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Mia Corvere, gladiatii, schiava fuggiasca e infame assassina, sta scappando. Dopo i grandi giochi di Godsgrave, finiti con il più audace omicidio nella storia della Repubblica itreyana, Mia si ritrova braccata. Potrebbe non uscire viva dalla Città di Ponti e Ossa. Il suo mentore Mercurio è ora nelle mani dei suoi nemici. La sua stessa famiglia la vuole morta. Ma sotto la città, un oscuro segreto è in attesa. La notte sta per scendere sulla Repubblica, forse per l’ultima volta.
Mia aveva chiuso gli occhi. Respirava a fondo. Sentiva la paura sciogliersi dalle ossa mentre il suo passeggero la divorava tutta quanta. Nel giro di un attimo, non era più una ragazza spaventata che danzava sui rasoi. Era una distruttrice. Forgiata dall’ombra. Il sangue della notte le fluiva nelle vene e la scheggia di una divinità caduta ardeva scura nel suo petto.
E siamo arrivati alla fine della trilogia, in cui ogni tassello si incastra alla perfezione.
Mia ha combattuto nell’arena, ha imparato che i sentimenti sono fonte di debolezza, ha scoperto amici nei nemici e nemici negli amici, ora deve finalmente capire qual è il suo obiettivo finale, lo scopo per cui è nata. La forza per raggiungerlo sappiamo che ce l’ha, che è una combattente che non si tira mai indietro, a qualunque costo, perché più che mai per Mia niente è regalato, niente è facile.
«E più lo vivo, più mi rendo conto che il “merito” non ha nulla a che fare con questa vita. Benedizioni e maledizioni piovono allo stesso modo sui buoni e sui malvagi. La giustizia è una favola. Non si ottiene nulla se non lo si vuole e non si mantiene nulla se non si lotta per conservarlo. Perciò lottiamo. Che si fottano gli dèi. Che si fotta tutto quanto. Prendiamo il mondo per la gola e costringiamolo a darci quello che vogliamo.»
In questo terzo romanzo, in cui l’adrenalina comunque non manca, il centro è l’amore.
L’amore nel senso più ampio possibile, perché nonostante i tradimenti, gli intrighi, le perdite, le delusioni è il sentimento che ci rende davvero vivi. Non solo l’amore carnale, della coppia, quello che ti fa desiderare il corpo di un’altra persona, ma anche l’amore fraterno, l’amore per i compagni che ti hanno seguito nella tua avventura e che darebbero la vita per te, l’amore di un genitore, anche se non di sangue, la figura che ti ha fatto da padre, senza nessun obbligo e che ancora ti considera una figlia, nonostante tutto.
Tutto questo combatte contro l’odio, contro il desiderio di fare del male, perché amare è costruire insieme, odiare distrugge e quello che deve essere fatto richiede la capacità di amare.
Attenzione, questo non vuol dire che il libro si addolcisca, anzi. Diventa più duro e sofferto perché il percorso finale di Mia è terribile, una scalata verso una vetta che in cima ha scritto “morte”, ed è terribile proprio perché finalmente si è riscoperta e non è più sola.
In mezzo a intrighi, gelosie, comportamenti infantili e reazioni piccate, ma anche sacrifici eroici e infinita pazienza, Mia vola verso il suo destino, capisce la natura del suo essere tenebris e la accetta.
E poteva percepirlo. Quei soli che calavano verso l’orizzonte. Lenti ma inesorabili. La tenebra dentro di lei sempre più intensa. Più rapida.
E l’autore ci fa saltare sulla sedia davanti al gesto di uno dei personaggi, meraviglioso e inaspettato, ci fa soffrire tenendoci in sospeso, ci confonde con macchinazioni su macchinazioni, sconfitte nelle vittorie.
Eccelle nella capacità di rendere vividi tutti i personaggi, dai protagonisti ai comprimari, agli antagonisti, nel costruire un mondo che si può toccare con mano, presente anche nel linguaggio dei personaggi, nel giocare con il lettore citando se stesso (un libro nel libro) portando a termine senza perdere smalto una trilogia potente e difficile da dimenticare.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
1 – Nevernight – Mai dimenticare (Libro primo degli accadimenti di Illuminotte) – Recensione sul sito
2 – Nevernight – I grandi giochi (Libro secondo degli accadimenti di Illuminotte) – Recensione sul sito
3 – Nevernight – Alba oscura (Libro terzo degli accadimenti di Illuminotte)
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