Sequel di Questa non è una storia d’amore.
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A quindici anni, Christopher si innamora di un ragazzo a cui salva la vita. Ma le cose non vanno a finire bene e quattro anni più tardi vorrebbe essersi comportato diversamente.
La sua coscienza inizia a perseguitarlo e comprende che deve cercare di nuovo Summer.
A diciassette anni, Summer allontana il ragazzo che lo ha salvato. Quattro anni più tardi, è prigioniero in una relazione violenta e pericolosa. Quando vede di nuovo Christopher capisce che quello è un segno: non può continuare a vivere come sta facendo ma non riesce a vedere una via d’uscita.
Affinché entrambi possano avere un’occasione per essere felici, i due ragazzi devono ritrovarsi e cancellare i torti che hanno condiviso in passato.
“Selvaggia estate”, sequel di “Questa non è una storia d’amore”, è stato capace, seppur in maniera minore visto che abbiamo a che fare con un romanzo breve, di trasmettere le stesse sensazioni del primo volume della dilogia Love Story Universe.
Julian e Romero, i protagonisti del primo romanzo, si ritagliano il loro cameo e ci permettono di tornare con la mente in quella Londra particolarmente ostile con le persone in difficoltà o con i ragazzi di strada.
“Selvaggia estate” è la storia di Crash e Summer e del loro giovanissimo amore, tanto forte quanto osteggiato.
Qualche volta le parole non erano necessarie. Qualche volta uno sguardo era tutto ciò che serviva, un’intera conversazione contenuta nel battito di ciglia… Scintille, ecco che cos’erano, perché tra loro c’erano sempre scintille, scintille che ancora facevano formicolare la sua pelle e accendere il suo mondo.
Tra i due ragazzi tutto è intenso, dal loro primo incontro al loro primo sguardo, dalla passione che vibra al doversi separare, dal dolore e dalla lontananza. Più intenso ancora, e più vibrante, il bisogno di riaversi, di stringersi, di dirsi ti amo.
E se tutto questo turbinio di sentimenti lo inserisci nel disagio di una vita di privazioni e violenza, beh come si fa a non venirne travolti…
Adoro questa autrice, capace di prenderti il cuore, farlo a pezzettini e riconsegnartelo con delle cicatrici, ma migliore e più forte.
Non serve ribadire che questa donna riesce a rendere tridimensionali i suoi personaggi dandogli non solo pensiero, ma anche fisicità, non serve ribadire che il suo stile di scrittura ti disarma e ti cattura, non serve altro che dire abbiate il coraggio di immergervi nella vita e leggerla.
Recensione a cura di:
Editing:
Qui la recensione del primo romanzo della dilogia.
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