativo è stabile e ha le idee ben chiare su cosa vuole per il futuro e come ottenerlo.
Nessuno aveva mai avuto il suo stesso potere di ferirmi, lo stesso potere di cambiare tutto.
Vederli interagire, sbeffeggiarsi, divertirsi, scontrarsi e innamorarsi è stato esaltante. Vedere Kennedy combattere le sue paure e fidarsi finalmente di qualcuno ha il suo peso nella storia e sapere che il merito è sì di Tucker ma principalmente suo non è un qualcosa da sottovalutare.
Doppio pov -anche se Kennedy ha molto più spazio-, personaggi esuberanti, un contesto sfruttato bene, tanta sensualità e tanto tanto romanticismo. Niente è semplice ma nulla è impossibile. Tutta colpa del vicino è una lettura consigliatissima!
Leggilo al mare, in montagna, in città. Leggilo d’estate o d’inverno. Leggilo per liberare la mente, per staccare la spina o per divertirti un paio d’ore. Leggilo un capitolo a sera o fermati solo quando sei giunta all’ultima pagina. Ti assicuro che il tempo investito non sarà tempo sprecato.
Alla prossima!
Recensione a cura di:
Qui la trama del secondo romanzo della serie, a breve la recensione e… be’, da leggere anche questo!
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