ATTENZIONE POTREBBE CONTENERE SPOILER!
La bussata alla porta fu leggera. “Layla?”
Tirò su col naso e aprì uno dei rubinetti. “Ciao!”
La voce di Blay era dolce, così come lo erano sempre i suoi modi. “Va tutto bene lì dentro?”
“Oh, certo. Ho deciso di farmi un piccolo trattamento al viso. Arrivo subito.”
Si mise in piedi, si chinò, e si bagnò le guance. Poi si strofinò la fronte e il mento con un’asciugamani in modo che il rossore fosse diffuso più uniformemente sulla pelle. Stringendo la fascia dell’abito, raddrizzò le spalle e si diresse verso la porta, pregando di riuscire a mantenere l’autocontrollo abbastanza a lungo per farli andare via per l’Ultimo Pasto.
Ma ebbe una tregua.
Quando aprì la porta, Blay e Qhuinn non stavano nemmeno guardando nella sua direzione. Erano chinati sulla culla di Lyric.
“… gli occhi di Layla.” disse Blay mentre allungava la mano e lasciava che la bimba afferrasse il suo dito. “Senza alcun dubbio.”
“Ha anche i capelli della sua mahmen. Voglio dire, guarda il biondo che sta venendo fuori.”
Il loro amore per la piccolina era incandescente, illuminava i loro volti, scaldava le loro voci, moderava il loro movimenti così che qualsiasi cosa facessero era fatto con attenzione, eppure non fu quello su cui si concentrò Layla.
Il suo sguardo si bloccò sull’ampio palmo di Qhuinn mentre accarezzava su e giù la schiena di Blay. La carezza che dimostrava il loro legame era inconscia da entrambe le parti, la dichiarazione e l’accettazione erano sia assolutamente nulla che tutto ciò che importava, e mentre assisteva dall’altro lato della stanza, dovette sbattere velocemente le palpebre per reprimere le lacrime un’altra volta.
A volte essere testimoni della tenerezza e dell’amore poteva essere tanto difficile quanto assistere alla violenza. Talvolta, quando guardavi dall’esterno, osservando due persone in sincronia era come assistere a una scena da un film dell’orrore, quel genere di cosa da cui vuoi distogliere lo sguardo, dimenticartene, eliminare il ricordo di… soprattutto quando stavi per andare a letto per tutto il giorno e affrontare ore e ore di solitudine nel buio.
La consapevolezza che lei non avrebbe mai avuto quell’amore speciale con nessuno era…
Qhuinn spostò lo sguardo verso di lei. “Oh, ehi.”
Si raddrizzò e sorrise, ma non ci cascò. I suoi occhi la esaminarono come se le stesse tracciando il profilo… anche se forse questo non era il caso. Forse era soltanto la sua paranoia a parlare.
Ne aveva fin sopra i capelli di vivere una doppia vita. Eppure, nel genere di crudele ironia che sembrava essere la principale fonte di divertimento del destino, il prezzo per alleviare la sua coscienza sarebbe arrivato a costo della proprio vita.
E come poteva abbandonare i suoi bambini?
“…okay? Layla?”
Quando Qhuinn si accigliò, si riscosse e si costrinse a sorridere. “Oh, sto molto bene.” Immaginò che fosse stata una domanda sul suo benessere. “Proprio molto bene.”
Cercando di dimostrare la bugia, si avvicinò alle culle. Rhampage, o Rhamp, come veniva chiamato, stava combattendo il bisogno di dormire, e quando sua sorella fece un suono delicato, la sua testa si girò e la sua mano si allungò verso di lei.
Buffo, anche a questa giovane età, sembrava riconoscere il suo ruolo e voleva proteggerla.
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