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“Pierce Brown è un prodigio. E la sua trilogia una corsa selvaggia piena di suspense.” The New York Times Terry Brooks, ospite al festival di Lucca lo scorso autunno, ha dichiarato senza mezzi termini che la migliore promessa della letteratura fantastica è Pierce Brown – quando l’ha detto chi scrive era presente. Apprezzamento condiviso dal “New York Times”, da “Publishers Weekly”, da un grandissimo numero di lettori e dai vertici della Universal Picture che ha in preparazione la versione cinematografica del ciclo di “Red Rising”, regista Marc Forster. L’originalità infatti di questa trilogia è quella rara delle saghe epiche concepite da un’ossessione per i particolari, da un’audacia spregiudicata nell’invenzione di un universo, dal fatto che non imita. In Golden Son la guerra nello spazio si intreccia con gli intrighi del potere, la lotta del singolo con la narrazione corale, il linguaggio crudo dell’azione con quello psicologicamente raffinato dei dialoghi. Il complesso mondo dei colori legato alle classi sociali e alle loro lacerazioni – dai sovrani (Oro) e dagli innovatori (Argento), fino agli schiavi sessuali (Rosa) e agli operai obbligati ai lavori disumani (Rossi) – è la grande invenzione di Pierce Brown, un meccanismo di micidiale attualità. Leggere per credere. Golden Son ci trascina in un’avventura di cui è impossibile immaginare lo sviluppo. L’ascesa di Darrow nel mondo degli Oro, i suoi nemici, è difficile, incerta, pericolosa. Così la crudeltà di Nerone su Augustus, l’insincerità di Roque, il desiderio di vendetta di Cassio, i misteri che circondano la Sovrana, l’imprendibilità di Ares rendono unica questa storia. Un mondo dove basta una parola sbagliata, una mossa falsa, una decisione presa in ritardo per avere dolore, morte o vita e riscatto.
Dopo aver letto il primo capitolo della Trilogia di Red Rising (Il canto proibito), sono stato completamente rapito dalla sua trama adrenalinica e avvincente e, seppure presentasse un calo di ritmo e di “mordente” nella parte centrale, ne sono stato comunque così avvinto che non ho potuto trattenermi dal leggere di seguito, e tutto d’un fiato, anche i successivi due volumi: Golden Son, di cui vi parlerò oggi, e Morning Star, della cui disamina parlerò nella prossima puntata!
Devo dire fin da subito che l’autore non si smentisce assolutamente e riesce a presentarci un altro libro in cui i colpi di scena si susseguono incalzanti, con capovolgimenti di fronte, complotti, intrighi, tradimenti e piani dentro i piani (a volte, ancora dentro i piani) che ci terranno sempre con il fiato sospeso. Non mancano alcune pause di riflessione sapientemente distribuite che ci permettono finalmente di conoscere meglio i pensieri, ideali e sentimenti dei principali personaggi e antagonisti della vicenda, donando loro vita e tridimensionalità che verranno ulteriormente approfondite nel terzo ed ultimo libro di questa prima trilogia.
Assistiamo dunque al proseguimento della vita da “infiltrato” e “agente provocatore” del protagonista, ai suoi piani e strategie sempre più complessi e audaci per diventare il più famoso, ricco e potente possibile, e per difendersi dai complotti orditi dagli altri Oro e, al tempo stesso, prepararsi ad abbattere la dittatura della Società.
Tuttavia, tale percorso è irto di ostacoli e difficoltà e Darrow, per quanto eccezionale, è pur sempre un essere umano come tutti noi. Quindi, lo vedremo anche soffrire, avere dubbi e indecisioni e persino compiere vari errori, alcuni dei quali davvero dolorosi e terribili, che potrebbero rischiare di corrompere persino la sua stessa anima. Questi errori lo cambieranno e cambieranno quelli intorno a lui, in modi e misura tali che nessuno potrà poi tornare più indietro, ma che alla fine gli permetteranno di raggiungere la fase successiva della Strategia da lui adottata per ottenere il riscatto dell’intera umanità: la guerra civile tra le grandi casate Oro della Società umana.
Come già accaduto per il primo romanzo di questa trilogia, quindi, gioiremo ancora una volta con Darrow per le sue vittorie e per l’amicizia e l’amore che lo legheranno sempre più ai suoi compagni più fidati e amici più veri, e soffriremo con lui con sgomento nel momento della sconfitta, della delusione, del dubbio o del tradimento, attendendo allo stesso tempo con speranza e trepidazione che si verifichi (mai troppo presto) l’occasione necessaria al nostro eroe per cavarsi dai guai, salvare i propri amici o ottenere una strepitosa vittoria quando tutto sembra perduto.
E’ vero, niente di tutto questo è straordinariamente singolare, inedito o innovativo nella storia dell’arte narrativa del genere umano, ma la narrativa umana si snoda fin dalla notte dei tempi seguendo i Topoi e i canoni del mitico “viaggio dell’eroe” che l’autore conosce a meraviglia e rielabora in modo così originale ed entusiasmante che noi lettori non possiamo far altro che essere avvinti dalla sua storia e non smettere di leggere fino alla conclusione del volume: davvero una lettura straordinaria!
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