♦ Traduzione a cura di Sara Linda Benatti
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Quando si lavora per la mafia, può capitare di dover uccidere molte persone in tanti modi diversi. Ceaton Mercer ha stivato gli ultimi due cadaveri in un capanno degli attrezzi che appartiene a un adorabile ricercatore marino che abita in un’idilliaca comunità isolana, ma non è poi così cattivo. Con il tempo si è trovato una specie di casa e forse anche un posto nel cuore delle persone con cui lavora, o almeno quanto basta perché non gli piantino un proiettile in testa quando smette di essere utile per il boss.
Ma non ha mai immaginato che un solo giorno potesse cambiargli la vita, ed è sul punto di scoprire quanto si sbaglia.
Gli basta un giorno per incontrare l’uomo che sembra essere quello giusto, l’amore della sua vita. Sembra inconcepibile che un uomo che si occupa di morte possa trovare l’amore, ma è come se fosse destino. Gli basta un giorno, che si fa sempre più strano e in cui i problemi si accumulano, per costringere Ceaton a riflettere sulla sua cupa esistenza e ad accettare che in ventiquattro ore tutto può cambiare, perfino lui stesso. Il suo futuro potrebbe rivelarsi più luminoso di quanto si aspettasse, ma dovrà restare vivo abbastanza a lungo da scoprirlo.
Può un solo giorno ridefinire l’intero corso di un’esistenza? Sarà così per Ceaton Mercer, ex marine, che dopo il congedo è finito a lavorare per un mafioso serbo, alla ricerca di persone in grado di restituirgli quel senso di appartenenza che ha smarrito quando si è sentito tradito da chi avrebbe dovuto proteggerlo nell’esercito.
Tutta la prima metà del romanzo narra la vita di Ceaton al servizio di Grigor, tra incarichi più o meno sanguinosi e momenti di coesione con i propri compagni malavitosi, che ormai sono diventati una sorta di famiglia. Ceaton però non è felice, perché gli manca l’amore.
Non che io non volessi trovare un uomo che mi faceva girare per occhieggiarlo una seconda volta. Sognavo di trovare quello giusto, quello a cui sarebbe importato della mia mente quanto del mio corpo. Avevo queste fantasie di domeniche mattine pigre, in cui fare l’amore e chiacchierare duravano tutto il giorno.
Ma la mia realtà era costituita da tizi appesi a testa in giù a ganci da macelleria mentre Marko gli tagliava via dei pezzi, in modo che il loro boss o i loro amici non combinassero casini con Grigor. Dovevamo intimidire e far rispettare, raccogliere e distribuire; era un lavoro a tempo pieno, e non lasciava molto spazio per gli appuntamenti. Quel che avevo capito, comunque, era che a dispetto di tutto in cuor mio ero ancora un romantico.
Proprio quando anche la sua nuova famiglia sembra sul punto di rivoltarglisi contro, con Grigor sempre più sospettoso e fuori controllo, Ceaton deve partire, per andare a proteggere il figlio di un giudice. L’incontro gli cambierà la vita perché, come in molti altri libri della Calmes, sarà sufficiente uno sguardo per segnare il loro fato. Ceaton non lo sa, ma la sua strada ha già incrociato quella di Brinley e adesso il giovane è più che mai determinato a conquistarlo.
Per quanto i due siano una bella coppia, però, il romanzo patisce l’inizio lento e l’accelerazione improvvisa imposta alla storia nella seconda metà, dove tutto accade a cascata. Le minacce si moltiplicano insieme a lunghi dialoghi che spiegano tutto e anche di più, nell’intrico di relazioni tra malavitosi che si è creato intorno ai protagonisti.
Gli scambi di battute con Pravi, Marko e Luka, compagni di Ceaton al servizio di Grigor, contribuiscono a creare quel senso di famiglia che lui sente nei loro confronti, ma sviano troppo spesso l’attenzione da una storia d’amore che sembra nascere già confezionata, priva del sufficiente pathos.
Poi sulla scena irrompe un personaggio già visto in vari libri della Calmes, sotto vari nomi, e ogni cosa cambia di nuovo.
“Mi chiamo Darius Hawthorne,” spiegò. “E ho parecchi altri nomi, ma ce n’è uno che dovrebbe conoscere,” aggiunse indicandomi.
Mi schiarii la gola. “Quali altri nomi ha?” chiesi, perché quello non mi faceva suonare nessun campanello.
“Conrad Harris,” rispose con una voce che in qualche modo ti tranquillizzava all’istante, “e Terrence Moss, e quello che lei ricorda di sicuro è Gold Team Leader.”
Fu come se mi avesse fulminato con un taser.
Si aprono nuovi scenari, il futuro di Ceaton e dei suoi uomini viene riscritto e tutto sembra perfetto, al punto che resta a malapena spazio per un finale romantico insieme a Brin, personaggio che avrebbe meritato maggiore approfondimento, almeno per giustificare l’amore che lo lega al protagonista del libro.
Pur restando godibile, a mio avviso questa storia avrebbe necessitato di qualcosa di più, per dar modo ai personaggi di svilupparsi meglio e al lettore di aver tempo di affezionarsi e assimilare al meglio la vicenda.
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