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Ricchi, potenti e di una bellezza quasi eterea, i fratelli Doko sono “I signori dell’est-Europa”. Arroganti, pericolosi e disonesti fino al midollo, non provano pietà, non rispettano le regole e l’unica legge che conoscono è la loro.
La sola parola che conta è la loro.
Tutti li temono, tutti chinano il capo al loro cospetto. Tranne le sorelle Norik, discendenti dirette della donna più autorevole e rispettata nell’Europa orientale, nonostante il passato per nulla glorioso. Il loro cognome è sinonimo di potere e protezione. Per loro la legge è al di sopra di tutto, non giocano sporco, non ne hanno bisogno. Ma il loro rispetto va guadagnato e i Doko l’hanno perduto da tempo.
C’è un confine invalicabile tra le terre degli uni e delle altre.
Due famiglie, due imperi in lotta da sempre per la supremazia. Ma la loro battaglia rischia di portare alla luce troppi segreti. Quanto a lungo possono i protagonisti di questa faida farsi carico dell’antico odio che li separa? Quanto, prima che gli istinti carnali sfocino in una passione travolgente?
Perché davanti a un sentimento come l’amore, il cognome che porti non conta nulla.
Doko contro Norik, uomini contro donne, odio contro odio, amore contro amore.
I Doko. Chi sono? Tutto. Perché tutto è ciò su cui loro hanno da sempre influenza. Droga, prostituzione, armi. Il dominio dell’Europa Orientale. Mascherati da aristocratici, non sono stati altro che mostri senza cuore disposti a tutto per il denaro . Nessuno è mai contato quanto loro, nemmeno la legge. Hanno corrotto anche quella. Mia madre ha rappresentato per i Signori dell’Est un fastidioso sassolino nella scarpa fin dall’inizio. Del resto, chi china il capo verso di lei, a loro concede la schiena. Kendra Norik è sempre stata una rivale, una concorrente che a differenza loro ha seguito le regole senza mai cedere. Nel tempo, ho avuto modo di scoprire che è stata anche molto di più. Due famiglie. Due regni. Il territorio degli uni non è mai stato calpestabile dalle suole degli altri. Tre figli, loro. Tre figlie, noi. Tutti cresciuti con un’unica regola: farsi la guerra.
Ecco i Doko: Rozaf e Manjola con i loro figli Rezart, Roel e Ramil.
Ecco le Norik: Kedra con le figlie Keleste, Kristel e Kleisa.
Mentre i due capifamiglia trascinano una guerra da anni, i loro figli combattono guerre personali.
Rezart contro Kleisa, Roel contro Keleste. Kirstel e Ramil sono invece agli antipodi, razionale e fredda lei, impulsivo, violento, pericoloso e manovrabile lui.
Il primo incontro tra Rezart e Kleisa si consuma in una passione bruciante aiutata dal fatto di non conoscersi. Lontani dai pregiudizi delle loro famiglie, il loro è un rapporto vero e istintivo e li segnerà per sempre.
Era andata via. Forse non c’era mai stata, forse mi ero immaginato tutto. Poi scorsi un pezzo di carta sopra il suo cuscino. Un messaggio per me. “La vita è come gli scacchi. Se il re può muoversi solo di una casella, la regina fa come cazzo gli pare. Sempre convinto che sia l’uomo ad avere il comando? Ciao, ragazzo, è stato più che indimenticabile questo incontro.”
Con il foglio tra le mani, ci misi tre secondi a programmare la mia prossima mossa. Tre. Lei aveva ragione. La regina si muoveva come voleva, ma era quando il re si trovava esposto che aveva maggior potere.
Due. Così potente da metterlo sotto scacco.
Uno. Così influente da poterlo salvare.
Infilai i vestiti alla velocità della luce e in un attimo ero alla porta. Scacco matto.
La vita li metterà alla prova in una maniera che nessuno dei due avrebbe mai immaginato scardinando le loro certezze. Kleisa tornerà a casa anni dopo quell’incontro completamente trasformata, seppur giovane è una donna a tutti gli effetti, forte, decisa pronta a difendere se stessa e la sua famiglia. La scoperta dell’identità di Rezart sarà destabilizzante non solo per lei ma per entrambe le famiglie.
Questi due personaggi sono sviluppati in maniera eccellente, le autrici hanno costruito per loro un percorso di maturazione che affascina il lettore, sono due individui in grado di trascinare e modificare gli eventi anche contro la logica delle loro stesse famiglie. Novelli Romeo e Giulietta, non vanno incontro alla tragica fine shakespeariana ma piegano gli eventi perché vogliono e inseguono un destino comune.
Rezart si dimostrerà un uomo di cuore, al di sopra di sporchi giochi di potere. Kleisa è una combattente, votata alla legge , insieme sono una forza.
Una forza che trascinerà con loro anche i fratelli, liberando anch’essi dalla gabbia di odio che li imprigiona. Anche Keleste e Roel affronteranno i loro sentimenti e la loro storia subirà innumerevoli scossoni. Dovranno affrontare alti e bassi continui, tragedie che li metteranno a dura prova e li faranno oscillare tra sentimenti opposti. Si disprezzeranno, si ameranno, si odieranno e il loro percorso sarà difficile, una vera gara in salita. Non dobbiamo mai dimenticare che tutto l’amore che lega i personaggi è immerso in un mondo e in un’atmosfera dark intrisa di violenza.
Non c’era più l’uomo che mi aveva scopata nella cucina e nella doccia, era tornato il secondogenito della stirpe Doko, quello che mi aveva umiliata e odiata per anni, disposto perfino a comprarmi pur di far capire quanto in basso rispetto a lui fossi nella scala del rispetto. Le parole che pronunciò mi strapparono la poca dignità a cui pochi istanti prima mi ero aggrappata. «Avevo ragione. Sei fatta per stare in ginocchio a succhiarmi l’uccello.» La sensazione fu quella di una punta di ghiaccio conficcata nel cuore. Non che mi fossi aspettata una dichiarazione d’amore, ma nemmeno il disprezzo con cui mi stava fissando. Mi veniva da piangere per l’umiliazione, ma mi obbligai a non farlo.
Roel e Keleste sono i personaggi che più ci faranno soffrire, il destino non li risparmierà.
Come ogni faida familiare alla fine si torna sempre all’origine, ai capofamiglia, e la loro storia seppur tragica è quella che ho amato di più, un vero capolavoro.
Fecero l’amore e, insieme, liberarono la loro anima da tutto l’inutile rancore covato negli anni. Lui fu di nuovo suo, lei fu di nuovo sua. Lo erano sempre stati l’uno per l’altra.
Ricordatevi che è un dark e il finale di questo libro è la logica conseguenza di vite votate al crimine. In mezzo ai sentimenti forti e preponderanti le autrici non perdono di vista l’ambiente e non ci lasciano con lo zucchero in bocca. Dark è dark e tale deve rimanere, anche se la luce non si spegne ci saranno delitti, sangue e vendette come è logico che sia.
Potessi dare più di 5 stelle lo farei. È una storia che mi ha preso tantissimo e mi ha coinvolto, emozionato e ne ho condiviso ogni aspetto lasciandomi assolutamente soddisfatta soprattutto nella sua parte finale. Leggetelo.
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