♦ Traduzione a cura di Rita D’Alfredo
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Matt Sullivan si definisce per etichette: studente di legge, atleta, eterosessuale. I suoi obiettivi sono laurearsi e fare carriera in uno studio legale. Una sera decide di accompagnare il suo coinquilino gay in discoteca, e la sua vita cambia. Si rende conto, infatti, di essere attratto dall’uomo più bello che abbia mai visto. Tutte le sue etichette piano piano finiscono per staccarsi, perché non riesce a dimenticarlo.
Aaron Mendez non crede nelle etichette. Si tiene alla larga dagli uomini etero curiosi e non ha paura di mettere in chiaro che non intende nascondere la sua natura favolosa per nessuno. Se da una parte Aaron non può negare di essere attratto da Matt, dall’altra, però, è riluttante a farsi coinvolgere in una storia da qualcuno che trova ancora difficile accettare cosa implica quella nuova etichetta. Soprattutto quando quel qualcuno ha ancora una ragazza.
Matt Sullvan, studente all’ultimo anno di college e futuro avvocato, è il classico bel ragazzo americano: fisico da quarterback, piuttosto belloccio, fidanzato con una ragazza adorabile.
La proverbiale tegola in testa gli arriva durante un’uscita tra amici. In un club gay, infatti, conosce Aaron, la persona più bella che abbia mai visto. Piccola nota: ho apprezzato davvero tanto che l’autrice abbia usato il termine “persona” e non “uomo”. In effetti, trascendere il genere è servito a spiegare che Matt non è attratto dal sesso di Aaron, ma dalla sua personalità.
Il nostro povero avvocato non sa più che pesci pigliare: una settimana dopo quell’incontro fugace a base di un drink e due chiacchiere, non riesce ancora a togliersi dalla testa quel bellissimo ragazzo. Quando, per un caso fortuito, i due si incontrano di nuovo, Matt non si lascia sfuggire l’opportunità di convincerlo ad uscire con lui.
Aaron, però, ha fatto un patto con se stesso: non vuole più essere l’esperimento o la valvola di sfogo di nessuno. Cerca un rapporto serio e stabile, che possa un giorno trasformarsi in qualcosa di più. È un bel problema che sia così attratto da Matt, che fa fatica a metabolizzare il fatto di essere forse bisessuale, o forse gay, o forse gay solo per Aaron.
Ci vorranno tempo e fatica per superare limiti e paure, ma quando l’amore arriva… è difficile lasciarlo andare.
La trama non è originale, ma è ben scritta, il linguaggio e l’intreccio sono adatti all’età dei protagonisti e la storia segue un crescendo costante. I personaggi, sia principali che secondari, sono ben caratterizzati e non è difficile entrare in empatia con loro. Alcuni punti, però sono rimasti in sospeso. In particolare ho trovato un po’ sbilanciato il rapporto dei ragazzi con le loro famiglie. Inizialmente, e nella parte centrale, viene dato spazio alla relazione che lega Matt e Aaron ai genitori e ai fratelli ma, nel finale, questo viene tralasciato del tutto. Purtroppo manca la reazione delle famiglie all’amore che lega i due protagonisti, così forte e con la promessa di essere stabile nel tempo.
Il romanzo rimane comunque piacevole, più che adatto a passare qualche ora in leggerezza.
“Calmo, bello. Sto solo dicendo che questa è una comunità gay relativamente piccola, e Aaron non fa esattamente da tappezzeria. Non sto dicendo che non sia una persona fantastica, ma mi chiedo che cazzo ti aspetti da lui. Idee? Vuoi un ragazzo?”
“Un ragazzo? Cazzo, non lo so. Non so come etichettare o dire quello che voglio, perché, onestamente, non lo so.” Ed ecco che se ne andava anche l’ultimo briciolo di felicità. Evaporato. Porca miseria, Curt. Era una bella domanda. Aaron mi aveva chiesto la stessa cosa, a modo suo. Non aveva usato così tante parole, ma avevo capito che si interrogava sulle mie motivazioni. E io? Sapevo di volere Aaron. Volevo parlare con lui, stare con lui, ascoltare le sue storie, baciarlo, toccarlo, e sì, volevo davvero scoparmelo. Che significava? Che volevo un ragazzo? Non lo avevo mai preso in considerazione prima.
“No, non è vero. Lo so eccome. Certo che lo voglio. Voglio tutto con lui. Nessuna esitazione. Adesso mi accontento di quello che viene, perché lui vuole andarci piano, ma la verità… La verità, Curt, è che voglio qualsiasi etichetta che faccia di me il ragazzo che chiama per primo, per qualsiasi cosa. Voglio essere qualcuno d’importante per lui. Non so se ha senso?”
“Sei serio? Ma che ti sei innamorato di lui?”
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