Il personaggio che avete amato odiare in “Cacciatore” diventa il personaggio che finirete per amare in “Raining Men”.
La maggior parte della vita adulta di Bobby Nelson è stata una pioggia di uomini. Normalmente non vorrebbe niente di diverso, ma negli ultimi tempi gli sembra che manchi qualcosa. Desidera che il diluvio rallenti e si riduca a una singola goccia speciale. Ma c’è una minima possibilità che lui trovi “quello giusto” dopo innumerevoli anni passati a rimorchiare?
Quando suo padre passa a miglior vita, finalmente Bobby analizza i suoi rapporti difficili con lui e il modo in cui potrebbero aver contribuito alla sua incapacità di trovare l’amore a cui anela. Guidato da una bella terapista, un gruppo di SessoDipendenti Anonimi, un chihuahua ben dotato di nome Johnny Wadd, e il proprio serbatoio di ricordi, intraprende un percorso spirituale, sessuale ed emotivo per scoprire che nella vita i legami d’amore più soddisfacenti dipendono dalla qualità, non dalla quantità. E quando è pronto ad amare non solo se stesso ma anche qualcun altro, finalmente il sesso e l’amore si fondono in un unico pacchetto perfetto.
Posso dirvi che sono rimasta senza parole? Assolutamente e innegabilmente senza parole? Già il primo libro mi era piaciuto parecchio, ma questo? Mi ha lasciata veramente di stucco, per la profondità, l’introspezione, la vicenda spirituale del protagonista.
Bobby Nelson, che tanto ho odiato nel libro precedente, cui non avrei dato un soldo bucato, si rivela qui in tutte le sue fragilità, le sue paure, il suo dolore, il suo desiderio d’amore e stabilità. Si presenta come una persona egoista, gretta e superficiale. Tratta il suo corpo come un tempio, sempre allenato, elegante, perfetto, e per questo non usa droghe, anzi, le rifugge. Il suo modo per cercare l’oblio, per allontanare la sofferenza, per non pensare al vuoto che è la sua vita, lo trova nel sesso. Lo vediamo passare da un uomo all’altro nell’arco di una stessa sera, in sordidi locali e saune fatiscenti, in un desiderio di autodistruzione che mi ha fatto stare male.
Questo suo comportamento è accentuato nel momento in cui Caden, il suo migliore e unico amico, lo allontana definitivamente dalla sua vita dopo che ha tentato con l’inganno di rubargli l’uomo che ama.
Bobby, in un barlume di lucidità, si rende conto del suo comportamento autolesionista e cerca l’aiuto di una terapista che, con pazienza, lo conduce ad analizzare i motivi profondi del suo atteggiamento, riconducendoli in parte al rapporto conflittuale col padre, che purtroppo nel frattempo muore, stroncato da un infarto improvviso. Impossibilitato quindi a un confronto diretto, deve affrontare da solo i ricordi e cercare quelle risposte che non ha mai avuto in precedenza.
Su consiglio della terapista si rivolge anche ai SessoDipendenti Anonimi, un gruppo di persone che, come lui, usano il sesso per allontanarsi dal dolore.
La strada per la sua rinascita è lunga e tortuosa, molti sono gli scivoloni lungo il percorso, molte le battute d’arresto prima di arrivare al lieto fine. Ed è qui che inserisco l’unico appunto all’autore: il finale troppo frettoloso.
Si tratta questo di un libro corposo, ben scritto e scorrevole, che necessita di tutte le pagine che lo compongono, visto le problematiche che affronta, e un finale così repentino mi ha dato quasi l’idea di voler arrivare in fretta a una conclusione, perché già troppo lungo, e questo mi ha disturbato. Solo per questo motivo do una stellina in meno, ma è un libro assolutamente da leggere.
Editing recensione:
Qui la recensione del primo romanzo.
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